Non lasciano spazio a dubbi le dichiarazioni rese ieri dal ministro della Salute, Livia Turco sulla vicenda dell’etico al di fuori delle farmacie “L’emendamento approvato dalla Camera sulla vendita dei farmaci di fascia C con ricetta nei supermarket è improprio…è stato il frutto di una discussione parlamentare confusa, dove molti deputati non conoscevano bene la materia E come Governo proporremo che venga cancellato” ha detto Livia Turco, intervenuta ieri al meeting di Federfarma a Roma. “Il Governo – ha spiegato – crede che la materia sia stata già definita dal decreto Bersani del luglio 2006 e a questo vogliamo attenerci”. “Sono contraria a questo emendamento, perché i medicinali di fascia C con ricetta appartengono a una categoria di prodotti che impongono un impiego assai delicate” ha aggiunto parlando come Ministro della salute, oltre che come membro del Governo. “Far uscire dalla farmacia questi medicinali vuol dire non capire che non basta la sola presenza del farmacista, ma servono garanzie che oggi assicura il sistema dell’esercizio delle farmacie”.
E per il futuro, Turco rassicura i farmacisti anche sul rinnovo del sistema concorsuale. “La norma è allo studio – dice – e ci stiamo lavorando. Allo stesso modo stiamo mettendo a punto una legge di principi che definisca il ruolo della farmacia come presidio del SSN. E siamo anche disponibili – conclude – a un tavolo di lavoro con la categoria per incontri sistematici”.
“Durante il voto alla Camera sull’emendamento che prevede la vendita dei farmaci di fascia C con ricetta nei supermercati c’è stata molta confusione, e molti colleghi forse hanno votato senza percepire bene la pericolosità di questo provvedimento”. A confessarlo è Dorina Bianchi, deputata della Margherita e vice presidente della Commissione Affari sociali della Camera, intervenuta ieri a Roma durante l’assemblea di Federfarma. “Personalmente ho votato contro quel provvedimento – spiega la Bianchi – ma ammetto che in Aula, quel giorno, ci fu grande confusione”. Un problema causato anche “dalla scarsa conoscenza che – dice la vice presidente – molti colleghi hanno di questa materia. Nei lavori parlamentari spesso c’è grande concitazione”. La vicenda però non ha risvolti politici. “E’ strumentale sostenere che ci fosse un disegno politico dietro questo provvedimento. D’altronde fu presentato da un solo esponente, e non da un gruppo parlamentare”, sottolinea la Bianchi riferendosi al primo firmatario dell’emendamento, l’esponente della Rosa nel pugno Sergio D’Elia. Assenza di disegno politico che, ha ribadito in conclusione l’esponente della Margherita, “è testimoniata anche dalle parole del ministro della Salute Livia Turco, che ha promesso di voler far cadere questo provvedimento”.