Il gip del tribunale di Napoli ha emesso sette ordinanze di custodia cautelare per una truffa al servizio sanitario nazionale. Gli arrestati, per i magistrati, avevano costituito una banda specializzata nell’acquisto di specialità farmaceutiche contenenti stupefacenti o anabolizzanti con ricette mediche, dalle quali ricavavano droga da rivendere sul mercato illegale, anche veterinario. Le accuse contestate ai sette arrestati sono quella di truffa, falso, ricettazione, produzione e traffico di stupefacenti. I guadagni erano ingenti, perché arrivavano sia dal rimborso delle ricette, sia dalla vendita della sostanza stupefacente.
La truffa ha danneggiato l’Asl Napoli 1 che ha erogato rimborsi su ricette anche false; i farmaci ottenuti con queste, privi di fustelle, erano reimpiegati nel mercato parallelo illegale, e l’organizzazione da questo doppio canale ha guadagnato circa 3 milioni di euro. Al vertice della banda un medico farmacista di Posillipo, Massimo Marone, con il collaboratore Vitale Palmese, che insieme a un altro farmacista di Bellizzi (Salerno), un medico di base, e tre loro collaboratori, e altri medici indagati, si procuravano le ricette intestate a ignari pazienti, poi le specialità medicinali, in particolare quelli contenenti fendimetrazina – un anabolizzante e dimagrante -, e rivendevano i farmaci oppure ne estraevano il principio attivo nel laboratorio galenico del farmacista salernitano. Le indagini si sono basate anche su intercettazioni telefoniche. Tra i ricettari usati dall’organizzazione criminale, anche alcuni rubati a medici delle Asl Napoli 1 e Napoli 4. Marone e i suoi, dicono i pm, in un primo tempo avevano operato all’ombra e senza rischi, usando sempre prescrizioni ‘autentiche’, in quanto compilate su ricettari originali del medico curante il paziente che appariva come destinatario delle stesse, poi, per aumentare i profitti, hanno usato ricette rubate o falsificate, innescando così il meccanismo dei controlli della Asl e degli inquirenti. I due farmacisti sono in carcere, mentre alle altre cinque persone arrestate sono stati concessi i domiciliari.