Il documento, che secondo le indicazioni del tavolo ministeriale avrebbe dovuto essere approvato entro il 30 novembre, riduce innanzitutto il numero delle Asl da tredici a sette: una Asl rispettivamente per Avellino, Benevento, Caserta e Salerno, tre Asl per Napoli (Napoli 1, Napoli 2, Napoli 3). Sull’Asl di Salerno si è registrato poi un imprevisto fuoriprogramma perché il Consiglio ha bocciato l’emendamento presentato da Mpa-Psi che chiedeva la costituzione dell’Asl Salerno 2 per il territorio di Agropoli, Battipaglia, Eboli, Olivero Citra, Polla Sant’Arsenio, Rossadaspide, Sapri e Vallo della Lucania.
Il disegno di legge razionalizza inoltre gli ambiti territoriali, stabilendo che ciascuno distretto deve di norma coincidere con ogni ambito con una popolazione non inferiore a 50 mila abitanti e non superiore a 120 mila abitanti. Sì dell’assemblea poi a un emendamento presentato da Alleanza nazionale all’articolo 3 che stabilisce l’obbligo per la Giunta, entro 90 giorni dalla approvazione della legge, di proporre al Consiglio l’approvazione di un inventario completo del patrimonio immobiliare della Asl. Via libera inoltre a un altro emendamento che pone un altolà al rinnovo delle consulenze e stabilisce che, in previsione delle loro scadenze, l’Asl ricorra all’assessorato per verificare la presenza delle figure professionali richieste tra il personale interno.
Il provvedimento stabilisce poi l’obbligo per le Asl e le Ao di bandire concorsi riservati per i lavoratori in servizio in modo continuativo da almeno tre anni presso strutture sanitarie private provvisoriamente accreditate, licenziati e posti in mobilità a seguito di revoca dell’accreditamento. E affida alle Asl le competenze relative all’accreditamento dei soggetti interessati.
Sul fronte della riorganizzazione dei posti letto, il Ddl sancisce la riduzione dei 685 pl, lo spostamento di 1000 posti letto per acuti in Rsa e la trasformazione di 900 posti letto di acuti in posti letto di riabilitazione e lungodegenza. Il documento riorganizza inoltre la rete ospedaliera su tre livelli: gli ospedali di primo livello assicureranno il primo soccorso e una diagnostica di base, oltre a prestazioni in elezione programmata; le strutture di secondo livello erogheranno prestazioni caratterizzate da una maggiore intensità di cura rispetto a quelle di primo livello; i presìdi del terzo livello assicureranno le funzioni di più alta qualificazione legate all’emergenza tra cui cardiochirurgia, neurochirurgia, terapia intensiva neonatale.