Cardillo, Federfarma Avellino: Prenotazioni on line già operative

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Luigi Cardillo è presidente di Federfarma Avellino dal 1991. Nella sua lunga attività ha visto cambiare il ruolo della farmacia sul territorio, diventata non solo luogo di commercio e distribuzione ma anche punto di riferimento per i servizi sanitari cha la farmacia è chiamata ad affrontare in collaborazione con le strutture locali. Lungo questa linea si muove Federfarma Avellino, associazione composta da quattro farmacisti urbani e cinque rurali, alla quale aderiscono centocinquantuno iscritti.

Presidente, qual è lo scenario in cui è calata la farmacia irpina?
Viviamo in un contesto regionale dove i problemi dei farmacisti, vedi la questione dei pagamenti, si distinguono da provincia a provincia. Noi abbiamo affrontato meglio questo aspetto e oggi possiamo dire di essere quasi in ordine con i conti. Forse, proprio per questo, siamo l’unica provincia che non soffre tanto dei ritardi.

Qual è il vostro merito?
Aver sempre lavorato in un’ottica sinergica con la Asl e aver attivato una serie di servizi utili ai cittadini, come previsto anche da una recente normativa varata da Parlamento e Governo (Legge n. 69/2009, decreto legislativo n. 153/2009).

In che modo?
Il FarmaCup (nuova piattaforma tecnologica per effettuare prenotazioni dalla farmacia), ad esempio, attivato su tutto il territorio provinciale. Le farmacie sono in condizione di fare le prenotazioni di visite specialistiche agevolando l’utente che dalla farmacia potrà sapere dove poter effettuare la visita nel più breve tempo possibile. Stiamo valutando anche la possibilità del pagamento del ticket in farmacia. A condizioni concordate distribuiamo, poi, i farmaci del Pht acquistati dalla Asl, consentendo al cittadino di reperire i medicinali necessari nella sua farmacia abituale.

Ci sono altre collaborazioni in cantiere?
Contiamo di allargare tale servizio anche per i farmaci innovativi, che al momento vengono distribuiti direttamente dalla Asl, a condizioni concordate. Questo nell’interesse del cittadino, il quale non deve recarsi più alla farmacia del distretto, bensì in quella abituale. Perché noi siamo capillarmente distribuiti sul territorio e siamo punto di riferimento per la popolazione, specialmente quella anziana. Stiamo collaborando anche per lo screening dei tumori del colon perché, attraverso le farmacie, si raggiungono più facilmente  i cittadini interessati. Siamo impegnati, inoltre, con  analisi di prima istanza (glicemia, colesterolo, misurazione della pressione, ecc.). In sinergia con i medici di medicina generale possiamo anche prevedere la presa in carico di particolari pazienti cronici con possibilità di dispensare a domicilio i farmaci necessari alle terapie nel caso di soggetti non autosufficienti inseriti ei programmi Adi (assistenza domiciliare integrata).

E’ importante anche il ruolo degli enti per raggiungere questi obiettivi? Si sta lavorando, anche a livello normativo, in tal senso?
Certamente sì. Per molti servizi, in Campania, siamo in grave ritardo, anche se in Irpinia siamo riusciti ad organizzarci meglio. Però preferirei che certe intese venissero siglate a livello regionale. Al momento, un solo merito ha la Regione: aver adeguato l’indennità di residenza delle piccole farmacie rurali, ferme al 1968. Esse vengono fissate in base alla popolazione per il triennio 2011-2013. Aiutare le farmacie che operano in comunità molto piccole è un fatto importante.

Insomma, la professione del farmacista sta cambiando?
Direi proprio di sì.

Qual è il suo auspicio?
Evitare soluzioni che prevedono il recapito del farmaco o altri ausili sanitari da parte di soggetti non abilitati professionalmente.

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