La farmacia è vicina

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La ‘nuova farmacia’: una risorsa in grado di aumentare il livello di servizio riducendo i costi.

Vigilanza sulle sovrapposizioni fra le terapie…
«Dobbiamo tenere presente che il Farmacista può avere un quadro completo della salute del suo cliente» ricorda Mana, «questo significa concretamente che il farmacista può avvertire ad esempio che un farmaco a base di corticosteroidi prescrittogli per una patologia concomitante provocherà un rialzo della sua glicemia, gli effetti incrociati sono molti e spesso pericolosi». «Spalmare una pomata a base di acido salicilico sul callo di una persona che soffre di piede diabetico può creare un’ulcera», ricorda Ceccarelli. Soprattutto il farmacista può far capire al cliente che il farmaco più potente nelle patologie croniche è lui stesso: la chiave del successo nella terapia del diabete, come di moltissime altre condizioni, è un miglior stile di vita. Proprio perché viene da una persona esperta di farmaci la raccomandazione di non delegare la salute alle medicine è accolta con molto interesse.

… e sulle complicanze.
Per la stessa ragione il Farmacista può cogliere per tempo i primi segni indiretti di una complicanza. Si possono fare esempi banali, la persona che chiede un paio di occhiali nuovi ad esempio forse potrebbe avere un problema alla retina e non solo di miopia.
«Il farmacista può capire senza che il paziente gli dica nulla, può sospettare l’insorgere di una complicanza sulla base delle richieste del paziente» ricorda Massimo Mana, «se il cliente che so essere diabetico mi chiede dei cerotti o qualcosa per una ferita al piede mi può venire il dubbio che si tratti di una ferita che potrebbe degenerare in ulcera, a quel punto posso consigliargli con molta forza di rivolgersi subito a un centro specializzato» nota Ceccarelli, presidente di Federfarma nella provincia di Perugia.

Al centro dei percorsi.
Il farmacista quindi, ha voglia di ‘crescere’ cogliendo appieno l’opportunità offerta dal Decreto legislativo 69/2009 che delinea il progetto di una ‘Farmacia dei Servizi’ o ‘Farmacia di Comunità’ in grado non solo di erogare farmaci ma anche servizi di prevenzione, informazione, assistenza, diagnostica e di prenotazione, in pieno coordinamento con le Asl, «ma per farlo deve cercare una relazione forte con il protagonista dell’assistenza sanitaria sul territorio, il medico di medicina generale», ricorda Ceccarelli.
Se in Umbria, già dal 2009, Federfarma ha stretto accordi con la società scientifica e il ‘sindacato’ dei medici di medicina generale, altrove c’è molta strada da fare. «Attualmente i contatti fra il Farmacista e i Mmg sono sporadici, quelli con gli specialisti, se si escludono inziative meritorie come Farm&dia, sono nulli» lamenta Alfonso Di Stasio, «il paziente si muove attraverso compartimenti stagni improvvisando il suo percorso e rimanendo lui l’unico momento di contatto. La formazione e l’integrazione, l’esistenza di progetti condivisi, è più importante del numero di servizi che la farmacia può offrire. Non è necessario che la farmacia si trasformi in una sorta di poliambulatorio, può anche limitarsi a fare quelle poche, semplici cose che tutte le farmacie possono fare».
Certo, lo Stato deve essere coerente: «noi possiamo fare molto offrendo al cittadino servizi accessibili e un presidio senza eguali per accessibilità e vicinanza, ma per far questo occorrono risorse», ricorda Ceccarelli, «il Farmacista è un professionista, come l’avvocato, il medico o il notaio. Il suo servizio però è remunerato dalla società non come tale, ma attraverso un atto commerciale, la distribuzione di un farmaco. Se un partner, un alleato nella assistenza sul territorio non può essere allo stesso tempo un intermediario da bypassare o una controparte, bisogna decidersi, e i cittadini hanno già deciso» conclude Gianluca Ceccarelli.

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