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LIBERALIZZAZIONI. Liberi Farmacisti: “Quella dei farmaci si può fare”
01/09/2011 – 12:00
“La manovra economica non può essere di soli tagli, ci vogliono anche misure a sostegno della crescita”. E’ la richiesta del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, secondo cui “le liberalizzazioni sono una necessità ineludibile rispetto ad una situazione economica difficile. Per far tornare a correre l’Italia è necessario abbandonare immediatamente qualsiasi situazione protezionistica”. Il MNLF ricorda che la liberalizzazione dei farmaci è una riforma a costo zero per lo Stato poiché non è a carico del S.S.N e che permette di raggiungere nell’immediato 4 obiettivi: risparmio per i cittadini, nuovi investimenti, nuova occupazione e la nascita di nuove aziende e di nuove entrate per lo Stato.
I dati sono ormai noti: la liberalizzazione dei farmaci da banco (Decreto Bersani) e la nascita delle parafarmacie ha prodotto in 5 anni 1,6 miliardi di risparmi per i cittadini, 3.616 nuove aziende e 7470 nuovi posti di lavoro. Liberalizzare anche i farmaci non a carico del S.S.N. potrebbe produrre ulteriori risparmi per 401 milioni l’anno, 3500/4500 nuove aziende, 8/9000 nuovi posti di lavoro e 700 milioni d’investimenti. E la liberalizzazione dei farmaci di fascia C (con obbligo di ricetta, ma non a carico del Sistema Sanitario Nazionale), porterebbe indirettamente ad ulteriori risparmi per la Sanità pubblica calcolati tra i 300 e i 500 milioni l’anno. Senza che nessuna farmacia chiuda (potrebbero subire un’irrisoria perdita di fatturato stimata tra i 150 e i 380 al mese), e con una crescita di concorrenza in uno dei settori più chiusi tra le libere professioni.
I Liberi Farmacisti e le parafarmacie chiedono al Parlamento di approvare una norma che contribuisca alla crescita creando nuove opportunità per i giovani e nuove dinamiche concorrenziali sul fronte del prezzo dei farmaci. “Tutte le argomentazioni opposte a questo progetto sono risultate nel tempo evanescenti e prive di credibilità – conclude il MNLF – finalizzate unicamente a difendere lo status quo attuale. Ora si tratta di verificare se le forze politiche hanno più a cuore gli interessi reali dei cittadini o quelli delle classi elettoralmente protette”.