«Non è la prima volta che l’indagine di Unioncamere riporta che esiste, complessivamente, una certa difficoltà ad assumere farmacisti. È il segno che nelle polemiche sulla necessità di creare posti di lavoro per i giovani farmacisti c’è molto di strumentale e che il settore del farmaco non ha difficoltà ad assorbire le nuove leve». Lo sottolinea il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, commentando l’indagine Excelsior-Unioncamere, secondo la quale su 595mila assunzioni non stagionali previste dalle imprese entro il 2011, quasi 117mila, il 19,7%, riguardano figure professionali di difficile reperimento e tra queste una delle professioni più irreperibili è proprio quella di farmacista. «Peraltro», continua Mandelli «è un dato che viene confermato anche da altre fonti, per esempio l’indagine del Consorzio interuniversitario Almalaurea, che da anni indica il farmacista tra le figure professionali che più rapidamente trovano impiego entro un anno dalla conclusione degli studi». Secondo l’indagine, infatti, a un anno dalla laurea, la condizione occupazionale dei laureati in farmacia è pari al 65,7%, a tre anni dal conseguimento del titolo il tasso di occupazione sale ad 80,7%, dopo cinque anni la quota di occupati raggiunge 89,1%. «Tuttavia la Federazione» conclude il presidente della Fofi «ha anche ben presente che esistono aree del paese in cui la situazione non è così tranquillizzante. Questo è un problema che abbiamo posto in cima alle priorità e alla cui soluzione ci siamo adoperati anche attraverso la ricerca dell’Osservatorio Fofi-Sda Bocconi dedicata ai nuovi sbocchi occupazionali per il laureato in farmacia, sui cui risultati abbiamo coinvolto tanto la Conferenza dei Presidi della Facoltà quanto gli altri attori del mondo del farmaco».