Nel corso della puntata di Porta a Porta, oramai “terza camera” del già problematico Parlamento Italiano, nella serata del 27 Ottobre su raiuno, il Ministro per lo sviluppo economico Paolo Romani si è detto contrario alla liberalizzazione delle farmacie. La puntata, come al solito condotta da Bruno Vespa, era incentrata sulla lettera che Silvio Berlusconi ha inviato all’UE a proposito delle sollecitazioni che questa ha di recente proposto all’Italia; in questo contesto il Ministro Paolo Romani si è prodigato nell’illustrare le soluzioni che il governo pensa di attuare per rispondere alle sfide lanciate dall’Europa. Il Ministro si è detto decisamente contrario alla logica della UE che considera un problema fondamentale, “una palla al piede” dell’Italia, le lobby dei notai, farmacisti, medici… Le mancate liberalizzazioni, secondo l’Europa, rappresentano il vero problema dell’Italia, il nodo che stringe il nostro paese alla gola e che gli impedisce di competere ad armi pari con gli altri mercati. Romani non ci sta, questa logica è troppo accanita secondo il Ministro per lo sviluppo economico. Paolo Romani pone una domanda molto chiara a chi sostiene le teorie della UE: se le norme fossero davvero cambiate, e si cancellassero le attuali, quelle della Pianta organica per intenderci, che garantiscono la presenza di una farmacia in base al numero di abitanti del luogo, cosa si otterebbe? “Ecco che ci sarebbe una corsa ad aprire farmacie nel centro di Milano o di Roma. E in Val Brembana, invece? È questa la liberalizzazione che si vuole? Credo piuttosto che quel che serve oggi al Paese, cioè processi di crescita reale, sia ben altra cosa”.