Nelle farmacie lavori in corso sui nuovi servizi

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Gli screening li fanno le farmacie bolognesi e quelle di qualche provincia lombarda, Milano in testa. Le medicine a domicilio le consegnano a Bologna, Reggio Emilia, Piacenza, Brescia e Arezzo. L’assistenza integrativa (dai prodotti per l’incontinenza a quelli per diabetici, celiaci e nefropatici) la garantiscono più o meno le farmacie di tutta Italia.
Poi c’è il Cup, il centro di prenotazione di visite e analisi nelle strutture del Servizio sanitario nazionale, che è un lusso ancora per pochi ma di cui alcuni godono da anni e anni: è gratuito in Campania e in Calabria; a pagamento in Emilia e in Lombardia. Eccola qui la mappa attuale dei servizi in farmacia.
Obiettivi e situazione
I decreti per la trasformazione di questi esercizi farmacie in presidi sanitari “multiservizi” ci sono e – almeno sulla carta – disegnano la farmacia del futuro e (forse) dei sogni: quella che se hai mal di schiena e devi farti fare un’iniezione non chiami la portiera. Piuttosto scendi in farmacia e trovi l’infermiere (oppure te lo fai mandare a casa) che sa come fare il suo lavoro, magari a prezzi modici. Sulla carta la suggestione c’è (si veda l’infografica e il pezzo a fianco che spiegano l’iter normativo e lo scenario previsto).
La realtà è sceneggiata altrimenti. Se sei in emergenza il farmacista non ti manda via: in genere dà una mano per la medicazione o l’iniezione d’emergenza (meglio della portiera, s’intende). Ma nel farlo rischia di suo perché non gli compete.
E mentre si aspettano regole e accordi c’è già chi è pronto a farsi avanti. Sono società specializzate che si propongono ai farmacisti in funzione di raccolta e trasmissione delle richieste ricevute da parte dei singoli cittadini a chi eroga i servizi.
«Neanche a parlarne: la farmacia non è un call center – puntualizza la presidente Federfarma (il sindacato dei titolari), Annarosa Racca -. La normativa punta a creare un legame forte tra medico di medicina generale e farmacista, favorendo le deospedalizzazioni e potenziando il servizio di assistenza domiciliare oggi spesso carente e costoso per la Pubblica amministrazione».
Niente da fare, dunque.
Cup
E sul fronte Cup, il Centro unico di prenotazione? Per ora l’unico accordo con le farmacie per la copertura totale del territorio lo ha fatto la Lombardia, risparmiando: 2,5 euro a prenotazione effettuata contro i 5 del call center ora dismesso.
In Umbria il servizio Farmacup costa 1,7 euro a operazione ma l’attivazione del servizio è demandata ad accordi stretti dalle singole Asl. La Regione versa 500 euro una tantum a farmacia per l’avvio del sistema e paga 1,5 euro a prenotazione, 2,5 se c’è anche la riscossione del ticket.
A Modena e Sassuolo stessa una tantum, ma il sevizio costa meno: 1,5 euro la prenotazione; 0,25 la riscossione.
A Lucca c’è l’accordo forse più articolato: postazione dedicata, password protette, recepimento totale delle norme fissate dal Garante della privacy. Punto dolente, quest’ultimo per molti Cup di farmacia attivi.
Privacy
«L’Italia dei territori disagiati spesso ancora non dispone di collegamenti internet affidabili», sottolinea Alfredo Orlandi, Presidente del Sunifar (organo dei rurali). Di garantire un locale riservato a chi deve spogliarsi per sottoporsi all’holter, poi, neanche a parlarne.
Di problema in problema, mentre le farmacie di tutta Italia brigano per realizzare i nuovi servizi c’è anche chi alla fine s’è stufato di garantirli.
Battistrada
È il caso dei farmacisti triestini che il Cup lo fanno gratis da dieci anni in via “sperimentale”. Hanno sospeso l’attività per tre giorni a settembre; ora hanno sospeso le prenotazioni per altri dieci giorni. Obiettivo: ottenere la remunerazione di un servizio che nel 2010 li ha portati a gestire oltre il 40% dell’attività di prenotazione provinciale. Il tavolo delle trattative si è spaccato a luglio.
«Stiamo ancora aspettando un incontro con la Asl» spiega Alessandro Fumaneri, presidente di Federfarma Trieste, che per ora ha ottenuto solo una tirata d’orecchio dalla Commissione di garanzia: già a settembre ha invitato le farmacie «a contenere l’azione di sciopero del Cup, benché venga erogato anche da altre strutture, per non penalizzare troppo l’utenza».

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