La tanto discussa pillola abortiva, ha nel mifepristone il suo principio attivo, e l’Univerità della California di San Francisco assieme alla Gallo Clinic di Emeryville sembrano aver dimostrato che lo stesso mifepristone sia efficace nel prevenire le ricadute nelle terapie anti alcolismo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology, ed ha riscosso ovviamente molta curiosità ed attenzione in tutto il mondo. I ratti maschi che sono stati scelti come cavie,
indotti all’alcolismo e alla simulazione, attraverso iniezioni di “Yohimbina”, del forte stress a cui l’ex alcolizzato va incontro con una astinenza forzata, riuscivano a trattenersi dal premere la leva che gli avrenbbe somministrato un “drink” alcolico. La riprova è stata data iniettando direttamente nel amigdala, la parte del cervello che gestisce le emozioni, in particolar modo stress ed ansia, ed i risultati sono stati davvero incoraggianti. La dottoressa Selena Bartlett, ricercatrice della Ernest Gallo Clinic, che ha condotto lo studio, ha dichiarato: “È risaputo che lo stress possa portare a ricadute negli alcolisti in riabilitazione. Fino ad oggi, però, conoscevamo pochi trattamenti che potessero ridurre questo rischio. Ora stiamo lavorando per ottenere finanziamenti che permettano alla sperimentazione di andare avanti. E magari possa portare ad un farmaco specifico che contrasti le ricadute negli alcolisti di sesso maschile”.
indotti all’alcolismo e alla simulazione, attraverso iniezioni di “Yohimbina”, del forte stress a cui l’ex alcolizzato va incontro con una astinenza forzata, riuscivano a trattenersi dal premere la leva che gli avrenbbe somministrato un “drink” alcolico. La riprova è stata data iniettando direttamente nel amigdala, la parte del cervello che gestisce le emozioni, in particolar modo stress ed ansia, ed i risultati sono stati davvero incoraggianti. La dottoressa Selena Bartlett, ricercatrice della Ernest Gallo Clinic, che ha condotto lo studio, ha dichiarato: “È risaputo che lo stress possa portare a ricadute negli alcolisti in riabilitazione. Fino ad oggi, però, conoscevamo pochi trattamenti che potessero ridurre questo rischio. Ora stiamo lavorando per ottenere finanziamenti che permettano alla sperimentazione di andare avanti. E magari possa portare ad un farmaco specifico che contrasti le ricadute negli alcolisti di sesso maschile”.