Nella “facoltà dei veleni” a Catania, oggi riaperta dopo lo scandalo, ci sarebbe stato un depuratore delle acque che, negli anni, è stato smantellato fino a diventare inutilizzabile. La testimonianza di un Responsabile dei Lavoratori per la Sicurezza dell’Ateneo, raccolta dal Movimento Studentesco Catanese che ha indetto, per martedì 15, una conferenza stampa.
La facoltà di Farmacia dell’università di Catania continua a far parlare di sé. Dopo la riapertura della cosiddetta “facoltà dei veleni”, successivamente al sequestro derivato da una duplice inchiesta aperta dalla magistratura, una per disastro ambientale e l’altra per omicidio colposo, si aggiungono nuovi elementi alla vicenda che è ancora molto intricata.
Sembra infatti che l’edificio, nel quale, secondo l’accusa, ci sarebbe stato lo sversamento di residui di laboratorio altamente tossici nel sottosuolo con conseguente inquinamento del sito e una serie di malattie e morti “sospette” tra studenti e ricercatori, fosse dotato in principio di un sistema fognario all’avanguardia, con due condotte separate, una per le acque bianche e una per gli scarichi dei servizi igienici e di laboratorio, e addirittura un depuratore. Un sistema molto avanzato per l’epoca (si parla degli Anni 60) e fiore all’occhiello della struttura.
Ma questo depuratore, negli anni, come si legge sul sito del Movimento Studentesco Catanese che ha intervistato il Responsabile dei Lavoratori per la Sicurezza dell’ateneo catanese, sarebbe stato a poco a poco smantellato fino a essere ridotto totalmente non funzionante.
Lo smantellamento del sistema di depurazione delle acque, secondo il responsabile interpellato dal movimento di studenti , sarebbe stato anche verificato dalla nuova gestione dell’Aps, l’Area Prevenzione e Sicurezza dell’università di Catania.
La facoltà, che adesso è stata riaperta e dove sono tornati a tempo pieno studenti, docenti e ricercatori, sarebbe dovuta essere oggetto di nuovi approfondimenti da parte dei responsabili dei lavoratori per la Sicurezza, così come da richiesta avanzata nel 2009, cioè dopo lo scandalo ma prima della riapertura dell’edificio. Sopralluogo che, però, si legge nel sito del Movimento, non è mai avvenuto in quanto la documentazione presentata all’ateneo non è mai stata firmata.
Per questo stato di insicurezza della struttura il Movimento Studentesco Catanese ha indetto una conferenza stampa, martedì alle 10,30 vicino alla facoltà incriminata, alla Cittadella universitaria, per esporre i dati raccolti, con le testimonianze di un Responsabile Lavoratori per la Sicurezza dell’Ateneo e con Gabriele Centineo, responsabile Sicurezza dei lavoratori della Cgil.