C’è la lista d’attesa per i medicinali: «Arrivi a singhiozzo»

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PAVIA, Il farmacista mostra una scatola con una decina di ricette rosse. «Sono qui da due settimane, ma questi farmaci sono praticamente impossibili da trovare. Arrivano con il contagocce», racconta la dottoressa. La scena si ripete dentro e fuori dal centro, nelle 173 farmacie private della provincia e nelle 15 pubbliche. I clienti sempre più spesso si sentono dire no, il farmaco non c’è. E a dispetto delle quattro consegne giornaliere dei grossisti che percorrono le vie della città con i furgoncini per limitare al minimo i tempi di attesa, molti farmacisti non riescono più a dare indicazioni precise ai clienti per il ritiro delle medicine.

Lo conferma il presidente di Federfarma, Enrico Beltramelli, titolare dell’omonima farmacia di Corso Cavour: «Da mesi alcuni farmaci arrivano una volta sì e una volta no, ho ricette ferme da venti giorni nonostante decine di telefonate. E’ il caso del Blopress, un farmaco per la pressione, il Seroquel, distribuito anche per conto dell’Asl e tuttavia difficile da reperire. Per mesi la Folina (acido folico, lo prendono spesso le donne in gravidanza, ndr) arrivava due pezzi alla volta a fronte di un’ordinazione da 10 scatole al giorno. Ogni ditta ha almeno un paio di prodotti difficili da far arrivare». Nella lista c’è anche un farmaco per la fecondazione assistita che necessita di terapia continua e puntuale. «Su cento prodotti ordinati – spiega il presidente dell’Ordine dei farmacisti Roberto Braschi dietro il bancone della farmacia al Crosione – 40 sono mancanti. Tutti i giorni: farmaci per il dolore cronico o l’epilessia come il Lyrica, difficile trovare l’Amoxicillina, che ormai viene pagata così poco da essere prodotta da una sola azienda». Quando un cliente si presenta con una ricetta, il farmacista si attacca al telefono: «La Farcopa – spiega Beltramelli – ha contatti con fornitori di Milano, Bologna, Torino, Roma. Riusciamo a ricercare anche a Bergamo e Mantova, più lontano si va e più si estende la ricerca, più ci sono possibilità di scovarli». Ma aumentano i litri di gasolio per il trasporto, e non sempre è possibile. «Se i farmaci devono arrivare da Piacenza o da Bologna, si consumano tempo e gasolio», prosegue Braschi.

«Il fatto – spiega il presidente di Federfarma – è che con la liberalizzazione introdotta in Italia, in Italia i prezzi dei farmaci sono tra i più bassi: tanti grossisti europei compravano in Italia farmaci destinati a Francia e Germania per aumentare il loro margine di guadagno. Così le aziende farmaceutiche hanno contingentato i quantitativi destinati all’Italia. E non riuscendo a reperirli, i grossisti rallentano le consegne. In alcuni casi, poi, per avere alcuni farmaci in più occorre mandare un fax motivato all’azienda, tutte cose che rubano tempo».

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