Mario Monti, oltre la “letterina” di Enrico Letta, avrà sicuramente pile di richieste da parte di migliaia di movimenti. Uno tra questi, il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (MNLF) che chiede “di riformare profondamente le professioni, bloccando definitivamente l’azione di ‘zavorra’ esercitata dalle corporazioni a danno del Paese”.
Mario Monti è il nuovo Presidente del Consiglio, e in Italia, certamente, qualcosa cambierà dato che, come osserva anche Reuters India, riportando la battuta di un fumettista, in Italia si passerà “dal Bunga Bunga al Banca Banca” (http://is.gd/Y7E5ue). Il “passaggio” epocale però non sembra essere molto chiaro agli italiani, convinti che la crisi economica sia poco più che “passeggera” e che la catastrofe greca non possa mettere radici nell’inossidabile Bel Paese. Intanto movimenti, organizzazioni e associazioni vanno all’attacco del nuovo premier per cercare di riportare “in agenda” quei provvedimenti “fermati” da Berlusconi e dal suo governo o, semplicemente, ignorati. E’ il caso anche del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (MNLF) che in un comunicato sollecita Monti di “Liberare subito le capacità bloccate dalle corporazioni”. L’MNLF sembra entusiasta di Monti e del suo governo, come sembra di comprendere da una nota stampa: “Il biglietto da visita del nuovo governo presieduto da Mario Monti è decisamente incoraggiante. Il discorso al Senato del premier ha evidenziato come sia necessario offrire maggiori opportunità a donne e giovani attraverso riforme in grado di scardinare le numerose ‘ingessature’ presenti in Italia”, scrive l’MNLF. Ma ovviamente, evidenzia il movimento, “il tempo a disposizione per rilanciare il Paese è poco, bisognerà agire bene e subito” e l’MNLF nota che “tra le priorità che dovrà affrontare il nuovo governo c’è quella di riformare profondamente le professioni, bloccando definitivamente l’azione di ‘zavorra’ esercitata dalle corporazioni a danno del Paese”. Parlare a Monti di “corporazioni”, potrebbe forse pensare qualcuno, potrebbe sembrare un paradosso. Ma l’MNLF esorta il nuovo premier a fare di più: “Togliere le tariffe minime non basta, per liberare le energie sopite da decenni di strapotere monopolistico è necessario eliminare definitivamente il numero chiuso presente in alcune professioni la cui legislazione ha radici nel ventennio fascista. Tra tutte quella dei notai e dei farmacisti”, specificando che “già nel 2003 una indagine sui servizi professionali voluta dalla Commissione Europea aveva indicato nella professione italiana di farmacista quella con il maggior grado di regolamentazione restrittiva. La stessa indagine aveva poi rilevato che là dove le professioni erano meno regolamentate la qualità del servizio reso risultava qualitativamente migliore”. Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti quindi sottolinea: “ecco allora un obiettivo per il nuovo governo: portare vera concorrenza nel settore più protetto in Italia, quello della distribuzione al dettaglio dei farmaci. Un distorto concetto di corporativismo ha finora portato ad intendere il monopolio della distribuzione per la sola farmacia: è necessario invece garantire l’esclusiva della stessa al farmacista in qualità di operatore sanitario e garante per la salute dei cittadini e non più alla sola attività di farmacia, concedendo la possibilità di aprire nuovi esercizi e quindi eliminando lo strumento ‘arcaico’ della pianta organica”.