Ora è ufficiale. Il GPUE, la Associazione europea dei farmacisti, ha formalmente comunicato che si è chiusa l’era delle procedure europee d’infrazione contro la farmacia.
Un’era iniziata addirittura nel 2004, quando la Commissione europea, dopo la denuncia di Celesio, aprì la procedura d’infrazione contro l’Italia e le sue norme che legano la proprietà delle farmacie ai soli farmacisti. Da allora la Commissione non ha fatto altro che aprire procedure d’infrazione contro un numero considerevole di Stati membri, mettendo sotto accusa la Francia, la Germania, l’Austria, la Spagna, di nuovo l’Italia (per il limite di quattro farmacie di proprietà delle società tra farmacisti), la Grecia, il Portogallo, la Bulgaria e Cipro, contestando quando la proprietà, quando il quorum, fino ad arrivare a considerare illegittime le norme che limitano l’integrazione verticale e l’espansione incontrollata delle catene.
Dal 23 Novembre 2011 tutto ciò è definitivamente finito, archiviato dopo le sentenze della Corte di Giustizia, che a più riprese ha chiarito come le norme su proprietà, quorum e divieti di integrazione verticale non sono un portato corporativo, ma hanno, al contrario, una valenza genuinamente sanitaria, che si declina in tutela dei diritti dei pazienti costruita attraverso l’autonomia di giudizio del farmacista titolare di farmacia e dal miglior approvvigionamento possibile del farmaco sul territorio.
Ufficio rapporti internazionali – Mauro Lanzilotto