Genova. L’apertura del mercato alla vendita di farmaci di fascia C, che necessitano la ricetta del medico ma non sono coperti dal servizio sanitario nazionale, rischia di mettere in crisi il sistema-farmacia genovese, impedendo nel contempo agli operatori di settore di fornire un servizio professionale adeguato alla richiesta dei cittadini.
L’allarme è lanciato da Federfarma Genova, l’associazione di categoria che raggruppa le 296 farmacie private della provincia, che si allinea all’alzata di scudi delle associazioni di categoria nazionali per la soppressione o lo stralcio dell’articolo 32 del decreto “Salva Italia” che consentirà la vendita di farmaci a ricetta nelle parafarmacie e nei corner farmaceutici.
“Ricadute negative sono previste sia in quanto al servizio offerto, sia in ambito occupazionale.
Il farmacista è un garante per il paziente. Con questo decreto, invece il suo ruolo viene indebolito in virtù della maggiore commercializzazione di certi farmaci – spiega Giuseppe Castello, presidente di Federfarma Genova – Ciò che assicura il controllo e la professionalità nella catena di distribuzione del farmaco è la rete stessa che funge da controllato e da controllore L’operato delle farmacie sopprattutto nelle attività di farmacovigilanza attiva e di consigli sulle interazioni fra i farmaci è soggetta a severi controlli ministeriali. Non appena un prodotto viene revocato, in tempo reale tutte le farmacie lo tolgono dal commercio”.
L’uscita dei farmaci di fascia C al di fuori della farmacia, unico caso in Europa e nell’ambito dei Paesi sviluppati, comporta l’equiparazione del farmaco ad un normale prodotto soggetto alle leggi di mercato della domanda e dell’offerta, tanto è vero che si accompagna alla liberalizzazione del prezzo. “Ciò non può essere accettato proprio per la natura stessa del prodotto “farmaco” del quale il farmacista è l’ultimo garante prima del consumatore finale” aggiunge il presidente di Federfarma Genova.
“Il personale addetto delle parafarmacie e ai corner farmaceutici non sarebbe tutelato dal contratto nazionale di lavoro applicato ai farmacisti dipendenti delle farmacie private e pubbliche – commenta Castello – Sarà applicato loro il contratto nazionale del commercio. La situazione dei lavoratori andrebbe a peggiorare rispetto all’alternativa di aprire nuove farmacie con una previsione di ampliamento della pianta organica nazionale nelle zone carenti di servizio nel rispetto concettuale della stessa pianta organica e della tutela della professionalità dei lavoratori in esse inquadrate”. Oggi gli addetti delle farmacie a Genova sono 1200. Federfarma ha proposto di aprire nuove farmacie laddove servono, garantendo un servizio al pubblico con la competenza propria del settore nella prospettiva di una crescita occupazionale. Il governo non ha preso in considerazione questa proposta. Con la contrazione nei fatturati, prevedibile con il varo del decreto governativo, alcune piccole realtà che svolgono compiti di presidio di territoriale, rischiano di chiudere per sempre. Difatti, il 9 per cento delle farmacie della provincia sono a rischio chiusura, incapaci di ulteriore indebitamento. “La lotta di Federfarma è anche a tutela del paziente – conclude Castello – Infatti per alimentare il mercato sarebbe bastato liberalizzare il prezzo dei farmaci. Sarebbe scattata la concorrenza interna, senza avere effetti nefasti sul mercato”.
Federfarma Genova aderisce e promuove l’iniziativa “Una firma per salvare la tua farmacia”, la raccolta di sottoscrizioni con cui i farmacisti italiani sperano di evitare che il farmaco con ricetta esca dalla farmacia.
E’ vero, ciò he assicura il controllo e la professionalità nella catena di distribuzione del farmaco è la rete stessa che funge da controllato e da controllore. L’operato delle farmacie sopprattutto nelle attività di farmacovigilanza attiva e di consigli sulle interazioni fra i farmaci è soggetta a severi controlli ministeriali, stessa cosa vale per le parafarmacie. Non appena un prodotto viene revocato, in tempo reale tutte le farmacie lo tolgono dal commercio e lo stesso fanno le parafarmacie. Il circuito in cui si inseriscono le farmacie è lo stesso e identico circuito in cui sono inserite le parafarmacie.
“Il farmacista è un garante per il paziente” e lo è in farmacia e in parafarmacia perchè è un farmacista laureato, abilitato e da questo deriva la sua professionalità non dalle mura in cui esercita la sua professione!
Il contratto dei farmacisti dipendenti al momento è il contratto nazionale del commercio quindi non capisco di cosa sti parlando, questa è informazione distorta! Nel momento in cui davvero venisse applicato un contratto sanitario mi auguro che sarà fatto per tutti i farmacisti visto che sono iscritti tutti allo stesso ordine!!!
Cito testualmente “Infatti per alimentare il mercato sarebbe bastato liberalizzare il prezzo dei farmaci. Sarebbe scattata la concorrenza interna, senza avere effetti nefasti sul mercato” questo è il vero problema di cui si crucciano i titolari di farmacia… la concorrenza!!! Siamo tutti stanchi delle caste, se siete così bravi come dite non avrete conseguenze negative dovute alla liberalizzazione di una piccola parte di un settore che da troppo tempo è in mano alla casta dei soliti noti!!!
Cordialmente
Dott.ssa Rosalia Cannarsa
PhD Farmacologia e tossicologia
Ordine Farmacisti Bologna
Dottoressa si firmi pure come titolare di uan parafarmacia e non come docente