Il grossista si pone come cuscinetto tra industria e farmacia offrendo un supporto concreto, tutti i giorni, per le forniture di quantitativi infinitesimamente piccoli di prodotti, che la farmacia farebbe difficoltà a reperire direttamente alla fonte.
Il partner della porta accanto senza il quale la farmacia non potrebbe raggiungere livelli così alti di affidabilità e di garanzia nell’offrire un buon servizio.
Il rapporto tra farmacia e grossista si fonda sulla base della reciproca fiducia e su presupposti commerciali di comune interesse.
L’interesse principale di una farmacia, così come quello di un grossista, è quello di stringere un accordo commerciale che riguardi la maggior parte del fatturato generato della farmacia.
Non tutte le ciambelle escono col buco e si sa, ognuno ottimizza il business a proprio favore, operando sul mercato con modalità più o meno corrette.
Nello stipulare un accordo commerciale si valutano svariati aspetti, tra i quali, alcuni fondamentali come scontistica e la dilazione di pagamento, senza escludere qualità dell’allestimento, tempistica di consegna, politica dei resi, politica di gestione degli insoluti e servizi a valore aggiunto offerti alla farmacia.
Ci soffermeremo sulla valutazione della effettiva applicazione dello sconto praticato dal grossista.
Lo sconto, o margine, differentemente dal ricarico, è quella parte del prezzo al pubblico che il farmacista utilizza come indicatore per capire se un prezzo di acquisto è più o meno vantaggioso.