Son passate le feste natalizie, il 2011 è archiviato, e sembra che, come per riprendersi da un’eccesso alcolico, si guardi all’ultima fase dell’anno appena trascorso con molta più lucidità e con un briciolo di imbarazzo per le paure ingiustificate che ci hanno attanagliato. La grande rivoluzione promessa dal governo Monti sembra scongiurata o fallita, dipende da come la si vede, fatto sta che, tolta qualche frase, eliminata qualche riga, specificato qualche parametro, il Parlamento ha reso le liberalizzazioni tanto sbandierate, come dei fantasmi sbiaditi di un tempo lontano, che in realtà non è mai stato attuale. Incredibile? Manifestazioni, insulti, guerra, tanto baccano e poi non cambia nulla o quasi? Andiamo a vedere: i farmaci con l’obbligo di ricetta si continueranno a vendere esclusivamente nelle farmacie; i supermercati e le farmacie potranno vendere farmaci di fascia C non rimborsabili, solo quelli senza ricetta; il tutto vale soltanto per i comuni al di sopra dei 12.500 abitanti; le farmacie potranno fare sconti anche su medicinali con l’obbligo di ricetta medica; entro 120 giorni dall’approvazione, il Ministero della salute dovrà aggiornare la lista dei farmaci con obbligo di ricetta che non potranno essere liberalizzati; il fatto stesso che il Parlamento, su suggerimento dell’Aifa, abbia delegato al Ministero della salute il compito di formulare la lista, fa capire che, probabilmente, l’intenzione è quella di cambiare tutto per non cambiare nulla. Non sappiamo dire cosa sia giusto o meno, ma per ora, la grande rivoluzione sembra rimandata.