In Piemonte nasce Farmauniti: un esempio da esportare?


Dal primo Gennaio 2012, in Piemonte, le tre più grandi cooperative di farmacisti, Farmacia Più, Farmacuore e Farmagruppo, si sono unite in un unico gruppo che, solidamente, si attesta ad essere la più grande cooperativa di farmacisti nel nostro paese. Costituita da oltre ottocento farmacie dislocate in tutto il territorio piemontese, Farmauniti, questo il nome prescelto per la grande cooperativa, si prepone di diventare una vera e propria potenza in grado di garantire servizi migliori, prezzi più competitivi ed una risposta efficace in un periodo di grossi cambiamenti. Farmauniti avrà un ruolo decisivo e di predominanza sopratutto nell’effettuare gli acquisti per tutte le farmacie iscritte, fornendo così ai propri associati, dei prodotti, in particolare quelli da banco e quelli senza obbligo di ricetta, a costi decisamente inferiori e competitivi. Il progetto che ha nel dna l’idea di rimanere una forza leader in Italia, vede tra i suoi venti fondatori firmatari notissime farmacie di tutto il territorio piemontese che fin da subito hanno creduto in questa iniziativa. Qualche voce perplessa si alza, domandando se poi questo colosso, contratterà privatamente la convenzione per i propri associati, e se eventualmente, questa contrattazione sarebbe legittima. In tutta Italia si guarda con attenzione a Farmauniti e le scuole di pensiero fondamentali, nel giudizio della nascita del colosso, sembrano essere due: quella, sostenuta da alcuni, che vorrebbe esportare l’esempio piemontese, e ci tiene a far notare  come l’unione faccia la forza, ed una seconda teoria contrapposta, portata avanti da altri che, pessimisticamente e sardonicamente, sono certi che l’unione, più che altro, farà il cartello.

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