Liberalizzazioni: il punto della situazione

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E’ difficile fare il punto della tanto sventolata “missione: liberalizzazioni” del nuovo Governo Monti. Per ora ci sono tante parole, tanti pro, altrettanti contro, affermazioni, ritrattazioni… un gran caos insomma. Di certo, a quel che dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, tutti i dubbi saranno fugati entro il 20 Gennaio. Pare ci sarà una riunione del Consiglio dei Ministri ad Hoc, per le liberalizzazioni: prima farmacisti e notai, poi toccherà ai benzinai, alla Rai e alle ferrovie, e poi chissà chi altro. Intanto, giornalisti come Vittorio Feltri, si domandano come sia possibile che ogni volta le liberalizzazioni comincino sempre da tassisti, farmacisti ed edicolanti; quasi fossero la quintessenza del male. Spesso ci si dimentica che anche Bersani, con il suo Presidente del Consiglio Prodi, iniziarono una campagna di liberalizzazioni e indovinate da chi cominciarono? Già, dai tassisti. Poi nel mirino c’erano già farmacisti ed edicolanti, ma la manovra venne sventata dalla paura della perdita del consenso di un Governo debolissimo come fu quello Prodi. Non c’è soluzione, pare proprio che i farmacisti, assieme a tassisti ed edicolanti, siano nel mirino da anni. Vittorio Feltri ironizza, come suo solito, sulle colonne del Giornale: “…O, meglio, apprendi solo che i primi in lista per essere colpiti dai proiettili liberalizzatori sono i tassisti, gli edicolanti e i farmacisti. Tre categorie che devono avere la coscienza sporca e il portafogli stracolmo di banconote. Questa almeno e’ l`idea che ti fai, visto l`accanimento di cui esse sono fatte oggetto. Le vogliono annientare. Ridurre in miseria…” E prosegue: “Massì, disintegriamo questa genia di farabutti. E avanti lancia in resta: infilziamoli. Roba da matti. Anche nel Pdl si e’ fatta largo l`opinione che farmacie, vetture di piazza e chioschi tappezzati di lurida stampa siano centri di potere immondo. E al grido di ‘liberalizziamoli’ ci si accinge ad espropriarli. Bravi professori. Non toccate gli ordini professionali. Non le assicurazioni che fanno cartello e fottono i cittadini. Gli impianti idrici? Giu’ le mani. Il referendum li ha resi sacri e inviolabili. Siamo alla commedia dell`assurdo. Nel mirino ci sono sempre i soliti.” Intanto, è chiaro che il governo procederà con l’arma del decreto legge, poichè l’iter di una proposta di legge sarebbe troppo lungo, e si assicura che saranno ascoltati tutti i partiti. Nel pacchetto ci sarà anche una deregolamentazione dell’acqua, seppure poco tempo fa ci sia stato un referendum in merito, ma Catricalà assicura:  “pensiamo di fare modifiche che non vadano contro il risultato referendario ma non vogliamo che sia un escamotage per aggirare la scelta degli italiani”. Gli unici che potranno difendersi direttamente in Parlamento, sono gli avvocati, vista la larga presenza di rappresentanti dell’ordine sui seggi di Camera e Senato, invece, per edicolanti, farmacisti, commercianti, tassisti e benzinai, pare che la piazza sarà l’unico palcoscenico possibile per ascoltare le loro ragioni. Vedremo.

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