Intervista ad una Giovane Titolare: Giovanna Tartaglione

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Giovanna lei che studi ha fatto?

Io mi sono diplomata al liceo classico poi mi sono laureata in farmacia, alla Federico II di Napoli, ho fatto tutto molto in fretta.

A 27 anni è già titolare di una farmacia, direi che ne ha avuta davvero molta.

Fondamentalmente ho sempre voluto fare la farmacista, mio padre era laureato in medicina, medico odontoiatra, ed involontariamente mi ha trasmesso lui la passione per questo lavoro. Quindi sapevo cosa volevo fare fin da giovanissima, e grazie alla mia famiglia l’ho fatto.

La sua farmacia, l’ha ereditata dalla famiglia o ha acquistato l’attività?

L’ho acquistata. Sette mesi fa.

Complimenti e auguri.

Grazie. L’acquisto l’ho fatto al termine di un percorso di due anni di tirocinio all’interno della farmacia con l’ex titolare. Poi dopo essermi ben inserita, sette mesi fa abbiamo fatto il passaggio di titolarità.

Lei, giovanissima, apre un’attività di farmacia, in Italia, è in leggera controtendenza non crede?

Essere titolare a 27 anni è difficile in questo periodo, un periodo di forti cambiamenti. E’ necessario credere nell’attività e rimboccarsi continuamente le maniche, cogliere le opportunità, senza perdere di vista il proprio ruolo, la dignità ad esso connessa, non lasciandosi trascinare in un’attività da semplice commerciante. Per me questa professione rappresenta un traguardo raggiunto, dopo un percorso in salita, ma sono ambiziosa e ho sempre fatto squadra con la mia famiglia. Questa attività è anche il sogno di tutta la mia famiglia e senza di loro non avrei mai raggiunto questo traguardo.

Cosa può dire in merito alle condizioni dei giovani imprenditori del nostro paese?

Credo che questo non sia un buon momento per i giovani imprenditori, non è facile, almeno che non si abbia un sostegno importante alle spalle. Non ci sono agevolazioni davvero efficaci, e nella mia attività nello specifico, il mondo ci sta cambiando sotto i piedi, giorno per giorno, e nessuno ci sostiene. Ci vuole davvero coraggio, ambizione e un pizzico di follia.

Come è riuscita ad iniziare la sua attività a livello finanziario?

Sicuramente non con contributi o agevolazioni di nessun tipo. Il mio è un percorso nato anni fa in famiglia, è un’attività di cui ho sempre sentito parlare a tavola fin da piccola, sono cresciuta sognando la mia farmacia. Come già detto questa attività è un obiettivo raggiunto non solo per me, ma anche per tutta la mia famiglia.

Quale è stata la prima cosa che le ha fatto esclamare: “Oddio che cosa ho fatto!” ?

All’inizio ci sono stati molti momenti di panico, perchè in fondo non è un mondo facile quello della farmacia. Tre anni fa, dopo essermi laureata, iniziai il tirocinio in farmacia e credo che il primo contatto con il cliente fu per me sconvolgente. I clienti non si fidavano, volevano un maschio e possibilmente anziano, sicuramente non giovane. C’è molta sfiducia verso i giovani. E’ stato davvero scoraggiante. Invece come titolare, la cosa veramente sconvolgente è stata capire che le mie conoscenze farmacologiche non erano sufficienti, bisognava anche occuparsi di marketing, di rapporti con i fornitori… All’inizio questo mi ha spaventato ora invece mi stimola moltissimo.

Quale è stata la prima cosa che l’ha invece incoraggiata ad andare avanti?

Il mio commercialista. Ho un ottimo rapporto con il mio commercialista, mi fido di lui ciecamente. E vi assicuro che quando mi ha detto che il fatturato era in aumento, che mi ha mostrato come la clientela rispondeva, mi sono sentita straordinariamente felice. In più in negozio vedevo che la clientela si fidava, che si creava un rapporto affettuoso, certo è un percorso da incoraggiare, giorno per giorno, anche adesso, ma quando vedi che si instaura un rapporto piacevole con i clienti, un rapporto di fiducia e stima reciproca, ti rendi conto che le cose stanno andando per il verso giusto, e questo ti carica di energia.

Ha dei collaboratori nella sua farmacia?

La mia attività è fondata sui miei 4 collaboratori. Anche loro li ho ereditati dalla passata gestione, sono tre magazzinieri ed un farmacista ed all’inizio il rapporto è stato molto difficile e teso. Loro erano vent’anni che si occupavano di quella farmacia ed io novizia subentravo all’autorità del loro vecchio titolare. Ci misi tempo per acquistare il loro rispetto e la loro stima, ma ci sono riuscita. Ora abbiamo uno splendido rapporto, fondato sulla stima reciproca. Mi fido ciecamente dei miei collaboratori.

Lei arriva nel mondo della farmacia proprio quando questa sta affrontando un cambiamento epocale: si parla di liberalizzazione, di medicinali venduti su intenet, di farmaci nei supermercati. Come vive questo cambiamento nella sua quotidianità?

Momentaneamente non ci penso, se dovessi pensarci perderei tutti gli stimoli. Penso che demolire tutte le regole che esistono da tempo, e che finora hanno consentito un buon funzionamento del sistema farmaceutico italiano, non sia una grande idea. Personalmente io tremo all’idea di questi cambiamenti, non è facile vivere sapendo che il giorno dopo potrebbe crollare tutto, e aver tanto lavorato per nulla. Non credo che demolendo le regole esistenti ne trarrebbe vantaggio qualcuno, nemmeno il cliente che avrebbe prezzi più bassi, ma molta meno competenza. Sarebbe un caos. Io credo che il vecchio sistema sia, alla fine dei conti, il migliore. Per tutti.

La farmacia comunque si rinnova con internet e con le strategie di marketing, giusto?

Io utilizzo moltissimo internet: mi informo su internet sia sul mio lavoro che a livello generale, comunico con i clienti a casa, seguo le ultime novità e le discussioni sul mondo della farmacia che cambia… Credo davvero che internet e la tecnologia rappresentino un enorme vantaggio se usati correttamente. Per il marketing invece direi che è importante avere buoni rapporti con gli ospedali, con i grossisti, con le istituzioni, e proporre sempre prodotti di ultima generazione.

Il lavoro da imprenditrice, in un’attività come quella della farmacia riempie le giornate, come riesce a conciliare le esigenze lavorative, i corsi di aggiornamento e quant’altro con una normale vita sociale?

All’inizio ho avuto tre mesi di “vita sociale: zero”, c’erano altre esigenze, molte responsabilità e la tensione che una nuova attività provoca. Da ventisettenne mi sono trovata in mezzo a pagamenti, fornitori, clienti da gestire… Non c’era tempo per altro. Ora va bene, io ho le mie dieci ore lavorative ed uno spazio per la vita sociale si crea sempre, diciamo che ho preso le misure. Se prima uscivo quattro volte a settimana con gli amici, ora esco solo due volte, ma non la vivo come una privazione poichè trovo il mio lavoro gratificante e stimolante e quando la sera rientro a casa, sono felice ed orgogliosa. Adesso sono sola nella gestione della farmacia, ma presto mio fratello mi raggiungerà appena avrà finito l’università e sono certa che in due gestiremo meglio e avremo anche più spazi per la vita sociale, anche se non è mai stato un problema.

I clienti sono vari, si sa, ma se dovesse scegliere una parola per descrivere il suo rapporto con i clienti quale sceglierebbe?

Fiducia. Si gioca tutto sulla fiducia. Con un consiglio appropriato o con uno sconticino sull’integratore o sul cosmetico, si può instaurare un rapporto con il cliente, conquistare lentamente la sua fiducia e sperare di risultargli simpatico. Purtroppo la simpatia ha un ruolo determinante nella mente del cliente, se gliela ispiri è fatta, altrimenti cambia farmacia. Ho riscontrato che la giovinezza, il fatto di essere una ragazza di 27 anni, spesso costituisce un problema, ma alla fine, dopo sette mesi, mi direi soddisfatta del mio rapporto con i clienti.

Cosa non sopporta più dei clienti?

Una cosa sola: non capiscono che sui farmaci non esiste lo sconto. E’ semplice no? Non sono io la perfida, non esiste lo sconto purtroppo. Ed è difficile farlo capire alle persone sopratutto quando ci si scontra con realtà delicate, con persone malate, alcune nervose, stressate.

In che occasione si è sentita davvero importante per i clienti?

Spesso mi sono trovata con clienti che avevano bisogno di farmaci particolari, per malattie importanti, ed io ho cercato di dare la massima disponibilità. Ci sono medicinali che arrivano dall’asl in tempi lunghissimi ed io ho cercato di fare di tutto per agevolare i clienti. Devo dire che è stata una sopresa vedere il ringraziamento molto forte della clientela. Ad esempio una cliente, che un pomeriggio compare sorridente sulla porta, carica di pesche, mi dice che le ha raccolte nel suo orto e me le dona. Non ero abituata a tutto ciò. Mi ha dato una gioia enorme.

Una storia buffa, avvenuta in farmacia?

Tantissime. Sceglierne una è difficile, ma ci provo. Un giorno ho dato una scatola di compresse ad un cliente ed il giorno dopo lo vedo tornare arrabbiatissimo, rosso in volto, che mi sventola la confezione in faccia, accusandomi di aver sbagliato farmaco. Io, dapprima, rimango di sasso, poichè può succedere di fare confusione, per mille ragioni. Mi prendo tutte le colpe, ma poi ascoltando il racconto del cliente comincio a capire: mi dice che lui ha provato a inserire quelle supposte, ma non c’è riuscito. Mi mima la posizione in cui si è dovuto mettere per farsi aiutare ad inserirle da suo nipote, e mi assicura che nemmeno suo nipote è riusciuto ad inserirle. A quel punto, mentre non potevo più trattenere le risa, i miei collaboratori che scappavano a ridere nel retro, gli ho semplicemente detto: “Mi dispiace ma non sono supposte, sono compresse, vanno inghiottite.” Ne rimase sorpreso.

25 COMMENTS

  1. Lo sconto sui farmaci da banco è una realtà da ormai 6 anni e lo sconto sui farmaci di fascia C è stato reso possibile dal decreto salva Italia, è possibile fare sconti su detti farmaci dal 28 dicembre.

  2. Complimenti alla Dott.ssa Tartaglione. A 27 anni già essere titolare è una bellissima conquista.
    Non so quanto le è costato il titolo ma due conti in più me li sarei fatti.
    Il titolo con le ASL che non pagano, con le liberalizzazioni e con l’apertura prossima di circa 3000 farmacie credo si sia svalutato del 50%.
    Quindi, il vero affare l’ha fatto chi ha venduto al doppio (o il doppio e mezzo) del fatturato. Credo che il farmacista titolare precedente ora sia in vacanza alle Maldive con tante grazie alla giovane farmacista.
    Cmq complimenti e buon lavoro alla Dott.ssa Tartaglione.

    • Un unico appunto: se ti riferisci al concorsone,3000 farmacie non si apriranno mai. A meno che non si abolisca definitivamente la pianta organica e ci sia libera apertura.

  3. che bello, ad avercelo anche io un papino che abbia la possibilità di regalarmi un giocattolino da svariati milioni di euro; basta all’ereditarietà della farmacia

  4. La dottoressa titolare di una farmacia a 27 anni, non direi che si e’ fatta da soka ma ma nata nel terreno fertile delle caste. Un po’ di contegno a raccontare i fatti.

  5. e sai che bravura a comprarla!!! Cmq non ha fatto un affare, per niente!! poi troppo giovane, ci vuole la gavetta prima, almeno 10 anni e poi si acquista! auguri,ne avrà bisogno.

  6. brutta cosa l’invidia … intorno a noi ci sono e ci saranno sempre persone con più denaro di noi ed altri con meno ed è perfettamente normale, purchè il denaro sia stato guadagnato onestamente come sono certo sia il caso del padre di questa giovane collega. Ci sono padri che comprano le case ai figli e figli che si fanno aiutare dai genitori nell’avviare la propria attività … che in questo caso è una farmacia ma poteva essere un ristorante un bar un negozio o qualsiasi altra cosa. Non invidiate le possibilità di chi ha di più ma usate le vostre per fare del vostro meglio. Se suo padre fosse stato Agnelli le avrebbe regalato la Fiat senza che nessuno si scandalizzasse.

    • Concordo….sono per le liberalizzazioni da sempre , ma per una volta che c’è una giovane collega che si lancia…..tutti a farle le pulci…esisterà sempre chi ha meno e chi ha più …anche con la farmacia non convenzionata chi ha più potrebbe fare maggiori investimenti e altri nemmeno prendere il bancone.Questa invidia diffusa da un alto e dall’altro mi fa capire che il Paese resta fondamentalmente meschino.Dall’altro alto della barricata dottoressa un sincero augurio d buon lavoro!!!

  7. ma lo volete capire il concetto che “ci si deve fare da soli?” farsi comprare una farmacia da papà non credo che sia un “buttarsi nell’impresa” ma uno starsene comodi comodi a fare un lavoro sempre garantito nonostante tutto… ammiro chi veramente ce la fa da solo, prendendosi le sue responsabilità, ma cosi assolutamente non vedo dove sia la bravura.

  8. Jaber in Israele e/o territori palestinesi c’è il numero chiuso per le farmacie?in Israele credo proprio di no….certo i soldi ci vogliono lo stesso, ma non credo 2-3 milioni di euro come qui….

  9. maria il numero non e’ chiuso ne in palestina ne israele.. poi con 2-3 milione di euro poi aprire piu di diece farmacie.. il paese e’ piccolo cose anche le citta’ e il guadagno totale delle farmacie molto piu basso rispetto alle farmacie in italia… il problema piu grosso e’ la presenza di rete di farmacie grossa che nn lascia spazio per quelle private

  10. mai più sbagliato investimento!!! soldi buttati al vento. se non esistessero i polli, non esisterebbero le volpi. auguri.

  11. NON ESISTONO SCONTI SUI FARMACI?!?!?!? BUAHAHAHAHAHAH P.S. ALL’INIZIO SEMBRAVA UN NEGOZIO DI GIOCATTOLI! N.B. ORRENDO IL CAMICE A MANICHE CORTE!

  12. Tanto di cappello alla Dr.ssa ed in bocca al lupo per il suo futuro.
    Però quando sostiene …..io credo che il vecchio sistema sia, alla fine dei conti, il migliore. Per tutti…. purtroppo manifesta già una visione da “vecchia” titolare di farmacia.

  13. Andrea, la farmacia o si compra o si sposa….allora ripeti con me: ma quant’è carina la dottoressina e sexi così con le manichine corte….Su avanti ripeti senno’ rimani sempre così.
    L’unico appunto stupido io, che dopo sedici anni a lavorare al banco di farmacie di mezza Italia, di cui la meta’ passate a fare turni di notte, alla fine si scopre che ne bastavano due e senza neanche fare notturni.
    Che dire: brava dottoressa, da titolare si ricordi che esistono colleghi meno fortunati o forse meno capaci(a seconda dei punti di vista di chi sproloquia) che comunque hanno bisogno di solidarieta’ e di non di essere sempre lasciati all’angolo come vogliono FederFOFI ed la maggioranza dei suoi colleghi titolari. Magari una mente piu’ giovane e meno incartapecorita riesce ad essere piu elastica e comprendere il malessere. Un saluto

  14. Complimenti alla giovane titolare e magari un ringraziamento particolare al papà che ha sponsorizzato! Qui non si tratta di invidia… Se i soldi li avevano, han fatto bene a investirli nel futuro della figlia, ma sinceramente penso che un po’ di gavetta e qualche anno in più di esperienza (magari in farmacie diverse) le avrebbe solo consentito di ampliare la sua visione della realtà. Quindi son contenta per lei, ma non ne facciamo un’eroina ( ha fatto tutto molto in fretta?) o una vittima sacrificale ( non ha avuto contributi o agevolazioni finanziarie? Ha rinunciato alla vita sociale x 3 mesi?). Innanzitutto diplomarsi prima e laurearsi poi nei tempi giusti mi sembra il minimo quando sei a casa con mamma e papà che ti mantengono, lo abbiamo fatto in tanti! E poi dottoressa Giovanna pensiamo a chi veramente una farmacia se la e’ guadagnata con un concorso, superando una prova d’esame seria ( non come quest’ultima presa in giro del concorso straordinario) e poi non ha potuto aprirla xche’ veramente non ha ottenuto contributi o agevolazioni o si è visto assegnare una cosiddetta ” farmacia nel deserto”! Forse in questa lunga intervista mancava un po’ di umiltà e il riconoscimento di essere cmq una persona con una bella dose di fortuna…Il “vecchio sistema”, che secondo lei resta il migliore, e’ in realtà quello che consente solo a chi ha i soldi di poter diventare titolare e nulla ha da spartire con la meritocrazia! Come al solito… la casta vuole mantenere i propri privilegi e con le sue affermazioni mi pare che lei sia già entrata benissimo nella parte!

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