Lettera aperta a Zucconi direttore della Repubblica.it dal Dott. Stefano Italiano

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Il Giorno 19/01/2011 il Direttore di Repubblica.it ha pubblicato questo post a cui il Dott. Stefano Italiano Segretario di Federfarma Benevento ha voluto rispondere.

Per completezza riportiamo il testo dell’articolo tratto da Repubblica.it
Sul fatto che tutte le categorie abbiano il diritto di difendere i propri interessi anche se e quando non corrispondono agli interessi dei cittadini di altre categoria non ci piove. Ma quello che la difesa non ha diritto di fare è diffondere falsità e dati ansiogeni a un pubblico particolarmente vulnerabile come i pazienti che vanno a comperare medicinali. Sulle bacheche delle farmacia romane (chiuse) tra le quali vago alla ricerca di una aperta, leggo oggi un annuncio ufficiale fatto dall’ufficio stampa di Federfarma Lazio. Racconta di come 100 mila americani muoiano ogni anno per “ADR”, reazioni avverse di varia natura ai farmaci, secondo il Jama (Journal of The American M
edical Association, noi diremmo “l’Ordine”). E’ vero, ma il comunicato trascura un piccolo dettaglio: questi 100 mila indicati dall’articolo MUOIONO IN OSPEDALE. Altre inchieste ufficiali sempre della Ama e di varie università confermano che sono circa 50 mila le vittime di effetti avversi da medicinali regolarmente acquistati in farmacie dietro ricetta, per errore del medico, del farmacista o del paziente, nell’assunzione del prodotto. La liberalizzazione della vendita dei farmaci da banco e quelli da ricetta di fascia C non c’entra un beatissimo accidente con quella cifra sparata dalla Federfarma (anche perché sarebbe comunque un farmacista a controllare ricette anche nei supermercati, come avviene negli Usa). Difendete i vostri interessi, amici farmacisti, ma non affidatevi a propaganda così grossolana e così da tabloide per spaventare i pazienti. Togliete almeno quel comunicato dalle vostre bacheche.

LETTERA APERTA AL DIRETTORE DI REPUBBLICA.IT

Egr. dott. Zucconi,
sono anni che il suo giornale, sia l’edizione cartacea che quella on-line, riserva alla mia categoria un trattamento che, sinceramente, ritengo inspiegabile. A meno di ritenere che si tratti di malafede o malcelato zelo nei confronti dell’area politica di riferimento (PD o sarebbe meglio dire Bersani – COOP).

Non volendo credere a nessuna delle due maliziose ipotesi mi chiedo: è davvero sfortunato il direttore di ” Repubblica.it” che, non trovando la farmacia di turno, ci racconta di come noialtri, privilegiati lobbisti, si faccia disinformazione terroristica, tramite bacheche di farmacie tutte chiuse, per portare acqua al decadente e medioevale mulino farmaceutico? Lo immagino desolato e ramingo in cerca di una farmacia aperta. E con lui chissà quanti altri redattori e collaboratori.
Non la pensano così gli Italiani che, come rivela un rapporto del Cfmt del 2010, mettono la Farmacia al primo posto nella classifica che premia la qualità del servizio. Lo sa bene la redazione di “Repubblica.it” che, riprendendo la notizia, titolò: Italiani soddisfatti dai supermercati -promossi anche cinema e farmacie.
Come scrivere, all’indomani della vittoria dell’Inter nella Champion,s 2009-10 : Grande cavalcata del Bayern – si comportano bene anche i ragazzi dell’Inter!
L’utente medio del Bar Sport avrebbe pensato : questi, non stanno bene!
E invece, state benissimo e continuate l’attacco che stilla, goccia a goccia, veleno ed inesattezze.
Questo livore sordo, antroposofico sfocia in articoli “meschinetti”, spesso malscritti che mi hanno veramente stancato.
Non so se parlando di una categoria di professionisti che, guadagnano come o meno di tanti altri, che pagano la tasse mediamente molto più degli altri (almeno questo è certo visto che siamo i secondi contribuenti d’Italia – fonte Ag. Entrate), che prestano un servizio diurno, notturno e festivo unico al mondo per qualità e quantità (con buona pace del peregrino Zucconi), che garantiscono con i propri soldi l’assistenza in molte Regioni in dissesto, che non possono neanche rivalersi, grazie all’impignorabilità decretata da una manovra finanziaria, nei confronti delle suddette Regioni (le quali,peraltro continuano a gettare i soldi pubblici nel gabinetto quando non ne consentono un uso che diviene poi oggetto di indagine da parte della Magistratura), che hanno una enorme capacità di ascolto e di prima assistenza farmacologica nei confronti dell’utenza, sia giusto sottolinearne sempre e solo difetti e limiti. Le istanze degli altri sono nobili e giuste, le nostre, invece, insano e obsoleto tentativo antistorico di conservare odiosi privilegi.
Egr. dott. Zucconi, mi piacerebbe che le questioni che riguardano la mia professione (e la mia vita), venissero trattate con più attenzione e rispetto.

distinti saluti
dott. Stefano Italiano (segr. Federfarma BN)

1 COMMENT

  1. Probabilmente Zucconi sta bene in salute non gli e’ mai capitato di entrare in farmacia. Che campasse cento anni allora!

    Tutti i giornalisti dovrebbero cominciare a studiare bene il settore e solo da quel momento in poi scrivere.

    Purtroppo ci sono giornalisti che vanno per mode. Oggi parlano di stupri, di cani che mordono il padrone, domani parlano degli sbarchi, dopodomani delle farmacie, insomma, esiste una ‘moda’ dell’informazione.

    La vera crisi italiana è questa. Ovvero avere l’informazione nelle mani di incompetenti

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