Federfarma: Sciopero il primo febbraio Faremo verificare legittimità costituzionale

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Al termine dell’Assemblea nazionale straordinaria è stato proclamato lo stato di agitazione sindacale della categoria se non sarà accolta la richiesta di un confronto tra rappresentanti di categoria e governo. Palazzo Chigi precisa: “Vendita farmaci fascia C non è stata ogetto di deliberazione da parte del Cdm”

Farmacie verso lo sciopero il prossimo 1 febbraio. L’Assemblea nazionale straordinaria di Federfarma che si è riunita ieri e oggi ha infatti “preso atto che le misure concernenti il servizio farmaceutico inserite nel provvedimento del governo in materia di liberalizzazioni provocheranno il deterioramento della qualità del servizio offerto, fino al collasso del sistema, proclama lo stato di agitazione sindacale della categoria”. Per questo ha dato mandato al Consiglio di presidenza di “effettuare urgentemente un incontro con i capigruppo parlamentari e con i rappresentanti di governo e Regioni, perché si ascoltino le ragioni della categoria” e di “programmare giornate di sciopero, la prima per il giorno 1 febbraio, e altre in data da definirsi, in assenza di esiti positivi del confronto”.

Le giornate di chiusura saranno precedute da assemblee provinciali, “per fornire una corretta informazione alla base sociale sulla decisione odierna, assicurare l’adesione compatta alle forme di lotta e contribuire alla comunicazione”. Ci saranno poi “opportuni approfondimenti legali, per verificare gli estremi di impugnazione sotto il profilo della legittimità costituzionale”. Tutte le iniziative, spiegano i farmacisti, “saranno accompagnate con un’opportuna informazione che spieghi ai cittadini i motivi della protesta a tutela del servizio e non del profitto e programmare manifestazioni pubbliche”. Se poi la protesta non avrà effetti le farmacie si riconvocheranno “per valutare l’adozione di ulteriori iniziative sindacali”.

“Abbiamo ipotizzato uno sciopero delle farmacie il primo febbraio se il Parlamento non modidificherà il testo del decreto sulle liberalizzazioni”, spiega il presidente di Federfarma, Anna Rosa Racca. ”Noi abbiamo sempre detto che siamo disponibili a un confronto, al momento negato, e abbiamo più volte dichiarato che siamo favorevoli a nuove aperture pari a circa il 10% del totale delle farmacie esistenti – prosegue Racca – ma con questo decreto si potranno aprire alla fine 7mila farmacie, con il conseguente impoverimento di tutto il servizio a danno dei cittadini”.   In tal senso Federfarma ”chiede un incontro urgente” con i rappresentanti parlamentari affinché siano introdotte modifiche al provvedimento. Altrimenti, conclude Racca, ”seppur nel pieno rispetto della legalità e senza danneggiare i cittadini, che sono il nostro punto di riferimento,”saremo costretti a forme estreme di protesta”.

Preavviso di 10 giorni. In caso di astensione collettiva delle farmacie private, dovrà essere rispettato un termine legale minino di preavviso non inferiore a 10 giorni. È quanto prevede la Commissione di Garanzia dell’Attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, in base alla quale l’astensione all’inizio di ogni vertenza non potrà superare la durata di una giornata, mentre per la proclamazione della successiva giornata dovrà essere assicurato un intervallo minimo non inferiore ai setti giorni. Le farmacie, anche in caso di astensione collettiva, sono tenute ad assicurare l’apertura ed il normale funzionamento degli esercizi di turno, in conformità a quanto stabilito dai relativi provvedimenti locali.

Farmaci fascia C, precisazione di Palazzo Chigi.
 Intanto, attraverso una nota, Palazzo Chigi ha precisato che la vendita dei farmaci di fascia C non è stata ogetto di deliberazione da parte del Cdm. “Per mero errore materiale – si legge nella nota – nel Comunicato stampa relativo ai lavori del Consiglio dei ministri di ieri è comparso un riferimento alla vendita dei farmaci di fascia C che viceversa non ha formato oggetto di deliberazione da parte del Consiglio dei ministri”.

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