Achille, tu sei un giovane proprietario di farmacia a Napoli, un soggetto straordinariamente interessante per un intervista; che studi hai fatto?
Mi sono diplomato al liceo classico a Casoria, successivamente ho conseguito la laurea in farmacia presso l’Università Federico II di Napoli.
Uscito dall’Università hai subito aperto una farmacia?
No: ho fatto cinque anni di tirocinio pratico-professionale presso una farmacia di Casoria e, solo dopo, ho aperto la mia farmacia.
L’attività di farmacista è sempre stata nei tuoi sogni fin da bambino, o è stata una scelta più adulta?
La mia è una famiglia in cui l’attività di farmacista è sempre stata presente: mio zio ha una farmacia a Napoli, mio cugino ne ha un’altra sempre a Napoli. Fin da piccolo, quindi, ho frequentato questo ambiente e mi è sempre piaciuto, anche perché è nella mia natura la necessità di contatto con il pubblico: amo mettermi a disposizione del cliente, mi piace educare le persone ad utilizzare i prodotti più adatti ed a farne un uso comunque attento.
A questo proposito si leggono sui giornali notizie sconvolgenti sull’abuso di farmaci, anche da parte dei bambini. Eravamo abituati al fatto che queste notizie riguardassero solo gli Usa, ma sempre più spesso l’ambientazione di questi drammi è tutta italiana. Cosa ne pensi?
Non condivido affatto la linea, che sta prendendo piede, di assumere farmaci per ogni piccolezza: oggi, anche per un semplice mal di gola, si prescrive subito un antibiotico; mi sembra assurdo. Io, nel mio piccolo, cerco di educare i miei clienti ad un utilizzo appropriato dei farmaci. Con i bambini, poi, bisogna andarci davvero piano.
Tu, se non sbaglio, hai 27 anni ed in questo momento storico italiano, ma anche europeo e globale, apri una farmacia. Complimenti per il coraggio. Che situazione hai trovato nell’aprire un’attività nel nostro paese?
Ti ringrazio per i complimenti. Mi rendo conto che è un po’ da folli, ma amo le sfide. Direi che in questo anno di attività mi sono trovato di fronte ad una realtà che non mi aspettavo assolutamente: anche se la farmacia si trova in una zona periferica di Napoli il target dei nostri clienti è medio-alto, le persone sono molto aperte ai consigli e tengono in ottima considerazione la figura del farmacista. Francamente mi aspettavo di peggio.
Hai sempre voluto fare il farmacista, ma l’esperienza diretta è stata all’altezza delle tue aspettative? Mi spiego meglio: sognare di fare il farmacista è una cosa, ma farlo?
E’ tutto un altro mondo: una cosa è lo studio, un’altra gestire una farmacia. Oramai avere una farmacia è come possedere un’azienda: bisogna imparare in fretta tutti i segreti del settore gestionale. Bilanci, business plan, promozioni, sponsorizzazioni, fanno parte integrate della gestione di un’attività di farmacia.
E come vanno le cose?
Beh, in sei mesi abbiamo raddoppiato i fatturati. Non potevo crederci, ma sta andando molto bene. Sono molto orgoglioso dei nostri risultati.
Ma tu, ancora fresco di università, come hai trovato i fondi necessari per aprire l’attività?
Beh, da una parte, come è ovvio, mi hanno aiutato i miei genitori , dall’altra mi sono rivolto ad un istituto finanziario di Bologna, Farbanca.
Quante persone lavorano nella tua farmacia?
Tre magazzinieri, due dottori ed io. Farsi accettare da persone molto più adulte e con più esperienza di me, è stata una bella soddisfazione: devi dimostrare di essere bravo, sveglio, capace. Impostare il lavoro per un’equipe che ha alle spalle un’esperienza ventennale mi dà continue soddisfazioni.
Quale è stato il primo segnale positivo che hai ricevuto dalla sua attività?
Guarda, la prima volta che ho visto questa farmacia è stato come vedere una Ferrari con una coltre di polvere sopra. Direi che il segnale positivo per eccellenza è stato vedere il raddoppio del fatturato in sei mesi.
Come è riuscito a togliere tutte la polvere dalla Ferrari?
Io ho puntato tutto su una farmacia di servizi: la dispensazione diurna del farmaco, da sola, non può stabilire grosse differenze tra una farmacia e l’altra. Le caratteristiche che possono costituire una differenza decisiva potrebbero essere la competenza, la cortesia, la disponibilità, l’esperienza e, soprattutto, la qualità ed il numero dei servizi. Noi abbiamo un Cup che funziona alla grande, con 10/20 richieste al giorno, abbiamo un reparto cosmetici molto fornito, dove una volta al mese personale competente presenta i prodotti e fornisce la possibilità di effettuare prove make up. In altre parole, curiamo molto i nostri servizi e cerchiamo di garantire l’apertura della farmacia in orari critici: vogliamo diventare un punto di riferimento per il quartiere. Spero, nei prossimi anni, di riuscire ad offrire anche un servizio notturno.
Sembrano aleggiare molti fantasmi attorno alle farmacie. Come vede il futuro della professione?
Le grandi novità che si accingono a sconvolgere il mondo della farmacia fanno paura, è ovvio, ma io credo che la figura del farmacista abbia un ruolo fondamentale nel sistema sanitario e non credo che verrà scalfita da tutto ciò. Si parla del fatto che la Fascia C sarà presto sui banchi dei supermercati e, ti dirò: è vero che perdiamo una fetta molto grande del mercato, ma credo anche che la figura del farmacista rimarrà comunque centrale per il cittadino.
Che rapporto hai con internet, il marketing, le applicazioni e tutte le grosse novità che la tecnologia e le nuove concezioni, oramai, mettono a disposizione di ogni farmacista?
Io investo tantissimo in pubblicità e considero fondamentale la parte gestionale della farmacia: faccio analisi continue per tenere sempre sotto stretta osservazione l’andamento dell’attività. Lo studio Farmadata del Dott. Guerriero, che mi assiste fiscalmente mi è sempre vicino: realizziamo analisi mensili, trimestrali e annuali, per capire al meglio le dinamiche del nostro mercato. Si tratta di un’intera equipe che mi aiuta in tutta la fase burocratica della gestione. Internet è il compagno di lavoro più fidato, non solo per me, ma anche per i miei collaboratori: spesso controlliamo la correttezza del nome di un farmaco o alcuni attributi dello stesso su internet; è indispensabile.
La crisi, mondiale, europea ed italiana, è oramai evidente. Com’è la situazione in Campania?
La situazione campana è davvero critica: l’Asl non paga da dodici mesi, oramai, ed il problema è radicale, basilare. Non ci sono le condizioni per un lavoro normale quando ti trovi ad avere quasi un anno di arretrati e i fornitori che vogliono, giustamente, essere pagati. Sinceramente non so proprio come potremo uscire da questa profonda crisi.
Cosa ne pensa un giovane come te dell’E-commerce?
Io vedo l’E-commerce come un canale molto “avanti”: è una potenzialità molto intelligente, che permette di vendere determinati prodotti in una maniera del tutto nuova. Francamente, è una realtà molto lontana, per il momento, dalla nostra quotidianità. Io credo che sarà, per lungo tempo, un mercato dedicato ad un target di clienti medio-alto. Nel mercato farmaceutico non vedo, per ora, un futuro roseo per l’e-commerce: per molte persone è ancora tutto troppo complicato e nebuloso.
Un farmacista deve pensare come un imprenditore e non come un commerciante. Cosa ne pensi?
Francamente non sono del tutto d’accordo. Se è vero che la farmacia è un’azienda, il farmacista deve anche essere un commerciante e sapere acquistare bene: capire dove comprare, che cosa, come e quando. Se gli acquisti sono buoni, anche le vendite risultano buone: tutto diventa più fluido e diventa anche possibile fare uno sconto al cliente. Le due anime del farmacista (imprenditore e commerciante), devono andare di pari passo.
Ma tu dove trovi il tempo per avere 27 anni?
Hai centrato un problema fondamentale, non c’è dubbio. Io sono una persona molto decisa: anche all’Università, appena entrato, il mio primo pensiero era quello di laurearmi. Poche distrazioni: odio perdere tempo. Mi ritrovo la maggior parte della vita impegnata, ma sono fatto così: prendo le cose seriamente, cerco di bruciare le tappe. Ripeto: non amo perdere tempo. L’unico neo è che per me diventa difficile relazionarmi con persone della mia età, perché, per ovvi motivi, viaggiamo a velocità diverse. Molti escono la sera, altri propongono week-end all’estero… Io ho la mia attività: è una responsabilità che ho voluto io e sono orgoglioso e felice così.
Il tuo rapporto con la clientela?
Sono una persona molto solare, quindi ho un rapporto bellissimo con i clienti. Capitano le giornate negative, ma bisogna ricordarsi sempre che le persone che entrano in farmacia hanno problemi di salute ed un po’ di cortesia e di umanità, un minimo di dialogo, sono davvero fondamentali. Stabilire un rapporto di fiducia con il paziente è tutto. Il problema che si incontra con i clienti più frequentemente, qui in Campania in particolare, è che tutti vogliono lo sconto. Lo scontrino parlante, inoltre, ha peggiorato le cose. Poiché molti colleghi, pur di accaparrarsi un cliente, sarebbero disposti a tutto, si è innestato un circolo vizioso che non giova a nessuno. Io credo che sia necessario sedersi ad un tavolo e parlarne a viso aperto.
Quindi esistono clienti difficili?
Più che altro, il problema è rappresentato dall”atteggiamento di pretesa che assumono certi clienti: pretendono uno sconto, che non è possibile fare su molti prodotti. Alcuni clienti hanno la presunzione di voler decidere il prezzo: è molto fastidioso. Considera che la somma degli sconti applicati mensilmente da una farmacia, spesso, è superiore all’utile della farmacia stessa. Sembra incredibile, ma è così.
Qual è il tuo segreto?
Niente segreti, ascoltare, dare consigli, offrire servizi. Noi abbiamo una tessera di raccolta punti: collezionandoli si arriva in breve ad aver diritto ad un premio. So che sono piccolezze, ma io penso alla mia farmacia come una comunità di persone: quando vedo clienti che arrivano in farmacia con buste piene zeppe di farmaci scaduti, capisco che qualcosa non funziona nel sistema. Il dialogo tra medico, paziente e farmacista è davvero difficile, quasi impossibile. Spero che un contributo fondamentale in questo senso verrà dato dalla ricetta elettronica.
Trovi che la ricetta elettronica sia una buona idea?
Decisamente sì: con la ricetta elettronica i clienti non potranno effettuare il giro delle farmacie, facendo scorta di medicinali, a meno che non li paghino di tasca propria. Ci sarà un controllo più serio ed un forte risparmio nella spesa pubblica. Inoltre si eliminerà il cartaceo e quindi diventerà più facile anche la contabilità. Migliorerà un po’ tutto, a mio avviso. Speriamo arrivi presto in Campania: sarebbe un grosso balzo in avanti.
7 risposte a “Intervista ad un Giovane Titolare: Achille Arciero”
anche qui tre magazzinieri….
Dottoressa parliamo in entrambi i casi di farmacie non considerabili piccole… Quindi immagino che 3 magazzinieri non siano un numero eccessivo
in entrambe 6 magazzinier
? Non erano 3 per farmacia?
nella prima 3 mag ed un famacista , nella seconda 3 magazzinieri e 2 farmacisti ..
si e funzioniamo bene cn 2 farmaciste al banco e 3 magazzinieri..che in realtà sarebbero due dato che ci sono 2 partime…quando i compiti sono chiari e netti tutti sanno cosa devono fare e come!nn riesco a comprendere la polemica sinceramente!
boh.ho letto molto di imprenditore e commerciante.a 27 anni sarebbe bello anche pronunciare la parola professionista