Il gruppo non-profit Cochrane, guidato da Tom Jefferson, già coordinatore del Cochrane Acute Respiratory Infections Group di Roma, non ha dubbi: Roche sta facendo ostruzione sui dati necessari per stabilire se il loro farmaco antinfluenzale “Tamiflu”, sia o meno efficace. Da anni si aspettano i dati clinici che la compagnia Roche doveva fornire per una valutazione indipendente sulla reale efficacia del medicinale. “Le informazioni rese accessibili coprono infatti una piccola parte del totale delle relazioni non pubblicate e non contengono informazioni vitali come (per esempio) i protocolli dei test e i piani d’analisi”, ha affermato Jefferson. Seppure non ci siano riscontri sulla sua capacità di prevenire l’influenza, i grandi governi del mondo hanno speso fortune in scorte di “Tamiflu” all’epoca della cosidetta “pandemia suina”. Nel frattempo che la situazione si sblocchi, la Svizzera si appresta a bruciare più di centocinquantamila confezioni di “Tamiflu”, acquistate nel 2009, durante quella che si rivelò essere più che altro una pandemia mediatica, ottima per gli affari delle multinazionali farmaceutiche.