La sfida della Gdo «Con le liberalizzazioni saremo in grado di creare anche nuovi posti di lavoro», dice la grande distribuzione I consumatori: «Ora concorrenza anche sui prodotti di fascia A»
La gara dello sconto per la conquista del cliente ha raggiunto le farmacie cinque anni fa, innestata dalla liberalizzazione. A Milano ha portato prezzi più bassi e l’ apertura di trenta parafarmacie e quattro corner salute nella grande distribuzione. I consumatori più accorti hanno registrato con attenzione i cambiamenti della deregulation sanitaria e imparato a giostrarsi fra i diversi punti vendita. Oggi il settore trattiene il fiato: sono i giorni dell’ approvazione del decreto Salva Italia. Potrebbe aumentare il numero delle farmacie presenti sul territorio. E cambiare le modalità di vendita di alcuni farmaci di fascia C. Nell’ attesa siamo andati a verificare gli effetti della concorrenza. «La professione è davvero cambiata – premette Renato Moja, titolare della Antica farmacia di Milano di via Panfilo Castaldi -.La farmacia è diventata un polo di primo consiglio se non di primo intervento, aperta giorno e notte per 365 giorni l’ anno». Aggiunge: «Lavoriamo con un 80% di clientela fissa. Significa conoscere la storia medica della maggior parte dei clienti ed essere in grado di capire e consigliare con più precisione. Quindi: prezzi liberi benissimo, ci allineiamo e rilanciamo con promozioni e servizi gratuiti. Senza però perdere di vista l’ aspetto più importante: siamo un anello della catena sanitaria e abbiamo nelle mani la salute della gente». Il farmacista dà sicurezza: è quanto emerge da una recente ricerca della Bocconi per la Federazione ordini farmacisti italiani. Stessa fiducia per i professionisti impegnati nelle parafarmacie? «Stessa laurea, stessa abilitazione», taglia corto Giovanna Savoia del Parashop di corso Buenos Aires. La catena francese ha tre punti vendita in città ed è apprezzata per sconti e assortimento (più di trenta aziende per la sola cosmesi). «In un campo delicato come quello della dermatologia – sottolinea -, la presenza di un operatore capace di mettere a fuoco richieste e problemi è vincente». Offerte continue e accesso libero agli scaffali sono la formula di vendita delle parafarmacie. «È il nostro punto di forza – conferma Maela Civino della para Essere benessere di via Grosotto -. Gli sconti sono a rotazione, e partono dal 5% per salire, in certi casi, fino al 55%». Essere Benessere, ha un corner salute anche all’ Iper. Nel supermercato entrano seimila clienti al giorno: la stima è che il 6% si fermi a comprare farmaci, creme, apparecchi per l’ areosol. La conferma arriva dai farmacisti che ci lavorano: «La media è trecento scontrini giornalieri, con picchi fino a quattrocento», dicono. «Le liberalizzazioni, a patto che siano portate avanti con serietà e le dovute verifiche sono positive perché creano valore, sviluppo e garantiscono al consumatore libertà e convenienza, spiega Sandro Castaldo, docente di Evoluzione del commercio alla Bocconi. «Attenzione, però, a valutare sempre con attenzione la politica dei prezzi. Si può capire la reale competitività solo se si escludono prodotti ad alta capacità segnaletica, ovvero presenti dappertutto, e si confrontano i prezzi di categorie meno note». In prima fila fra chi, nella grande distribuzione, ha puntato sul settore salute c’ è la Coop, impegnata già nel 2005 nella campagna di raccolta firme «Farmaci più liberi, prezzi più bassi», che raggiunse un alto risultato: 800 mila firme. I primi corner salute li ha aperti l’ anno successivo, appena varato il decreto. Oggi in Lombardia ce ne sono 12: offrono un assortimento che sfiora i 1.900 prodotti fra farmaci – anche a marchio Coop – e parafarmaci a prezzi vantaggiosi. «La liberalizzazione, seppur parziale, non ha avuto solo un risvolto economico per il consumatore», dice Andrea Pertegato di Coop Lombardia. «Ha anche innescato la crescita di circuiti alternativi alla farmacia, creando posti di lavoro per giovani professionisti. Solo noi ne abbiamo assunti 270 in tutta Italia».