Liberalizzazioni, le novità punto per punto Su taxi e farmacie si tratta ancora

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Salta l’obbligo del preventivo scritto per i professionisti, sale da 12 a 20 il numero dei Tribunali per le imprese, notai gratis per la Srl semplificata per i giovani. Sono i nuovi emendamenti di ieri al decreto liberalizzazioni. E’ una vera corsa contro il tempo (il testo è già da un mese al Senato) per completare il lavoro in commissione. E il rischio di un maxi-emendamento del governo con voto di fiducia finale, per tenere a freno i tentativi di smantellamento, si fa sempre più concreto.

Ieri sono stati approvati 54 articoli, riscattando d’un colpo la giornata di venerdì, segnata da intensi negoziati (dentro la maggioranza e con il governo) e dall’assedio delle lobby. E’ uno sprint che avvicina il decreto alla meta dell’approdo in aula fissato per mercoledì. Ma sui capitoli più delicati – professioni, farmacie, tesoreria unica, taxi – il voto è comunque rinviato a domani in attesa del parere della commissione Bilancio. Nella ventina di articoli ancora da approvare c’è anche la nuova Ici/Imu sulla Chiesa che ha scatenato molte reazioni ma solo cinque emendamenti (tutti a nome Salvatore Piscitelli, Cn): un barometro molto indicativo del fatto che la norma, a firma dello stesso premier Mario Monti, non dovrebbe subire particolari modifiche.Professionisti. Accolte molte delle richieste avanzate. Il compenso del professionista dovrà essere pattuito e sarà necessario «un preventivo di massima» ma viene eliminato dal testo il preventivo scritto su richiesta del cliente, con conseguente eliminazione dell’ «illecito disciplinare» ad esso legato. I tirocinanti lavoreranno gratis i primi sei mesi, poi potranno contare su un rimborso spese «concordato forfettariamente». Nelle società di capitale, i professionisti dovranno avere la maggioranza dei due terzi. Tutte queste novità sono contenute nell’emendamento presentato ieri pomeriggio dal governo e segnano il limite per chiudere la partita. Una partita accesa che ha visto gli avvocati reagire con un doppio sciopero: a febbraio e, ora, anche a metà marzo.

Farmacie. «E’ giusto alzare la soglia del numero di abitanti per l’apertura di nuove farmacie afferma la relatrice Simona Vicari, Pdl perché l’attuale tetto sommato alle altre disposizioni sulle aperture nelle stazioni ferroviarie, aeroporti, porti, autostrade, alza il numero complessivo delle nuove aperture e rischia di squilibrare il sistema. Abbiamo emendamenti del Pd e del Pdl su questo stesso punto per arrivare a una farmacia ogni 3.500 e anche 3.800 abitanti». Il presidente della commissione, Cesare Cursi è d’accordo. L’obiettivo del Pdl è di arrivare almeno a 3.500 ma il governo non sembra disposto ad alzare l’asticella oltre i 3.300 abitanti. In alternativa è pronto a mettere sul piatto l’apertura di un migliaio di farmacie in più nelle grandi città. «Servono 5.000 farmacie in più complessivamente per garantire ricadute positive sui prezzi per i consumatori», dicono fonti di Palazzo Chigi. Sotto non si scende. E su questo l’esecutivo è pronto a far scattare il maxi-emendamento con voto di fiducia. Irrisolto il nodo dei parafarmacisti ma si discute sull’eliminazione del vincolo dei 12.500 abitanti per i farmaci di fascia C, sulle quote riservate ai parafarmacisti e sulla possibilità di vendere farmaci veterinari e galenici. Si deciderà su tutto domani.

Taxi. Rimane l’impianto dei relatori: licenze ai sindaci sulla base di direttive della nuova Autorità per i Trasporti che potrà anche ricorrere al Tar se i Comuni non le applicheranno. I compiti dell’Authority potranno essere rafforzati con più stringenti poteri sostitutivi, ma il nodo è ancora da sciogliere.
Terna. Potrà chiedere la valorizzazioni di singoli pezzi della rete di trasmissione. Scompare, in un emendamento dei relatori, il vincolo che obbligava l’Autorità Energia a lasciare inalterata la remunerazione complessiva del capitale e della tariffa di trasporto. Che potrebbe quindi aumentare.
Reazioni. «Il decreto si sta svuotando» critica l’Idv, mentre Rutelli (Terzo Polo) denuncia «l’assedio delle lobby» al lavoro dei senatori. Ma Finocchiaro guarda al bicchiere mezzo pieno: «Grazie al Pd è stata rafforzata la separazione Eni-Snam.

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