Il titolare che ha raggiunto l’età pensionabile dovrà farsi da parte e nominare un direttore di farmacia. È la novità che rimbalza dalla commissione Industria del Senato, da ieri pomeriggio in seduta-fiume per chiudere definitivamente la partita sull’articolo 11 del decreto liberalizzazioni. Una partita che avrebbe dovuto concludersi ieri e invece rischia di prolungarsi fino a domani se non oltre: sedute di lavoro sono state fissate in via cautelativa fino a giovedì, giorno in cui il testo di conversione dovrebbe già essere in aula.
Se i rinvii si susseguono, il quadro d’insieme comincia comunque a delinearsi pur in un’incertezza di fondo che terminerà soltanto al fischio finale. Sul quorum per esempio, guadagna quotazioni l’ipotesi 3.300 con resti al 50% per la seconda sede (senza più distinzioni tra comuni con meno o più di 9mila abitanti): non sono del tutto escluse convergenze su valori intermedi ma l’obiettivo dei 3.500 abitanti per farmacia diventa con le ore sempre meno realistico. Perde quotazioni anche l’apertura di veterinari e galenici (senza prescrizione) alle parafarmacie, ipotesi bocciata negli ultimi giorni pure dal ministero della Salute. Praticamente cestinata anche la proposta di sedi riservate per titolari di parafarmacia e rurali sussidiati: il concorso, che probabilmente rimarrà per titoli ed esami, avrà forse scadenze più lunghe per venire incontro alle richieste delle Regioni ma si dovrebbe fare come prevedeva il decreto, forse con punteggi più favorevoli per i farmacisti di parafarmacia (collaboratori e titolari equiparati ai pari grado di farmacia). Ritocchi limitati anche per il comma 3, quello sulle aperture in deroga: forse si allungherà qualche distanza (da 200 a 400 o 500 metri per stazioni e aeroporti) ma niente tetti come avrebbero voluto i farmacisti.
E infine, come detto, la sorpresa relativa ai titolari in età pensionabile: un emendamento presentato dal relatore del Pd Bubbico e sostenuto dal Governo, li obbligherebbe a lasciare la gestione in mano a un direttore di farmacia. Una norma, a quanto si dice, diretta a realizzare percorsi di carriera per i collaboratori e incrementare le opportunità di lavoro. Due temi che a Monti stanno molto a cuore.