Centosettanta farmacie in più nel Napoletano. Complessivamente trecento rivendite di medicinali nuove in Campania. Sono i numeri riferiti da Michele Di Iorio, presidente di Federfarma Napoli, dopo la notizia, giunta ieri pomeriggio dalla Capitale , della riformulazione dell’articolo 11 al decreto liberalizzazioni. Un articolo che modifica le piante organiche comunali con cui si determinava numero, sedi e zone per le aperture delle farmacie. Il criterio cui dovranno attenersi ora i Comuni sarà quello di una farmacia ogni 3.300 abitanti. E il numero sarà aggiornato ogni due anni sulla base dei dati Istat sulla popolazione residente. «A Napoli, ci sono già venti farmacie in più. Per cui la novità non riguarderà la città» spiega Michele Di Iorio che, quindi, commenta sarcastico: «Con questo provvedimento la montagna ha partorito un topolino». «L’unico vantaggio – riprende il leader dei farmacisti – è costituito dal fatto che il Governo ha fatto sì che i titolari di farmacia ed i titolari di parafarmacie cessino di confrontarsi come concorrenti. Impareranno così a dialogare come colleghi. È questo, dal mio punto di vista l’unico risultato veramente positivo». «Per il resto – conclude Michele Di Iorio – evito di commentare gli esiti della decima commissione. Spero soltanto che a partire da oggi il Governo non si interessi, per i prossimi anni, delle farmacie se non per recuperare il proprio ruolo programmatorio rispetto ai corretti e tempestivi flussi finanziari. Con l’augurio che gli stessi vengano adeguati alle nuove esigenze determinate dalle scelte del governo stesso».
Ed ora qualche cifra sulla nostra realtà attuale. A Napoli le farmacie sono 307. In provincia sono 477. In Campania, complessivamente, sono 1500. In tutta la regione i dipendenti sono 1500, vale a dire mille farmacisti e cinquecento impiegati. Sulla novità del Governo interviene Enzo Santagada, neoeletto presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Napoli e provincia. Dichiara: «È interessante la comparazione come il rapporto attuale farmacia-abitane sia sostanzialmente identico alla media europea. Anche se è da rilevare che, in questo caso, con il quorum portato a 3300 abitanti il rapporto scenderebbe a circa 2750, superiore solo ad alcuni paesi europei». «In ogni caso – riprende Santagada – auspico che il concorso straordinario fatto per soli titoli rappresenti un’opportunità per i colleghi. In modo tale da poter favorire un programma di ammodernamento del servizio farmaceutico sempre più vicino alle esigenze territoriali». Sempre in merito alla nuova normativa, le aperture in stazioni ferroviarie, aeroporti internazionali, grandi autogrill e centri commerciali (con superficie di vendita superiore a 10mila metri quadrati) non potranno superare il cinque per cento del totale delle sedi, comprese le nuove. Per accedere ai concorsi straordinari «per soli titoli», che dovranno essere conclusi entro dodici mesi dall’entrata in vigore del provvedimento, tutti i partecipanti dovranno avere meno di sessantacinque anni e non titolari di farmacia urbana. I titolari di parafarmacie avranno punteggio equiparato ai titolari di farmacie rurali (così come sono equiparati i dipendenti di farmacie tradizionali e parafarmacie), mentre gli ”under 40” potranno concorrere per la gestione associata. Soddisfatti per quanto è stato licenziato ieri dalla Commissione industria del Senato è il Mnlf «Movimento nazionale liberi farmacisti) perchè, è scritto in una nota «è un primo passo verso la vera rivoluzione liberale nell’ambito delle farmacie».