Una farmacia ogni 3300 abitanti. Federfarma: penalizzata la qualità

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Dovranno aprire 5.000 farmacie in più, in tutta Italia, e in prospettiva vendere farmaci mono-dose. Mentre alle parafarmacie andranno i farmaci veterinari e le preparazioni. Sono le disposizioni contenute nel decreto liberalizzazioni che il governo varerà nei prossimi giorni. Si tratta di una sconfitta per Federfarma che non nasconde la sua preoccupazione. “Stiamo analizzando i singoli istituti del testo appena approvato dalla X commissione Senato per poterne valutare l’impatto e, anche tenendo conto delle modifiche apportate, nutriamo gravi preoccupazioni per il futuro del servizio farmaceutico” si legge in una nota.“Ad una prima lettura – osserva – il provvedimento che sara’ domani all’esame dell’Aula del Senato contiene misure destinate a scontentare il mondo delle farmacie. Siamo fortemente critici noi titolari di farmacia così come la maggior parte dei farmacisti collaboratori di farmacia, che avranno scarsissime possibilità di vincere i concorsi. Con il provvedimento si è voluto accontentare qualcuno e, nel farlo, non si è pensato al sistema farmaceutico nella sua interezza né alle necessità di salute dei cittadini” continua il comunicato di Federfarma.

“Ancora una volta la farmacia è vista come esercizio meramente commerciale invece che come importante presidio di salute pubblica del Sistema sanitario nazionale. In nome delle logiche di mercato – prosegue Federfarma – vengono messi in discussione i turni notturni delle farmacie, dimenticando che la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali ha creato tali problemi da indurre diverse Regioni, di vari schieramenti politici, a ricorrere alla Corte Costituzionale”.

E osserva: “In realtà più che apportare miglioramenti al servizio reso dalle farmacie si è voluto aumentare indiscriminatamente il numero degli esercizi e inserire elementi di concorrenza in un settore che necessitava solo di una riforma seria, come avevamo chiesto. Per esempio – chiede Federfarma – che senso ha rincorrere gli sconti su prezzi che sono amministrati dallo Stato? O la liberalizzazione selvaggia degli orari delle farmacie con la conseguenza che di notte diventerà più difficile trovare una farmacia aperta?”

“Pur tenendo conto dell’innalzamento del quorum a 3.300 abitanti (rispetto ai 3.000 del decreto originale) – osserva il presidente Federfarma Annarosa Racca – rimane una grande amarezza per un provvedimento che rende impossibile mantenere la attuale qualità del servizio farmaceutico assicurato ai cittadini”.

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