
Molti imputano a Federfarma una cecità congenita, ed una incapacità, più volte dimostrata, secondo i critici, a candidarsi come punto di riferimento per i legislatori. Il ruolo di “consulente esperto” che Federfarma dovrebbe ricoprire al fianco di chi vuole riformare la professione, è il punto che divide i critici e i sostenitori della federazione.
Secondo i sostenitori, Federfarma, in questi anni, ha fatto quello che ha potuto per guidare il cambiamento forte che si è avuto nella professione, limitando i danni; per i critici invece, è proprio questo atteggiamento conservatore, incapace di una più ampia visione del futuro, ad aver reso necessari certi cambiamenti troppo violenti: una tendenza del sindacato a navigare a vista, sarebbe, secondo alcuni, alla radice della pessima opinione che il grande pubblico ha del mondo farmaceutico, e del radicalismo nel legiferare in materia da parte dall’attuale governo.
Federfarma non ha ancora ricevuto segnali allarmanti dalla sua “base”, ma un certo malcontento serpeggia da molto tempo.
Errori di gestione e di mancata progettualità sono i più comuni capi d’accusa verso la federazione dei titolari di farmacia, ma i più critici sostengono anche che Federfarma non fornisca nemmeno un’esatta informazione sui fatti che riguardano la categoria.
Accuse gravissime queste ultime, rafforzate da rivendicazioni al diritto di poter essere rappresentati da più sindacati: la rottura del sindacato unico sarebbe un colpo di scena eclatante.
Per adesso tutto si limita a qualche grido in qualche aula, qualche lettera spedita ai giornali e poco più, ma Federfarma può dormire sonni tranquilli?