Ancora sul pensionamento Il comma 17 dell’articolo 11: interpretazione da rivedere


Condivisibile il parere del dr. Lembo.

Sono risollecitato ad esprimere il mio parere sul cosi’ detto pensionamento obbligatorio. Ho già scritto il mio pensiero “facendo finta di capire poco” sulla portata di una norma effettivamente scollegata dal testo normativo nella quale va inserita.

Ben tuttavia, l’interpretazione fornita dal documento del Servizio Studi Senato e ampliamente diffusa, che precisa: “ in riferimento al capoverso 17, ………………“si esclude che la direzione della farmacia privata, – nei casi di società di farmacie o di sostituzione provvisoria chiesta dal titolare – possa essere mantenuta dopo il conseguimento del requisito di età pensionabile” e’ estremamente fragile e sara’ sicuramente aggredita.

La norma pertanto, in base a tale autorevole interpretazione, (si legge)  impedisce al direttore socio di società di farmacisti di cui all’art.7 della legge 362/1991 e al direttore sostituto del titolare, nei casi tassativamente previsti dall’art.11 della legge 475/1968, di mantenere la direzione della farmacia dopo il conseguimento del requisito dell’età pensionabile. Non si applica, invece, alla conduzione imprenditoriale economica e professionale del titolare di farmacia privata che è da tenere distinta dalla direzione della farmacia. Pertanto il titolare di farmacia non è obbligato a lasciare la conduzione imprenditoriale economica e professionale al raggiungimento dell’età pensionabile.

Il testo dell’articolo 17 afferma cosa diversa a mio modesto parere recita infatti: La direzione della farmacia privata, ai sensi dell’articolo 7 della legge 8 novembre 1991, n. 362 e dell’articolo  11 della legge n. 475 del 2 aprile 1968, può essere mantenuto fino al raggiungimento del requisito di età pensionabile da parte del farmacista  iscritto all’albo professionale”.

Il riferimento e’ all’articolo 7 della legge 362  dove al comma 1 si fa riferimento anche alle farmacie esercitate in forma individuale e nessun riferimento specifico e’ fatto al comma 3^ specifico per il direttore socio.

Quindi se proprio dobbiamo interpretare ed ovviamente codesta mi sembra la ratio  pur insana della norma che altrimenti  non avrebbe senso:  considerare in modo differente il socio direttore dal titolare;  il riferimento rimane all’articolo 7 nella sua globalita’ e quindi riferibile anche al farmacista che esercita in forma individuale.

Sono indi d’accordo con il dr. Lembo e con altri autorevoli colleghi e professionisti del settore che continuano ad essere preoccupati del dire dello scellerato articolo 17  nel non abbassare la guardia in quanto il rischio decadenza con articolo siffatto potrebbe essere elevato, consigliando indi di correre ai ripari per una norma iniqua e cercando di ottenere il pensiero reale del “legislatore” al piu’ presto e in piu’ ritengo che occorra ottenere un sufficiente margine di tempo per l’adozione di provvedimenti che permettano la conservazione della sede evitando bliz di cui ci stiamo fin troppo abituando.

A mio modestissimo parere come dice il dr. Lembo si corra ai ripari e magari si adottino tutti gli strumenti del diritto anche per cassare la norma e  getto un suggerimento che per il titolare unico  possa mantenere la direzione sanitaria che si fonde nella medesima persona del titolare medesimo magari con certificazione annuale di idoneita’ fisica rilasciata dall’Asl competente.

Cosi’ dovevo.

Dr. Marino Mascheroni
Consulente in Legislazione Farmaceutica e Tributaria.
Membro Associazione Giuristi e Consulenti Legali Italiani
Associato Istituto Nazionale Tributaristi
Contabilita’ per farmacie, aziende e professionisti.


7 risposte a “Ancora sul pensionamento Il comma 17 dell’articolo 11: interpretazione da rivedere”

  1. L’allarme lanciato dal Movimento Spontaneo Farmacisti Italiani , tramite il suo Presidente, Ettore Lembo, serve soprattutto per evitare qualsiasi rilassamento da parte nostra e prevenire quei colpi di mano a cui purtroppo ultimamente ci hanno abituato. Il parere del Dottor Marino Mascheroni ci è di conforto e ci stimola a tenere gli occhi ben aperti. La conclusione a cui arriva per il mantenimento della titolarità della farmacia mi lascia perplesso. Che si fa? sottoponiamo tutti i liberi professionisti di qualsiasi disciplina a visita medica annuale dopo il compimento del 65.mo anno di età? sarà valutata la salute fisica e mentale? non sarebbe male se fosse standardizzato un metodo di verifica ma in tal caso nei “tutti” a cui ho fatto riferimento comprenderei anche gli esponenti del mondo politico che dovrebbero proporsi spontaneamente e volontariamente al test.

  2. Caro dr. Sechi innanzitutto i miei complimenti per le sue appassionate considerazioni. La mia proposta e’ quella di cassare la norma in quanto non si puo’ a umor di politico considerare una volta il farmacista professionista e una volta imprenditore a seconda del piacimento, mi limito da modestissimo giurista e forse pure pessimista ad invitare a non sottovalutare la portata della norma cosi’ come e’ messa.
    Stiamo a vedere che succede anche perche’ già mi si incolpa catastrofismo.
    Con stima
    M.Mascheroni

  3. Dimenticavo….. Ben si sappia che auspico che l’interpretazione riportata da Federfarma sia quella corretta e che possa eesere la vincente anche perche’ proveniente da una Commissione Studi Autorevole.
    Il mio e’ squisitamente parere di un tecnico che si occupa di farmacie da decenni e che mai ha assisto ad una aggressione mediatica e politica nei confronti della categoria. Ed e’ proprio l’aggressione ingiustificata contro il servizio farmacutico in Italia che lodo perche’ conosco che mi porta a consigliare la cautela.
    Cosi’ dovevo per le voci di dissenso al mio articolo.
    M.MASCHERONI

  4. Egregio dottor Mascheroni, mi sembra che lei sia una delle poche voci tra i professionisti che seguano farmacie che si da un po’ da fare mentre gli altri compreso il mio piangono perche’ non avranno piu’ farmacie da vendere. Apprezzo i suoi interventi anche sulle altre riviste ( il consulente e younique minsembra) e penso che pur non sapendo quanti anni lei abbia dovrebbe prendere il posto di qualche mummia che gironzola sempre intorno a federfarma. Sinceramente pero’ non condivido il pensionamento con autorizzazione per stato di salute, meglio alzare il tetto e se vi sono problemi c’ e’ gia obbligo di sostituzione con un direttore per motivindi salute. Pero’ condivido il fatto che qua prima che te ne possa accorgere qualcuno ti fa fritto, quindi ci sarrebbe da strombazzare un po’ se no cornuti e mazzati. Colleghi svegliamoci.

  5. Prof. Mascheroni,
    la ringrazio per il notevole contributo che lei da, e da tanto tempo, ai farmacisti che con attenzione e passione svolgono il loro sempre più complicato compito di “essere farmacisti”. Io credo che, visto come mutano le regole e le norme proposte da personaggi che dimostrano comportamenti astiosi nei nostri confronti, non è da insensati prepararsi al peggio. Allertare i colleghi, che sono tanti, non è catastrofismo ma semplice e salutare prudenza. Il ” Si vis pacem para bellum” non mi pare del tutto fuori luogo. Complimenti e grazie di cuore, Prof. Mascheroni.
    Cordialmente
    Pasquale Sechi

  6. Bhe almeno i proff Sechi e Mascheroni sono obiettivi, tuttavia sul ritiro a 65 anni anche noi dipendenti abbiamo bisogno dichiarezza: il mio titolare ha 82 anni e siamo in 6 in farmacia, e il titolare on viene mai solo a rastrellare, la farmacia fara’ 3 milioni di incassi e noi prendiao 1200 euro al mese. Dove sta la vigilanza? Professori rispondete…. La mia collega ha fatto la direttice ed ha 64 anni il mio titolare ribadisco ne ha 82 …. A voi le conclusioni dopo vi lamentate se apriamo parafarmacie ………..

  7. Il comma 17 dell’art. 11 è riferito alla direzione della farmacia privata e non alla proprietà della farmacia e pertanto interessa tutti i farmacisti. L’art. 11 è una trappola mortale per tutti perché al legislatore non interessa la farmacia come impresa individuale ma vuole trasformarle tutte in società. Così anche il titolare della farmacia rurale che non può trasformare in società la sua farmacia in quanto non può pagare un direttore dovrà chiudere e i giovani non andranno in quei paesetti. La capillarità, vanto italiano del servizio farmaceutico, finirà in pochi lustri e i nostri paesini perderanno anche questo importante presidio. Sarà dura anche per i giovani sopra i 40 anni con pochi titoli perché superati dai più giovani che potranno associarsi. Poi si vedrà se riusciranno a stare insieme per dieci anni in centri dove ci si può campare a stento. Sarà un guaio per tutti. Capita quando si distrugge qualcosa senza un progetto di crescita reale.

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