Blockbuster diventa Essere Benessere

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100 punti vendita, 40 milioni di investimento, 400 assunzioni di cui 300 farmacisti. Questi i numeri dei nuovi store che da giugno venderanno prodotti da automedicazione, ma anche pane, latte, giornali, detersivi.

I fatti sono noti. Nel giugno scorso, dopo il fallimento della casa madre statunitense, Blockbuster Italia è stata messa in liquidazione. A dicembre è arrivata la notizia che il gruppo Essere Benessere aveva presentato al liquidatore un’offerta per l’acquisizione dei punti vendita. Il giudice fallimentare del Tribunale di Milano ha dato il via libera all’operazione in tempi piuttosto rapidi, tanto che, chiusi gli ultimi negozi Blockbuster al 15 febbraio, Essere Benessere si dichiara pronta ad aprire per il mese di giugno. In una lunga intervista il Presidente Danilo Salsi ci spiega le strategie e i progetti del gruppo.

PharmaRetail – Quali sono attualmente le dimensioni e le aree di business di Essere Benessere?

Danilo Salsi – Essere Benessere di mestiere si occupa di gestione retail del farmaco e parafarmaco. Lo fa operando nei tre canali: farmacia, parafarmacia e corner in Gdo. In farmacia attraverso un programma di affiliazione in franchising della farmacia privata: oggi il farmacista è sotto pressione, ha difficoltà nella gestione e i margini sul farmaco mutuabile si sono drasticamente ridotti. Essere Benessere si affianca al farmacista aiutandolo a migliorare la gestione della sua azienda attraverso l’incremento delle vendite di parafarmaco e quindi l’incremento della sua marginalità. Ad oggi abbiamo 80 affiliati e stiamo crescendo al ritmo di cinque nuovi ingressi al mese. In parafarmacia attraverso cinque negozi di proprietà ubicati in gallerie di grandi centri commerciali. La parafarmacia è un negozio molto differente dalla farmacia, richiede alti flussi e logiche di gestione commerciale non presenti in farmacia. Crediamo che le parafarmacie nate come farmacie di serie B e gestite con la logica della farmacia non possano sopravvivere, nonostante i benefici della liberalizzazione. Gestiamo poi trenta corner nelle piastre degli ipermercati. Questo è il canale in maggiore espansione: cresciamo del 43% anno su anno e sviluppiamo, in ciascuno di essi, il fatturato di una farmacia media, pur non vendendo il farmaco di classe C e A. Questo è un dato evidente di quanto il pubblico italiano gradisca sempre di più questo canale. Essere Benessere ha chiuso il 2011 con un fatturato di 76 milioni di euro e il piano prevede per il 2012 un più che raddoppio.

PR – La vostra presenza in canali diversi vi consente di avere una posizione privilegiata come osservatori sull’evoluzione delle tipologie distributive in ambito farmaceutico. Qual è la vostra opinione sulla questione liberalizzazioni?

DS – Purtroppo è ancora troppo radicato nel sentiment comune l’idea che la farmacia sia un’isola felice. L’avvento del generico ha drasticamente ridotto il margine sui farmaci venduti in regime sovvenzionato: oggi la farmacia perde economicamente nella gestione del farmaco etico. Si salva solo nella misura in cui riesce a sviluppare sufficienti volumi di vendite commerciali, ma non tutti i farmacisti ci riescono o possono (serve anche lo spazio per vendere). Dal nostro osservatorio privilegiato abbiamo anche Comifin che finanzia la farmacia italiana: riteniamo che almeno 2.000 farmacie oggi in Italia versino in stato di grave insolvenza. Con le nuove aperture da liberalizzazioni per ogni nuova farmacia aperta ne chiuderanno due delle vecchie: alla fine avremo una rete con meno farmacie, ma più efficienti. Le parafarmacie (fuori dai grandi flussi) sono già tecnicamente morte oggi e non potranno certo risollevarsi grazie ai pochi benefici riservati loro dalle liberalizzazioni. In più molti farmacisti oggi operanti nelle para faranno il concorso e apriranno la farmacia. Quindi niente futuro per questi esercizi, salvo rari casi di competenze particolari da parte del farmacista gestore. I corner viaggiano con logiche molto diverse e prevediamo che continueranno a crescere in modo importante nonostante la crisi dei consumi e la non uscita della fascia C dalla farmacia: è il secondo canale distributivo che si sta via via affermando in Italia di fianco alla farmacia tradizionale.

PR – Veniamo a Blockbuster. Come è maturata questa operazione?

DS – Riteniamo che in Italia vi sia una fetta di mercato non presidiata che sta tra il negozio specializzato (farmacia) e la Gdo, generalista per definizione. E’ il mercato di prossimità: il consumatore over 55 non va più volentieri negli ipermercati e vuole sempre di più il soddisfacimento dei bisogni primari sotto casa, questo anche per una questione di risparmio: se faccio più spesso la spesa ho meno sprechi. Realizzeremo quindi degli stores dove, oltre alla vendita dei nostri prodotti core di Otc e parafarmaco, assoceremo l’offerta di prodotti per il benessere e prodotti di uso quotidiano: giornali, pane e latte fresco, il detersivo (uno solo e il più venduto), uno shampoo, ecc. L’acquisizione di Blockbuster rende questo progetto più facilmente realizzabile. Disponiamo di cento negozi di medie superfici, con grandissima visibilità, facilmente accessibili e in luoghi con almeno 70.000 residenti nel bacino primario. Punteremo molto sui concetti di convenienza e accessibilità, con importanti investimenti di comunicazione. L’apertura entro giugno di tutti i punti vendita ha richiesto una extraorganizzazione, ma stiamo procedendo bene e nei tempi. Alla fine investiremo 40 milioni e assumeremo oltre 400 persone, di cui 300 farmacisti. Vorremmo che questo fosse un esempio forte del fatto che anche in un momento di crisi il nostro Paese offre la possibilità di investire agli investitori che ci credono.

PR – Pensa che il mercato italiano sia maturo per una tipologia di punto vendita completamente nuova?

DS – Sì. Credo che ormai in tutta Italia e più che mai nei grandi centri urbani ci sia necessità e richiesta di soddisfare il maggior numero possibile di esigenze nel minor numero possibile di passaggi. Benessere significa anche minimizzare il tempo che si impiega nei trasferimenti da un posto all’altro e poter avere più tempo da dedicare alla famiglia, alle proprie passioni o allo sport. Avere un unico referente che risponde con competenza a tutte le esigenze di benessere non può che essere un vantaggio per il consumatore finale.

PR – Quale sarà l’impostazione dei nuovi punti vendita in termini di metratura, offerta merceologica, posizionamento di prezzo, servizi, orari?

DS – Rispondo con una sola parola: accessibilità. Massima accessibilità e fruibilità in termini di esposizione, assortimento di prodotti e servizi, orari di apertura, raggiungibilità dei punti vendita. Vogliamo offrire qualità e convenienza alla più larga fascia di clientela residente.

PR – Per quanto riguarda gli addetti alla vendita, avete dichiarato che verrà assunta solo una parte degli ex dipendenti Blockbuster, mentre diceva che avrete 300 farmacisti. Come concilierete la professionalità di questi ultimi con la necessità di vendere categorie commerciali distanti dal mondo farmaceutico?

DS – Nei nostri store ci sarà spazio per entrambe le figure professionali: il personale Blockbuster è altamente orientato alla vendita e al rapporto con il pubblico, i farmacisti e il personale del nostro network e dei prossimi store si propone come consulente di benessere globale. La formazione che il gruppo offre prevede già competenze specifiche di consulenza farmaceutica, omeopatica, nutrizionale, di dermocosmesi e di estetica, quindi non vediamo una difficoltà nell’ampliamento della categoria merceologica, piuttosto l’occasione per individuare e perfezionare nuove competenze per rispondere alle domande di benessere della clientela in maniera sempre più specifica e mirata.

PR – In questi giorni i temi degli orari di apertura e della diversificazione dei punti vendita dedicati alla salute sono sotto i riflettori. Quali sono state le reazioni del settore alla vostra iniziativa?

DS – I farmacisti nostri affiliati sono entusiasti perché vedono in questa iniziativa l’opportunità di una rapida affermazione a livello nazionale del brand Essere Benessere nel quale si identificano. Certamente più critica la posizione dei restanti farmacisti che, comprensibilmente, temono sempre le novità in quanto turbative dello status quo. L’esperienza mi però mi consente di prevedere che alla fine questa iniziativa sarà di stimolo al rinnovamento per tutto il settore.

Via Pharmaretail

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