Da molte parti arrivano inviti alle dimissioni, ma nel corso dell’ultima Assemblea di Federfarma i presenti approvano a larga maggioranza la relazione del Presidente.
La fatidica data del 24 marzo si avvicina e anche in questi giorni, negli ultimi passaggi alla Camera, il Decreto Monti (facciamo un po’ fatica a chiamarlo Decreto Salvaitalia!) continua ad essere ritoccato, ma prende sempre più consistenza l’ipotesi della fiducia. Aspettiamo la conversione per le riflessioni definitive, ma abbiamo chiesto intanto alla Presidente di Federfarma Annarosa Racca un commento sul clima in cui si è svolta l’ultima Assemblea, preceduta da richieste di dimissioni e dure critiche nei confronti del direttivo.L’Assemblea, lo ricordiamo, dopo una lunga discussione e i molti interventi, ha approvato a larga maggioranza la relazione del presidente e ha dato mandato al Consiglio di presidenza di operare per l’apertura, in tempi brevissimi, dei tavoli per il rinnovo della convenzione e per la nuova remunerazione. L’Assemblea ha dato altresì mandato al Consiglio di attivarsi con la parte pubblica per recuperare redditività della farmacia dando piena attuazione alla normativa sui servizi, la cui piena legittimità è stata recentemente confermata dal Tar Lazio; di verificare gli elementi di incostituzionalità presenti nel DL sulla concorrenza; di confrontarsi con la Conferenza Stato Regioni e fornire supporto alle Unioni Regionali per le trattative locali; di rilanciare l’immagine della farmacia, di promuovere iniziative di sostegno economico delle farmacie e di sviluppare con altri soggetti della filiera e le altre componenti della categoria rapporti finalizzati all’interesse comune.
“Nel corso dell’assemblea – spiega Racca – abbiamo illustrato la situazione attuale e le battaglie che abbiamo combattuto in questo mese e mezzo, da quando il Decreto ha iniziato il suo iter in Parlamento. Il testo attuale è profondamente cambiato rispetto all’impianto iniziale e questo è lo specchio del duro confronto che c’è stato, ma il riordino di un settore chiave per i cittadini avrebbe meritato un percorso diverso. Rimangono infatti punti critici e incongruenze, come l’equiparazione di alcuni punteggi che favoriscono i titolari di parafarmacie, le norme sulla galenica o sui farmaci veterinari. Rimane il problema del comma 17 relativo alla disposizione sulla direzione delle farmacie private vincolata all’età pensionabile. Su questo punto il Servizio studi del Senato ha già specificato che la norma riguarda farmacie in forma societaria, ma aspettiamo una risposta più precisa dal Ministero. Avremmo voluto che questa riforma risolvesse il nodo delle parafarmacie, ma non siamo riusciti ad avere risposte. A questo punto però dobbiamo guardare avanti. Come associazione abbiamo il compito di lavorare in una direzione precisa che è il recupero dell’operatività, riportando in farmacia farmaci che ora sono in distribuzione diretta, rivedendo la remunerazione, arrivando ad una nuova convenzione, sviluppando la farmacia dei servizi. E’ indubbio che questo sia un passaggio complesso, dobbiamo prepararci a lavorare in una nuova dimensione economica. E’ una sfida difficile, che vedrà l’impegno di Federfarma a supporto dei titolari“.
Abbiamo chiesto alla Dottoressa Racca un commento anche sulle critiche che sono arrivate da più parti al suo operato, compresa la lettera del Dottor Ambreck che ha fatto tanto rumore nell’ambiente.“Di lettere – chiosa la Presidente – ne ho ricevute tante sia di consenso che di critica. Non si può affermare che ci sia stata impreparazione o che le scelte non siano state condivise. Non c’erano molti percorsi alternativi da intraprendere. Purtroppo ci siamo trovati di fronte una parte politica, il Pdl, che affermava di voler tutelare l’equilibrio farmaceutico, un’altra che rivendicava spazi per le parafarmacie. Le logiche politiche hanno prevalso sull’operato di Federfarma, ma il nostro impegno per aiutare le farmacie a recuperare valore non si ferma qui”.