L’Ausl di Rimini risponde alla richiesta di risarcimento danni avanzata dalla Federfarma della Provincia di Rimini per la distribuzione diretta giudicata massiccia di farmaci da parte dell’Ausl. Federfarma ha anche annunciato uno sciopero per il 2 aprile.
Il Direttore Generale dell’A.USL di Rimini, Marcello Tonini,scrive: Una serrata è il termine che indica la chiusura forzata di un esercizio da parte di datori di lavoro, mentre per sciopero s’intende l’astensione dal lavoro dei dipendenti (salariati). Non è cosa da poco perché chiarisce molto i termini del discorso. Dopo le prese di posizione di taxisti, banchieri, bagnini e commercianti, ora anche le farmacie. Stiamo assistendo ad una progressiva presa di coscienza collettiva che esiste sempre un livello superiore che determina le regole del gioco, anche per coloro che pensavano di essere, per chissà quale diritto divino, esenti da ogni ingerenza. Quando cambiano davvero le regole, il vento del cambiamento soffia per tutti. Ci si accorge che le liberalizzazioni, per quanto caute e mediate, per incidere devono indurre nuove prospettive, nuovi orizzonti e, speriamo, un riequilibrio d’interessi. Qualcuno dovrà ridimensionarsi, perché qui si tratta di aggiungere posti a tavola. Così come i datori chiedono contratti di solidarietà ai dipendenti, altrettanto essi dovranno farlo al loro livello di scala.Spiace rilevare che Federfarma continui a giocare la carta del vittimismo ventilando chissà quali sfracelli organizzativi nella rete di distribuzione delle farmacie sul territorio: si troveranno sempre soluzioni opportune per garantire un servizio essenziale: ci mancherebbe altro!. E’ proprio questo che molti non capiscono; che le posizioni di vantaggio sono (speriamo) in via di esaurimento, anche se i colpi di coda finali possono nuocere.
E’ quello che sta accadendo con Federfarma che accusa l’Azienda Sanitaria di Rimini di aver sottratto “guadagni” alle farmacie riminesi violando accordi e intese pregresse. Fermo restando che l’azienda USL di Rimini è certa di non aver agito mai in modo difforme dalle norme, quello che ci preme sottolineare è che tutto quanto è stato fatto, ha avuto la sua ragione d’essere solo per mantenere e migliorare i servizi complessivi resi alla sua popolazione di riferimento. E ad ogni modo vanno sfatati alcuni falsi miti. In primis quella di Rimini non è l’A.USL che ha la spesa farmaceutica pro-capite pesata più bassa della regione, come Federfarma millanta: vi sono due Aziende emiliane che hanno costi inferiori. Poi la presunta penalizzazione delle farmacie rurali: condividiamo, lo ripetiamo ancora una volta, la preoccupazione rispetto alle farmacie rurali, ma proprio per questo abbiamo dedicato particolare attenzione alla questione: la distribuzione diretta per la zona dell’Alta Valmarecchia è stata da subito molto ridotta al punto che solo pochissimi cittadini ne usufruiscono. Non si utilizzi quindi strumentalmente questo tema per coprire la vera questione: i soldi che le farmacie più ricche vedono un po’ ridursi.
Non ci aspettiamo certo un premio per il nostro operato, ma solo in un mondo alla rovescia possiamo immaginare di sentirci accusati. Soprattutto da parte di chi, per chissà quale privilegio normativo, deve essere rimborsato dalle aziende sanitarie a trenta giorni, unico fornitore tra tutti quelli che invece attendono, di regola, purtroppo, alcuni mesi. Ci paiono incontentabili.
Sarebbe stato meglio, per non avere noie, non fare la distribuzione diretta, o dare alle farmacie i tre milioni che chiedono, ridimensionare corrispondentemente o tagliare servizi sanitari, e alle rimostranze dei cittadini allargare le braccia dicendo “se non abbiamo risorse che volete che facciamo?”. Noi abbiamo cercato altre vie, magari impervie, magari pestando qualche piede, ma il traguardo val bene l’impegno. Noi abbiamo cercato, e cerchiamo ancora, ogni strategia possibile per non sprecare le risorse economiche assegnateci dalla comunità per garantire un servizio universale e solidaristico: possiamo dimostrare di averlo fatto anche per un solo euro, e cercando di coinvolgere, in questo, tutti i soggetti di buona volontà, come si stanno dimostrando, tra gli altri, i medici di famiglia, o i cittadini che, pur non essendovi forzati, stanno aderendo all’iniziativa della distribuzione diretta con grande senso civico. Anzi, rilanciamo ulteriormente, se qualcuno pensa che ci siano reali sprechi ancora in atto, ce lo segnali liberamente e ci daremo da fare.
Lo stesso discorso vale anche per chi non ha capito che la vera battaglia futura non sarà di rosicchiare qualche consenso demagogico su piccole questioni marginali, sventolate come grandi vittorie sindacali o meno, ma di ricercare collaborazioni su grande scala per tenere unito un sistema sanitario che si sfilaccia giorno dopo giorno sotto i colpi di chi percepisce in quest’area solo l’interesse economico e non vede l’ora di cannibalizzare le parti buone e redditizie, lasciando al pubblico le parti dove non ci si guadagna nulla. Solo in un mondo alla rovescia questi sono i buoni>>.