RIMINI- Giornata mestamente storica quella di lunedì 2 aprile: le farmacie private dell’intera provincia terranno chiuse le saracinesche in segno di protesta “contro la direzione generale dell’Asl di Rimini per l’atteggiamento ostile nei confronti delle farmacie territoriali”. Una serrata senza precedenti in Emilia-Romagna, dovuta all’assoluta anomalia riminese: la distribuzione diretta dei farmaci in ospedale in dosi massicce, tanto che la sola Asl provinciale da sola realizza un quarto dell’intera distribuzione diretta di tutta la regione, 750mila pezzi nel 2011, uno smercio equivalente a quello di 12 farmacie stando ai dati a disposizione dei privati.
La vicenda, non nuova ma dalle proporzioni numericamente sempre più vaste, ora procede per le vie legali: Federfarma Rimini, l’associazione dei proprietari di farmacie, è passata alle carte bollate diffidando l’Asl dal continuare la pratica, in violazione dell’accordo con l’assessore regionale Lusenti che ne prevedeva la diminuzione. Non solo: ha dato mandato per una causa civile di risarcimento danni per circa 3,3 milioni di euro di mancati ricavi. Infine ha inviato un esposto alla Corte dei Conti perché nella distribuzione diretta non viene fatto pagare il ticket regionale di compartecipazione (per diverse fasce di reddito) deciso l’anno scorso, che invece le farmacie hanno l’obbligo di far rispettare.
“Anomalie e concorrenza sleale”, dice il presidente provinciale Federfarma Roberto De Luigi. “La distribuzione diretta è una repubblica indipendente, non osserva turni, non ha controlli”, aggiunge Giuseppe Rasponi delle Farmacie Rurali. Ma quello che fa l’Asl è economico per il Servizio Sanitario Nazionale? “Non c’è alcuna convenienza economica – risponde De Luigi – in media un farmaco distribuito da noi costa 7 euro, direttamente dall’Asl 6,58 ma mancano all’appello altri costi non documentati”. I dati resi pubblici dall’Asl sulla spesa della distribuzione diretta: 4,4 mln per acquisti, 552mila euro per il personale, ma non sono chiari i costi sostenuti per logistica, trasporti, stoccaggio.
Sotto accusa inoltre l’accordo Asl-medici di base che premia con incentivi chi aumenta le prescrizioni di farmaci equivalenti, anche grazie all’“aiutino” visivo del software dove i farmaci in nero sono off-limits, i rossi quelli da prescrivere.