È appena terminata a Roma l’Assemblea Nazionale Federfarma convocata in via urgente e straordinaria per discutere, tra l’altro, l’interpretazione fornita dal ministero della Salute sull’articolo 11, con particolare riferimento alla pianta organica e all’età pensionabile del titolare di farmacia.
Accogliendo le richieste della Commissione di garanzia per lo sciopero nei servizi pubblici essenziali e facendo seguito alla dichiarazione rilasciata dal ministro della Salute Renato Balduzzi all’Ansa, l’Assemblea ha deciso di sospendere lo sciopero del 29 marzo.
Riportiamo di seguito l’agenzia Ansa contenente la dichiarazione del ministro:
”Si cerchera’ una soluzione, ci sono i margini per una riformulazione della norma e assicurare la garanzia di tutte le esigenze coinvolte”. Cosi’ il ministro Renato Balduzzi sulla norma del decreto liberalizzazioni che prevede l’obbligo per i titolari di farmacia, una volta raggiunta l’eta’ della pensione, di nominare un altro direttore, pena la chiusura, e contestata dai farmacisti che minacciano la serrata il 29 marzo. Per ora, ha detto, l’interpretazione del testo ”e’ l’unica possibile”.
Caro e stimato dr. Sechi
E’ mezzanotte e sono ancora in studio ( ovviamente da solo i miei collaboratori fuggiti alle
18′, ma non mi lamento sono eccellenti) comunque famiglia a casa e mi tiene compagnia
il mio jack russel fidato che fra un po’ a furia di sentirmi parlare al telefono di
pensionamento, successioni, conferimenti di farmacie si sta innervosendo; mi prendo una pausa e sfoglio le ultime notizie: sciopero revocato con una motivazione del ministro
che di chiaro ha poco, anzi prima dice ci sono spazi per una revisone della norma ma per Ora questa e’ l’ unica interpretazione possibile. Insomma come Se Bruto dicesse a Cesare ora ti accoltello ma poi si vedra’ che fare. Il parafarmacista di Varese fa ricorso al tar
e il tar legittima la sua pretesa inviando il tutto in corte di giustizia si riapre la questione fascia C. Tra l’ altro mi chiedo ma il direttore di parafarmacia nonva in pensione a 65 anni? Non ce l’ ho con la categoria, ma se si vuole un’ equiparazione
dei ruoli qualcosa mi sfugge. Ma quando finira’ questo stillicidio? Come farlo
terminare . Non so che dire, potrei sfoderare le mie poche e remote conoscenze di diritto pubblico ma che serve scrivere, mi sembra che il principio che sta per passare sia il
primo che
arriva meglio si accomoda ( si dice cosi?). La metto sull’ ironico ma quando non c’e’
certezza del futuro si crea disordine e nel campo della salute cio’ e’ drammatico.
Siamo al punto che il peggior nemico del farmacista e’ il farmacista stesso.Homo hominI lupus
Caro Sechi lei dorme ora, la ammiro molto per la sua dedizione alla professione. Lei che ne pensa visto che Ella mi pare uno dei pochi Crociati rimasti? Giovanna d’ Arco che stimo infinitamente per cooscenza personale anche se mai approfondita non puo’ combattere da sola, ma tempus fugit.
In piu’ non di voglia dimenticare la norma sulle successioni che e’ spaventosamente iniqua e dimenticata: la farmacia e’ un’ azienda e molto spesso indebitata per investimenti diretti all’acquisto e al miglioramento del servizio e che succede in quei sei mesi piu’ il lasso di tempo per la presentazione della successione se il farmacista lascia eredi minori? Mi fa un po’ ribrezzo il pensiero di chi vorrebbe espropiare a causa di morte, mi odora di ingiusto. Cosi’ dovevo. confido di incontrarla presto M.F. Mascheroni
Vero e’ che i signori della Farmacia. “i grandi professionisti” tipo Jorio, Duchi, Cavallaro, Masceroni e altri sono dei grandi sostenitori dello stao precedente perche’ vivono (economicamente e bene) per la farmacia e non gli importa se un farmacista dipendente possa avere piu’ chances professionali assumendo la direzione di certi farmacisti ottantenni che neanche sanno piu dove sia la loro farmacia e razolano solo gli incassi.
Io faccio di fatto il direttore a 1400 euro al mese, e neanche potrei aprire una parafarmacia, e il mio titolare ha 82 anni con un a farmacia dal fatturato iperbolico. Vogliono essere garanti della tutela della salute pubblica, a 85 anni non lo si puo’ pretendere.
Distinti Saluti.
Il farmacista dipendente
Mi spiace non approvare per nulla questo che lei scrive Fabrizio:
“Vero e’ che i signori della Farmacia. “i grandi professionisti” tipo Jorio, Duchi, Cavallaro, Masceroni e altri sono dei grandi sostenitori dello stao precedente perche’ vivono (economicamente e bene) per la farmacia e non gli importa se un farmacista dipendente possa avere piu’ chances professionali assumendo la direzione di certi farmacisti ottantenni che neanche sanno piu dove sia la loro farmacia e razolano solo gli incassi.”
In quanto sono stati proprio i grandi professionisti della farmacia a fare da monito da sempre che una tale chiusura del mondo farmaceutico, sopratutto da parte degli organi di categoria (Federfarma, ecc) avrebbe portato a devastanti conseguenze, mentre una maggiore apertura avrebbe permesso alla farmacia italiana di adeguarsi pian piano al mondo che chiedeva anche ad i farmacisti di adattarsi alle nuove regole dell’economia mondiale.
Mente quoto e concordo in pieno con questo punto:
“Vogliono essere garanti della tutela della salute pubblica, a 85 anni non lo si puo’ pretendere.”
Bisognava fissare un limite, ma non di certo quello dei 65 anni, una via di mezzo sicuramente sarebbe stata perfetta, dubito fortemente anche io che ad 82 anni (Anche se immagino possano esserci eccezioni) un titolare possa avere la forza per affrontare gli impegni che una farmacia possa comportare
Felice Guerriero
Nulla pretendo ma essendo un collaboratore a titolo gratuito di codesta testata che la redazione approvi che qualcuno mi accusi unitamente a stimati professionisti con cui collaboro da anni di avere interessi economici a mantenere un certo tipo di pensiero e status quo, mi infastidisce un po’. sono un libero professionista ed e’ pacifico che il mio pensiero che con poca modestia ritengo autorevole non sposti di un millimetro il pensiero del legislatore. Ho scritto su autorevoli testate che era priorita’ quella della revisione del CCNL dei farmacisti, sulla direzione ho espresso parere contrario a quello della Commissione Studi del Senato e di Federfarma ricevendo una tirata di orecchie ritengo, convenendo con Guerriero che si possa trovare un giusto equilibrio, sarebbe sufficiente un congruo termine per sistemare le questioni pendenti, altrimenti lo ribadisco senza nulla temere che la privazione della sede o puranco l’ imposizione della direzione senza l’ apposizione di un termine ragionevole e non di pochi mesi abbia il
carattere dell’ esproprio di una realta’ che comunque e’ di tipo aziendale e
quindi soggetta alle regole del diritto privato e i blitz In codeste materie saporano di regimi di oltrecortina ( ovviamente non d’ ampezzo). Distinti saluti. M.Mascheroni
Scusa Felice, come al solito sono sanguigno e ho letto male il tuo commento.
Pubblica ammenda.
E’ notizia di oggi che alcune Regioni hanno ritenuto la diffida di Federfarma circa eventuali interventi sul pensionamento obbligatorio assolutamente ininfluente, confermando il parere del Ministro Balduzzi. D’altra parte vi era poco da interpretare.
Confido, che nella ragionevolezza di assicurare un alto livello nel servizio farmaceutico garantito anche da una direzione sanitaria accorta e nel contempo di non volere sradicare un sitema gia’ troppo minato, si trovino soluzioni che garantiscano ben tuttavia un sufficente lasso di tempo perche’ si possa attuare il precetto normativo senza interventi affrettati tali da porre a richio sia l’attivita’ imprenditoriale siaa la presenza territoriale del servizio farmaceutico soprattutto nei piccoli centri.
Mi scusino refusi e punteggiatura ma scrivo non rileggo stampo e poi rileggo e mi accorgo degli starfalcioni. Da domani scrivo, rileggo, correggo e poi stampo. M. F Mascheroni
Strafalcioni oddio. Stop
Ah Ah molto simpatico il docto, almeno ci rallegra. E’ vero ma i titolari di parafarmacia sono eterni e noi da rottomare?
Ma perche’ si muovono prima, ottengono tutto e i nostri pensano solo alla futura convenzione che sara’ un’altra delusione? Mi sembra che Federfarma stia diventando una monarchia assoluta.
Pasquale Sechi, Egregio Professore Mascheroni, la sua stima mi inorgoglisce davvero. Non ho dormito neanche io stanotte e ripensavo a ciò che è accaduto ieri; nella mia mente ho rivissuto attimo dopo attimo ogni istante dell’ assemblea e continuavo a vedere un immenso Boa conscriptor che avviluppava tutti i componenti della stessa e li soffocava lentamente. Un incubo, caro professore, ma a me mancava l’aria e le mie urla non uscivano e mi restavano soffocate dentro. c’era una sola cosa seria da fare ieri ma gli egoismi e i mal riposti amor propri lo hanno impedito: TUTTI A CASA. Tutti a casa. Era la logica risposta di chi ha coscienza e amor proprio. E’ stata proposta da un mio caro amico, non sono solo si rassicuri. Siamo tanti ma purtroppo siamo vittime di un peccato originale, non quello di EVA però: diciamo quello che pensiamo a persone che hanno le stesse nostre convinzioni ma hanno paura di esprimerle là dove servirebbe. Facile essere isolati, quindi,in un’assemblea dove il problema più cogente da risolvere è stato se affidare le mozioni al voto palese con appello nominale oppure rifugiarsi nel limbo del voto segreto . la Sua “lettura” , caro Professore è perfetta: mi ha fatto venire il sospetto che lei fossi li presente. I punti critici da lei evidenziati sono stati trascurati soprattutto dai tanti miei colleghi che credono di aver trovato, anche in questa legge appena approvata , “personali” soluzioni ai loro problemi. Forse non hanno ancora compreso che l’attacco è sferrato soprattutto all’impresa individuale destinata a morte certa nell’arco di un lustro. Giusta l’osservazione sul pensionamento dei direttori di farmacia al raggiungimento del diritto alla pensione. Ma c’è un altro aspetto che mi piacerebbe approfondire con lei in quanto esperto di diritto: l’art. 11 ha equiparato nel punteggio il titolari e direttori di farmacia ai DIRETTORI DI PARAFARMACIA. Ritengo che l’equiparazione non possa, sic ac simpliciter, avere una semplice valenza matematica ma che dia in sostanza un riconoscimento di RUOLO SANITARIO ANCHE AL DIRETTORE di parafarmacia. Se così è, e la materia lo consente, qualora il direttore di parafarmacia dovesse vincere ed accettare la sede di una qualsiasi farmacia, ai sensi e per gli effetti dell’art. 102 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie, deve decadere dalla direzione della parafarmacia, in quanto il ruolo di farmacista in farmacia è incompatibile con qualsiasi altra professione sanitaria. Degli altri problemi importanti e serissimi credo che avremo modo di parlarne. Non dimentichi,però, che sono un semplice farmacista rurale che, quando fu eletto alla presidenza della federfarma di Oristano ebbe, come prima preoccupazione, l’acquisto del “Cipollone” il testo di raccolta di tutte le leggi sanitarie, ritenendo, già da allora, che il solo modo per tutelare i colleghi doveva essere basato sulla conoscenza delle norme che lo disciplinano. Ne sono ancora convinto. A presto, Pasquale Sechi
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