Progetto MEF, da sette anni si attende che parta

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E mentre Federfarma, chiamata pesantemente in causa nel servizio andato in  onda nella popolare trasmissione “Le iene”, minaccia querele, il consigliere regionale del PD, Michele Petraroia presenta un’interrogazione. Con la speranza di avere da Iorio o dall’assessore alla sanità Di Sandro una risposta su una vicenda intricata e per molti aspetti paradossali. Il progetto MEF nasce dall’esigenza di trovare un rimedio contro le frodi poste in essere da alcuni farmacisti, tra cui la pratica di apporre ulteriori fustelle dei farmaci sulle ricette, all’insaputa degli assistiti, con o senza la connivenza del medico prescrittore, in modo da incassare più soldi. Se si riuscisse a eliminare questo comportamento illecitoin Italia si risparmierebero, secondo l’ex ministro Mario Baldassarri, tra i 6 e i 7 miliardi di euro. Baldassarri è colui che il 12 maggio del 2005 firmò, nella veste di viceministro dell’Economia, il protocollo d’intesa con la Regione Molise, sottoscritto da Michele Iorio, avente come oggetto “Progetto sperimentale MEF per il Sistema di monitoraggio e validazione della spesa farmaceutica a carico del Servizio Sanitario Nazionale mediante utilizzo di tecnologia innovativa basata su macchine validatrici periferiche multifunzionali, finalizzato al contenimento della spesa pubblica farmaceutica”. Dal protocollo d’intesa sarebbero dovuti discendere atti operativi e concreti. E infatti la Regione Molise con le delibere di Giunta Regionale n.645 del 31 maggio 2005 e n.1319 del 5 ottobre 2005 dava seguito all’intesa incaricando la Molise Dati s.p.a., sua società d’informatica “in-house”, di attuare il “Progetto MEF” specificando che: “L’importo relativo alle spese d’investimento del progetto ammonta ad Euro 8.880.000,00 (IVA compresa) di cui Euro 4.776.000,00 (IVA compresa) a carico della Regione.”; “Il compenso spettante per il Progetto MEF verrà così pagato: 4.776.000,00 (IVA compresa) subito e comunque nell’anno 2006 ed Euro 2.520.000,00 (IVA compresa) all’anno per nove anni.” La vicenda è stata ricostruita nei suoi passaggi essenziali proprio da Petraroia. “I pagamenti dei canoni del progetto  – si affermava nelle delibere di giunta – inizieranno solo al collaudo definitivo dei lavori previsti dal progetto”. Oltre a questi pagamenti, che avrebbero coperto solo una parte dei costi del progetto, veniva riconosciuto un “compenso aggiuntivo … al progetto MEF, fissato nella misura del 12% dei risparmi reali generati oltre quelli dichiarati (cioè euro 7.900.000,00, pari al 10% della spesa farmaceutica territoriale del 2004, per il progetto MEF). Per queste ulteriori particolarità del progetto si stabiliva che tali pagamenti la Regione li avrebbe fatti annualmente e “solo a dimostrazione avvenuta della differenza tra il risparmio effettivo e il risparmio dichiarato”. In Molise si deve mettere in piedi una sperimentazione che potrebbe fare da modello di riferimento per l’intera Penisola. Tra varie vicissitudini si arriva a luglio 2009 quando il progetto – questo risulta dalla corrispondenza Molise Dati-Anas – viene definitivamente collaudato e che quindi, come scrive l’esecutivo di Michele Iorio,  “da settembre 2009, l’intero sistema deve considerarsi posto in condizione di funzionalità e a disposizione della Regione”. Federfarma Molise, l’associazione che riunisce i farmacisti molisani, in un primo momento aderisce al progetto, “ma poi – denuncia Petraroia – e inspiegabilmente ha frapposto problemi all’avvio dello stesso”. Il consigliere del PD evidenzia che “Molise Dati SpA a tutt’oggi ribadisce che la mancata adesione dei farmacisti è l’unico motivo del non avvio del Progetto MEF, sollecitando la Regione a valutare ‘le forme di partecipazione coattiva degli stessi’ per far partire finalmente l’attività delle macchine validatrici delle ricette”. La Regione, finora, ha speso oltre 4 milioni di euro per un progetto che però non è mai partito. E in questi anni la Regione non ha mosso un dito per far partire il MEF. Anzi, si è aperto un contenzioso tra la stessa Regione e la società che ha portato avanti il progetto. E la stessa società ad un certo punto ha di fatto chiuso i battenti mettendo in mezzo alla strada i suoi dipendenti. Il problema è che non si vede una via d’uscita.

E forse nemmeno il servizio de “Le Iene” riuscirà a muovere le acque…

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