“La Crescina? Perfettamente inutile” E il PM Raffaele Guariniello indaga l’azienda

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Secondo l’Istituto superiore di sanità “non vi è alcuna evidenza scientifica di un’attività del prodotto per far ricrescere i capelli”. Il rapporto era stato richiesto dal magistrato torinese. Indagato per frode il titolare della Labo Europa, che commercializza il cosmetico.

Lo dicevano gli esperti e ora lo dice anche l’Istituto superiore di sanità, che ha effettuato uno studio su incarico della Procura di Torino: la Crescina, uno dei più noti e reclamizzati prodotti per combattere la calvizie, non fa ricrescere i capelli. E il pubblico ministero torinese Raffaele Guariniello ha iscritto nel registro degli indagati il titolare della Labo Europa srl di Padova, che commercializza il prodotto in Italia, per l’ipotesi di reato di frode in commercio. La relazione dell’Iss non lascia spazio a molti dubbi: “Non vi è – scrivono gli estensori del rapporto – alcuna evidenza scientifica di un’attività del prodotto per far ricrescere i capelli”, come invece, al contrario, viene reclamizzato in alcuni spazi pubblicitari, che sottolineano la capacità di “risveglio delle cellule staminali assopite”. Ma anche questo effetto, secondo la relazione, “appare immotivato” in quanto il prodotto “non ha alcuna capacità di agire sulle cellule staminali o sul follicolo pilifero”.
D’altra parte – evidenziano ancora i tecnici dell’Iss – se le affermazioni dell’azienda fossero vere il prodotto non potrebbe essere definito un cosmetico ma dovrebbe essere qualificato come farmaco e, quindi, dovrebbe essere soggetto a controlli approfonditi prima di essere messo in commercio. Per queste ragioni Guariniello ha trasmesso gli atti al ministero della Salute.

Che la Crescina non fosse un farmaco ma un dermocosmetico, senza alcuna proprietà curativa, lo aveva già detto Paolo Gigli, uno dei fondatori della Società italiana di tricologia: “Al massimo – precisa – questo prodotto, così come altri simili, può avere qualche effetto estetico, come il far sentire il capello più ‘corposo’ al tatto, ma da qui a una cura per la calvizie c’è una grande distanza”.

Già in passato la Crescina aveva avuto problemi per le ”promesse miracolose” dei suoi spot. Nel 2009, uno di questi, che aveva come protagonista il calciatore Ronaldo, era stato sanzionato dall’Authority con 240.000 euro di multa.
Secondo il farmacologo Silvio Garattini, “servirebbe un maggiore controllo sulle pubblicità dei prodotti cosmetici che promettono risultati mirabolanti, in modo che chi li compra abbia un minimo di garanzie scientifiche sulla loro efficacia. Invece, attraverso la pubblicità si può dire quello che si vuole”.
Ribatte colpo su colpo, naturalmente, la Labo Europa che si dice “tranquilla” sull’intera vicenda e “sorpresa” per l’iscrizione del titolare nel registro degli indagati. ”Dal 1998 – spiega l’azienda – Crescina ha ottenuto tre brevetti internazionali: quello svizzero, quello europeo e quello statunitense. Nel corso di questi anni anche in Italia ha ottenuto migliaia di attestazioni di efficacia sottoscritte dagli utilizzatori e dalle farmacie”.
Al contrario di quanto afferma l’Iss, sempre secondo il produttore, “è supportata da numerosi test di efficacia svolti da laboratori indipendenti in Italia e in vari Paesi europei e da pareri tecnici sull’efficacia e sulla natura cosmetica del prodotto di autorevoli esperti in materia”. La Labo Europa, infine, sottolinea di disporre “delle prove documentali di quanto affermato”.

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