questa informazione di parte, messa in atto da diversi anni e mai contrastata in modo efficace da federfarma, ha portato l’opinione pubblica ad avere un’idea distorta della realtà; realtà che potrà quindi essere cambiata senza forti opposizioni. quando poi il sistema sarà saltato tutti si accorgeranno, forse, del danno fatto, ma sarà troppo tardi……un po’ come è accaduto in gracia un decennio fa e come è accaduto in francia in tempi più recenti costringendo poi i governi delle due nazioni a rivedere le politiche sulle farmacie per poter continuare a garantire un servizio che si stava perdendo, senza perdere il controllo della spesa farmaceutica (vedi grecia per questo secondo punto).
In conclusione… meglio il modello inglese… dove a detta dello store manager di boots… le farmacie sono in mano alle multinazionali… le farmacie sono più business che in Italia… dove gli inglesi prendono medicine per ogni cosa… bello proprio bello questo modello inglese…
… Con la sua Holding controlla la sanità di diverse regioni italiane e gran parte del mercato della distribuzione dei farmaci e con “controllo” di un notevole numero di farmacie. È tra i primi 10 uomini più ricchi in Italia ed è in grado di influenzare il mercato farmaceutico (e il sistema farmacia) più di quanto non possano fare gli strumenti economici delle regioni….
volevo mandare la disdetta a sky ma dopo aver visto il servizio penso che rinnovero’ l’abbonamento………ottimo servizio inquadrato perfettamente lo stato delle farmacie in italia…..
E tu credi che in 20 minuti siano riusciti a racchiudere il succo della farmacia italiana?
Non basterebbe un secolo per raccontare tutto 🙂
Comunque felice per te nell aver mantenuto l’abbonamento a Sky… anche perchè alternative non ve ne sono… in un paese dove improvvisamente tutto è diventato libero…!
Sembra che sui media sia stata inaugurata una nuova tendenza giornalistica propensa alla superficialità ma determinata a conseguire i risultati diffamatori necessari a validare gli impianti legislativi di cui sono oggetto alcune categoria di professionisti. In special modo i farmacisti titolari di farmacia.
Dopo la trasmissione “Ballarò” su RAI3, “Le Iene” su Mediaset, e giornalisti come Santoro, Floris, ecc. è adesso il turno di SKY.
Guarda caso, nel reportage, dopo aver legnato ben bene i titolari di farmacia e santificato i poveri giovani laureati che non possono aspirare alla titolarità, gli autori magnificano il modello inglese, patria di Murdoch e dell’ing. Pessina (Alliance-Unichem Boots).
La farmacia dove esercita infatti il giovane farmacista manager, almeno per come si vede nel video, è una farmacia Boots!
La voce narrante però dimentica volutamente di dire che mentre in una farmacia italiana lavorano mediamente un farmacista ogni 400.000 euro di fatturato, in quelle inglesi l’unico farmacista è il direttore non proprietario e il resto son commessi senza titolo di studio.
Il fine è di proporre e assurgere a esempio una farmacia aperta al capitale, con schiavetti laureati (e non) a sgambettare per la multinazionale proprietaria.
Per quanto concerne il capitolo “farmaco veterinario” si evita di citare quanto poco esso sia oramai trattato dalle farmacie territoriali. Infatti i farmaci veterinari vengono somministrati all’atto della visita dai veterinari stessi e successivamente acquistati direttamente in ditta dagli allevatori.
Anzi, con veterinari compiacenti, pagati o dai distributori o dalle aziende farmaceutiche, il farmaco arriva senza intermediari agli allevatori. In alcuni casi anche dall’estero (paesi dell’Est Europa) con fatture false, evadendo controlli e tassazione.
Parte di tali prodotti finisce anche in circuiti clandestini e va ad alimentare il traffico di anabolizzanti, spesso scoperto dalla Guardia di Finanza e dai NAS nei club di attività sportive e cultura fisica (body-building).
Tragicomica è invece la situazione del “povero” fornaio-farmacista, costretto a elemosinare il lavoro di famiglia al padre e al fratello a causa dei magri incassi della sua para-farmacia che non gli consentirebbero di vivere dignitosamente.
Lo vada a dire a quei colleghi titolari che esercitano in paesini sperduti di 500/1000 anime, come sul sub-Appennino Dauno dalle mie parti!
Di una cosa posso essere certo, in quanto lo vedo con i miei occhi.
Il fornaio che abita di fronte casa mia va in giro in Porche Cayenne! E non è il solo panificatore qui nel mio paese.
Quando io spedisco una ricetta del SSN mi metto intasca puliti 95 centesimi (al netto dei costi e delle tasse). Il barista che mi offre il caffè che sorseggio con un amico la mattina, sul quel caffè, ne guadagna 60!
A proposito, un quintale di farina costa circa 40 euro dagli iniziali 26.
Da un quintale di farina si ricavano all’incirca 1,20/1.30 quintali di pane.
Ricordo che al tempo del fascismo il pane aveva un prezzo imposto: il panificatore doveva vendere il pane allo stesso prezzo al kg di quanto costava la farina.
Quindi con un incremento determinato dalla quantità di acqua che esso inglobava.
Aggiungo che era proibito vendere il pane fresco! Si poteva commerciare solo il pane panificato il giorno prima, poiché più leggero e con meno acqua.
Ora ditemi, se pago la farina 0,40 cent. al kg. e vendo il pane a 2/3 euro al kg. che ricarico ho applicato?
E quale guadagno ho ottenuto?
Avercelo un guadagno così proporzionato sul farmaco!
E quel panettiere-farmacista mi vuol far credere che è un “morto di fame”?
P.S.: alcuni link esplicativi sul costo delle farina:
questa informazione di parte, messa in atto da diversi anni e mai contrastata in modo efficace da federfarma, ha portato l’opinione pubblica ad avere un’idea distorta della realtà; realtà che potrà quindi essere cambiata senza forti opposizioni. quando poi il sistema sarà saltato tutti si accorgeranno, forse, del danno fatto, ma sarà troppo tardi……un po’ come è accaduto in gracia un decennio fa e come è accaduto in francia in tempi più recenti costringendo poi i governi delle due nazioni a rivedere le politiche sulle farmacie per poter continuare a garantire un servizio che si stava perdendo, senza perdere il controllo della spesa farmaceutica (vedi grecia per questo secondo punto).
In conclusione… meglio il modello inglese… dove a detta dello store manager di boots… le farmacie sono in mano alle multinazionali… le farmacie sono più business che in Italia… dove gli inglesi prendono medicine per ogni cosa… bello proprio bello questo modello inglese…
Video ovviamente finanziato/sponsorizzato dai Pessina… Saluti
chi sono i Pessina ? grazie
ciao vai qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Pessina
… Con la sua Holding controlla la sanità di diverse regioni italiane e gran parte del mercato della distribuzione dei farmaci e con “controllo” di un notevole numero di farmacie. È tra i primi 10 uomini più ricchi in Italia ed è in grado di influenzare il mercato farmaceutico (e il sistema farmacia) più di quanto non possano fare gli strumenti economici delle regioni….
volevo mandare la disdetta a sky ma dopo aver visto il servizio penso che rinnovero’ l’abbonamento………ottimo servizio inquadrato perfettamente lo stato delle farmacie in italia…..
E tu credi che in 20 minuti siano riusciti a racchiudere il succo della farmacia italiana?
Non basterebbe un secolo per raccontare tutto 🙂
Comunque felice per te nell aver mantenuto l’abbonamento a Sky… anche perchè alternative non ve ne sono… in un paese dove improvvisamente tutto è diventato libero…!
ciao!
Io ho lavorato quasi 20 anni in farmacia…..
il succo della farmacia italiana ?spremi ieri spremi oggi ….il succo e’ quasi finito, e credo che a bere erano i soliti pochi !!
Sembra che sui media sia stata inaugurata una nuova tendenza giornalistica propensa alla superficialità ma determinata a conseguire i risultati diffamatori necessari a validare gli impianti legislativi di cui sono oggetto alcune categoria di professionisti. In special modo i farmacisti titolari di farmacia.
Dopo la trasmissione “Ballarò” su RAI3, “Le Iene” su Mediaset, e giornalisti come Santoro, Floris, ecc. è adesso il turno di SKY.
Infatti il video proposto al seguente link:
http://video.sky.it/news/cronaca/casta_italia_la_ricetta_degli_intoccabili/v118470.vid
non è altro che una trasmissione di SKY, network di proprietà del magnate Rupert Murdoch ( http://it.wikipedia.org/wiki/Rupert_Murdoch ).
Guarda caso, nel reportage, dopo aver legnato ben bene i titolari di farmacia e santificato i poveri giovani laureati che non possono aspirare alla titolarità, gli autori magnificano il modello inglese, patria di Murdoch e dell’ing. Pessina (Alliance-Unichem Boots).
La farmacia dove esercita infatti il giovane farmacista manager, almeno per come si vede nel video, è una farmacia Boots!
La voce narrante però dimentica volutamente di dire che mentre in una farmacia italiana lavorano mediamente un farmacista ogni 400.000 euro di fatturato, in quelle inglesi l’unico farmacista è il direttore non proprietario e il resto son commessi senza titolo di studio.
Il fine è di proporre e assurgere a esempio una farmacia aperta al capitale, con schiavetti laureati (e non) a sgambettare per la multinazionale proprietaria.
Per quanto concerne il capitolo “farmaco veterinario” si evita di citare quanto poco esso sia oramai trattato dalle farmacie territoriali. Infatti i farmaci veterinari vengono somministrati all’atto della visita dai veterinari stessi e successivamente acquistati direttamente in ditta dagli allevatori.
Anzi, con veterinari compiacenti, pagati o dai distributori o dalle aziende farmaceutiche, il farmaco arriva senza intermediari agli allevatori. In alcuni casi anche dall’estero (paesi dell’Est Europa) con fatture false, evadendo controlli e tassazione.
Parte di tali prodotti finisce anche in circuiti clandestini e va ad alimentare il traffico di anabolizzanti, spesso scoperto dalla Guardia di Finanza e dai NAS nei club di attività sportive e cultura fisica (body-building).
Tragicomica è invece la situazione del “povero” fornaio-farmacista, costretto a elemosinare il lavoro di famiglia al padre e al fratello a causa dei magri incassi della sua para-farmacia che non gli consentirebbero di vivere dignitosamente.
Lo vada a dire a quei colleghi titolari che esercitano in paesini sperduti di 500/1000 anime, come sul sub-Appennino Dauno dalle mie parti!
Di una cosa posso essere certo, in quanto lo vedo con i miei occhi.
Il fornaio che abita di fronte casa mia va in giro in Porche Cayenne! E non è il solo panificatore qui nel mio paese.
Quando io spedisco una ricetta del SSN mi metto intasca puliti 95 centesimi (al netto dei costi e delle tasse). Il barista che mi offre il caffè che sorseggio con un amico la mattina, sul quel caffè, ne guadagna 60!
A proposito, un quintale di farina costa circa 40 euro dagli iniziali 26.
Da un quintale di farina si ricavano all’incirca 1,20/1.30 quintali di pane.
Ricordo che al tempo del fascismo il pane aveva un prezzo imposto: il panificatore doveva vendere il pane allo stesso prezzo al kg di quanto costava la farina.
Quindi con un incremento determinato dalla quantità di acqua che esso inglobava.
Aggiungo che era proibito vendere il pane fresco! Si poteva commerciare solo il pane panificato il giorno prima, poiché più leggero e con meno acqua.
Ora ditemi, se pago la farina 0,40 cent. al kg. e vendo il pane a 2/3 euro al kg. che ricarico ho applicato?
E quale guadagno ho ottenuto?
Avercelo un guadagno così proporzionato sul farmaco!
E quel panettiere-farmacista mi vuol far credere che è un “morto di fame”?
P.S.: alcuni link esplicativi sul costo delle farina:
http://borsa.granariamilano.org/archivio/listino.pdf
http://www.stampalibera.com/?p=20482
http://www.arezzoweb.it/notizie/speciale.asp?idnotizia=37929