I sessantacinquenni devono lasciare la direzione della farmacia Norma vessatoria che apre le porte alla illegalità

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Da pochi giorni migliaia di farmacisti hanno ricevuto, dagli organi competenti, una lettera con la richiesta di indicare il nuovo direttore.

Il comma 17, art. 11 della legge “Cresci Italia” e promulgato dal Presidente della Repubblica il 24 marzo 2012, impone, ai farmacisti titolari di farmacia che hanno raggiunto i 65 anni di età, di lasciare la direzione della farmacia e nominare un direttore entro 30 giorni dalla pubblicazione della norma.
Non entriamo nel merito, anche se definiamo questa norma vessatoria e probabilmente anticostituzionale, come segnalato nella nostra lettera inviata al Presidente della Repubblica in data 20 Marzo, invitando tuttavia coloro che sono interessati a fare ricorso attraverso i propri legali.
Evidenziamo invece la pericolosità di questa legge che in 30 giorni vorrebbe costringere i farmacisti a dover nominare un direttore, cosa impossibile per tutte quelle farmacie che sono classificate come ditte individuali, oltre il 70%, e che quindi devono trasformarsi urgentemente in società.

Riteniamo, quindi, sia impossibile trasformare una ditta individuale, con tutte le autorizzazioni richieste, in società in appena 30 giorni. Tale trasformazione è infatti tappa obbligata nel rispetto dell’art.11 della legge 362 del 1991, legge né abrogata né modificata, dove sono elencati i casi in cui il titolare di farmacia può legittimamente
nominare il Direttore.

Prima criticità
La scelta di un socio deve essere ben ponderata e valutata, chi affiderebbe al primo venuto la direzione della propria azienda?

Seconda criticità
La situazione debitoria cui versano moltissime farmacie a causa dei continui ritardati pagamenti e la continua riduzione dei margini, potrebbe indurre alcuni finanziatori, banche, grossisti, o altri soggetti più o meno occulti, ad imporre dei soci di comodo che in breve tempo possono rilevare l’intera azienda.

Terza criticità, la più pericolosa perché occulta.
Chi ha scritto questa norma si è lasciato guidare da logiche non certo chiare, che lasciano intendere un forte interesse a distruggere il sistema farmacia italiano e probabilmente rilevarlo a costo zero. Ciò non porta a nessun tipo di sviluppo o crescita per l’Italia!

Rimaniamo perplessi all’intervento del Partito Democratico che ha sollevato una forte difesa a questa norma, contro gli emendamenti presentati dal Senatore Luigi D’ambrosio Lettieri il quale ha avuto l’ardire di voler restituire quella legalità e costituzionalità che questa norma altera fortemente, tacciandolo di difendere una “Casta”, quella dei farmacisti, oramai considerati da tutti i media ” il male dell’Italia”.
Forse quella parte del PD legata a un grandissimo gruppo Economico Commerciale ha un forte interesse a rilevare tutto il sistema farmacia a discapito della popolazione? Altrettanto perplessi rimaniamo per le affermazioni del Presidente di Federfarma dr.ssa Racca che asserisce di non essere a conoscenza degli emendamenti presentati dal Senatore Lettieri.

Come mai un sindacato, troppo silente nonostante i devastanti interventi verso i suoi associati da parte di tutti i media e delle Istituzioni che dovrebbero invece tutelare il diritto alla salute come previsto dalla nostra ancora in vigore Costituzione, non era a conoscenza degli emendamenti regolarmente presentati e di cui si trova riscontro
pubblicamente anche nel sito del Senato?

Troppi interrogativi che tutti dobbiamo porci par tutelare il diritto, uguale per tutti, della salute e non delle logiche dell’economia e del commercio. Chi ha voluto questa norma spinge l’Italia nell’illegalità per puro interesse?

Roma 23 Aprile 2012
Il Presidente
Ettore Lembo

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