E’ giunta l’ora della votazione. In Toscana, dopo che il testo congiunto sull’utilizzo dei cannabinoidi è stato licenziato dalla Commissione Sanità del Consiglio Regionale, è venuto il momento di votare. La votazione ha avuto luogo e il risultato è stato un enorme e prepotente Si. Vedremo se ci sarà un effetto “esempio” da altre regioni italiane. E’ stata una votazione molto tesa, poichè si trattava di stabilire le nuove norme per l’uso dei farmaci cannabinoidi nella cosi detta “terapia del dolore”, ma sopratutto l’acme si è raggiunto sulle modalità di erogazione di questa tipologia di farmaci. Una degli autori del testo congiunto, Lucia Matergi (PD), prima della votazione aveva dichiarato: “Questo è un testo saggio capace di inquadrare l’esistente e di dare la possibilità al medico di poter ricorrere a questi farmaci”. La Toscana ha approvato la prima legge in Italia per facilitare l’uso di farmaci cannabinoidi. Cure come glaucoma, depressione, sclerosi multipla… potranno prevedere trattamenti a base di cannabis. Le strutture sanitarie avranno il compito di rendere più veloce ed efficace le forniture e di garantire anche un servizio domiciliare. Il consigliere Enzo Brogi spiega: “Gli studi mostrano come nel caso di malattie legate ai muscoli, come ad esempio la distrofia, l’uso di medicine a base di cannabinoidi sono in grado di ridurre anche del 50 per cento l’uso di morfina”. L’approvazione ha suscitato un lungo applauso nella sala sede della votazione. Presto tutte le novità su questo importante e interessante caso.
“In Toscana … si trattava di stabilire le nuove norme per l’uso dei farmaci cannabinoidi nella cosi detta “terapia del dolore”,…”
Niente del genere è accaduto, fortunatamente, in Toscana. Nonostante qualche riga più in basso, l’articolo contraddica questa prima dichiarazione, la frase potrebbe lo stesso dar luogo ad equivoci, con possibili gravi danni ai malati che pur non soffrendo di sintomi dolorosi, possono trarre giovamento dalla terapia con cannabis medica grazie ad una legge come quella approvata in Toscana. Inoltre potrebbe causare confusione tra gli amministratori delle prossime regioni interessate ad attivarsi.
La Toscana con la nuova legge 18/2012 non limita affatto la terapia con cannabis al sintomo dolore, anche se questa applicazione non è ovviamente esclusa. La competenza e responsabilità della prescrizione rimane esclusivamente del medico, la Regione si limita a mettere a disposizione gli strumenti perchè i medici possano agevolmente ricorrere a questi farmaci, permettendo ai malati di poter continuare la cura gratuitamente anche a domicilio, senza dover tornare in ospedale.
Ricordiamo ancora una volta, che la Legge 38 sulle “terapie palliative e del dolore” approvata in Senato nel 2009, è servita a facilitare la prescrivibilità dei SOLI farmaci oppioidi inseriti in Tabella II sez. A, allegato III bis, che da allora non hanno più bisogno di essere prescritti sul ricettario in triplice copia (specifico per gli stupefacenti inseriti in quella tabella), se utilizzati per la terapia del dolore.
Diverso è il caso del THC e dei farmaci o preparazioni galeniche che lo contengono, che non avevano nè hanno alcun bisogno di semplificazioni e facilitazioni prescrittive. Infatti l’inserimento dei cannabinoidi psicoattivi nella tabella II sez. B consente già da tempo al medico di prescrivere queste sostanze su ricettario semplice, prescrizione da rinnovarsi di volta in volta, o nel caso di farmaci esteri, tramite il modulo di richiesta di importazione predisposto dal ministero.
I cannabinoidi, e gli oppioidi per la terapia del dolore, sono due classi di farmaci completamente diversi, sia dal punto di vista farmacologico che da quello normativo. Ci auguriamo quindi di non sentir mai più parlare delle due classi di sostanze come se fossero omogenee, o da collegarsi per legge alla sola terapia del dolore.