La risposta di Federfarma, nel già pubblicato comunicato stampa è fumosa, piena di buchi, e senza dubbio un po’ farlocca. Rimandiamo le analisi approfondite ad altri articoli, ma intanto possiamo porre alcune semplicissime domande, ad esempio: perchè se la “Filiera e i grandi canali alternativi” non hanno bisogno di Federfarma per raccogliere i poveri e inutili dati delle farmacie, Federfarma si sta dando tanto da fare con questo progetto? Un’ altra domanda che viene naturale, almeno a chi scrive, è la seguente: ma è nei ruoli di un sindacato mettersi a formare partnership commerciali? Che io ricordi, i sindacati dovrebbero occuparsi d’altro, non di suggerire al proprio assistito collaborazioni con privati. Il problema risiede solo ed esclusivamente qui. Non si è mai contestato il lavoro di Ims, che giustamente fa il suo lavoro, e crediamo lo facciano anche bene se sono riusciti a convincere un sindacato a fargli da “cavallo di Troia” all’interno di una categoria. Qui, contestiamo il ruolo di Federfarma, che attraverso Promofarma si occupa di questioni che non dovrebbero esserle di competenza. Vediamo dei conflitti d’interesse, dei pericolosi territori grigi, delle paludi profondissime. Ricordo che spesso nelle formulazioni degli statuti Federfarma troviamo frasi come queste (presa nel caso specifico dallo statuto di Federfarma di Lecce): L’Associazione ha lo scopo di rappresentare gli iscritti e di tutelare gli interessi sindacali, economici e professionali della categoria, che rivestano carattere generale. Questo è quello che fanno i sindacati. Ed il carattere generale è una condizione importantissima. Non potendo realizzare onestamente propositi poco chiari usando direttamente il sindacato, si è pensato a Promofarma. Questa dovrebbe essere un’emanazione di Federfarma, una longa manus, un’estremità volta a fare i lavori “sporchi”. Ma se il collegamento tra Promofarma e Federfarma è talmente diretto, se la differenza tra i due enti è solo questione semantica, diventa tutto molto paludoso, e credo: pericoloso. A mio avviso, gli iscritti a Federfarma, ad oggi, si sentono profondamente presi in giro. Dopo una sonora stangata, ricevuta con le liberalizzazioni, il sindacato propone ai suoi iscritti (in alcuni casi si dice che la proposta sconfina in un suggerimento non tanto gentile, ma di questo non vi è prova tangibile), che il farmacista ceda i dati, che nell’esercitare la sua attività raccoglie, ad un privato (si badi bene, non ad un ente), che con questi dati farà giustamente molti soldi, ed il farmacista dovrebbe aderire a questo progetto per una finalità che “è quella di coniugare la nuova esigenza della categoria di preservare la conoscenza del dato SSN e allargare il monitoraggio all’intero mercato che interessa, senza gravare sulle farmacie, anzi fornendo loro nuove risorse e nuovi strumenti gestionali”. Ma stiamo scherzando? Federfarma dirama questo comunicato per fare delle precisazioni, visto che finora aveva pubblicato informazioni prettamente “tecniche”. No cari, il problema non era la tecnicità, il problema è che questo somiglia a qualcosa di losco. Non abbiamo prove schiaccianti che attestino il pieno malaffare, ma usando la logica, osservando cosa si propone, cosa e come ne scrivete, possiamo dare per certo che se non è losco quest’affare, per lo meno ci assomiglia molto. Troppo. Visto che questa categoria non gode certo di una buona considerazione negli ultimi tempi, e di questo ne è corresponsabile Federfarma, visto anche che l’immagine del farmacista ha bisogno di un bel repulisti, ed infine, visto che molti farmacisti titolari si sono un po’ stancati di essere turlopinati dal proprio sindacato, si inviterebbe Federfarma a limitarsi a fare il proprio lavoro. Questa volta, possibilmente, in maniera decorosa.
Una risposta a “PROGETTO ZENITH – Primi commenti a caldo sul comunicato di Federfarma”
[…] La risposta di Federfarma, nel già pubblicato comunicato stampa è fumosa, piena di buchi, e senza dubbio un po’ farlocca. Rimandiamo le analisi approfondite ad altri articoli, ma intanto possiamo porre alcune semplicissime domande, ad esempio: perchè se la “Filiera e i grandi canali alternativi” non hanno bisogno di Federfarma per raccogliere i poveri e inutili dati delle farmacie, Federfarma si sta dando tanto da fare con questo progetto? Un’ altra domanda che viene naturale, almeno a chi scrive, è la seguente: ma è nei ruoli di un sindacato mettersi a formare partnership commerciali? Che io ricordi, i sindacati dovrebbero occuparsi d’altro, non di suggerire al proprio assistito collaborazioni con privati – Continua a leggere […]