Dopo la battaglia sui farmaci di fascia C altre grane in arrivo per i farmacisti. Su circa un quarto degli oltre 16 mila titolari di farmacia privata pende infatti la ‘tegola’ della nuova norma che a 65 anni li manda in pensione e li costringe a nominare un direttore. Un provvedimento che – a detta dei titolari – costringerà chi non può permettersi di assumere un direttore a cedere l’esercizio o, in caso la cessione non andasse a buon fine, a chiudere ‘bottega’. E ad abbassarsi potrebbero essere molte saracinesche. Sono infatti oltre 4.400 i titolari che hanno compiuto o superato la soglia dei 65 anni d’età e che si ritrovano, per legge, a dover appendere il ‘camice al chiodo’ e nominare un direttore.E’ quanto emerge dall’analisi dei dati Enpaf (Ente nazionale previdenza assistenza farmacisti) sugli iscritti che hanno compiuto o che stanno per compiere 65 anni, in possesso dell’Adnkronos Salute. Nello specifico, ad aver già spento 65 candeline sono 4.439 farmacisti, di cui 2.748 uomini e 1.691 donne. Un discreto numero, se si considera che complessivamente i titolari di farmacia sono 19.278 (12.966 individuali di farmacia privata e 6.312 titolari soci, associati in partecipazione e collaboratori impresa familiare). Oltre 19 mila titolari per 16.246 farmacie private e 1.550 farmacie pubbliche.
“Dopo i tagli alla spesa, dopo le liberalizzazioni, dopo che i fatturati sono stati spostati alla grande distribuzione organizzata e i farmaci della fascia C sono usciti dalle farmacie – spiega all’Adnkronos Salute il presidente di Federfarma, Annarosa Racca – i titolari sono ora alle prese con un altro problema: la necessità di nominare il direttore al superamento dei 65 ani di età”. E i farmacisti si ribellano. “Sono già moltissimi – afferma Racca – quelli che hanno inviato lettere di protesta e sottolineato che la norma è incostituzionale e inaccettabile. Molti, su indicazioni fornite da Federfarma, si sono rivolti agli avvocati e prevedo molti ricorsi da parte dei titolari impossibilitati a sopportare l’onere economico di un direttore. Per questo – aggiunge – chiediamo al ministro e la parlamento la modifica della legge”. La norma della ‘discordia’ è figlia di un’interpretazione del ministero della Salute al decreto sulle liberalizzazioni e in particolare al comma 17 dell’articolo 11 che riguarda il limite d’età del direttore di farmacia. Il testo prevede, in sintesi, che dai 65 anni in poi il titolare della farmacia non può più esserne anche il direttore responsabile ma dovrà nominarne un altro. Una normativa, secondo Federfarma, in netta controtendenza rispetto alla logica dell’innalzamento dell’età pensionabile.”Tale imposizione – spiega Racca – è insostenibile perché i titolari di piccole farmacie a basso fatturato non sono in grado di assumere un farmacista dipendente cui affidare la direzione dell’esercizio. Ma, in caso di mancato adempimento della norma, il ministero della Salute si spinge fino a ipotizzare la chiusura della farmacia, penalizzando così i cittadini che resterebbero privi del servizio ed espropriando il titolare della propria azienda”.E ancora. Per il presidente della Federazione, la norma “va in controtendenza rispetto alla volontà generalizzata di ritardare sempre più il pensionamento dei lavoratori, ed è in contraddizione rispetto all’aumento a 65 anni del limite di età per la partecipazione al concorso straordinario per l’assegnazione delle farmacie di nuova apertura, prevista dallo stesso decreto-legge sulle liberalizzazioni. Un farmacista che, subito dopo aver vinto il concorso, compisse 65 anni – conclude Racca – non potrebbe gestire la farmacia finalmente assegnatagli”. Carlo Loreti, farmacista di Anticoli Corrado, in provincia di Roma, è uno dei 4.400 titolari che si trova a dover fare i conti con la nuova norma. Loreti, 66enne, titolare di una farmacia rurale sussidiata dal 1976, si aspetta che la norma venga modificata: altrimenti “sarò costretto a chiudere bottega”, spiega. Vendere in tempi brevi, infatti, sembra un’opzione difficilmente praticabile. “E chi se la compre una farmacia in un paese con meno di mille abitanti? Un esercizio che nel complesso ti lascia in tasca puliti non più di 20-22 mila euro l’anno?”, chiede. Numeri che pregiudicano anche l’assunzione di un nuovo responsabile. “Assumere un direttore di farmacia credo che costi complessivamente, tra stipendio e contributi, almeno 2.500 euro al mese. Dove li trovo?”, sottolinea Loreti. “Visto oltretutto che la Regione – aggiunge – è ferma a dicembre 2011 per quanto riguarda il rimborso dei medicinali venduti”.C’è poi un aspetto di questa legge che a Loreti non va proprio giù. “Mi chiedo – conclude il farmacista – perché per lo Stato io a 65 anni avrei bisogno di ‘una badante’ (il direttore, ndr) sul posto di lavoro quando ci sono ultrasettantenni e ultraottantenni che ricoprono incarichi pubblici molto più importanti”.
ok, sono tanti, ma quanti sono i giovani farmacisti disposti a fare “carriera” quanti in cerca di un lavoro? molti di più immagino! largo ai giovani!!