Le recenti dichiarazioni e dati, tra comunicati stampa ed interviste, pubblicati dal dottor Spandonaro, economista del Centre for economic and international studies (Ceis) di Tor vergata hanno portato al centro del dibattito sulla sanità italiana e su possibili ulteriori tagli, una ragionevolezza da molto tempo smarrita. Secondo l’economista, in breve, ulteriori tagli sono possibili soltanto a patto di ridurre drasticamente i servizi e le prestazioni. La manovra da 97,6 miliardi che il governo Monti avrebbe indicato come “spesa rivedibile” nel reparto sanità, sarebbe, per Spandonaro, la fine dell sanità come siamo abituati a pensarla in Italia. Il concetto di “spesa rivedibile” è evidentemente un proposito di riduzione spese non ancora del tutto identificate, ma la spesa sanitaria in Italia costa il venti per cento in meno che negli altri paesi europei. L’ottimizzazione è sempre necessaria, dei miglioramenti sono possibili, ma con oltre 97 miliardi di tagli si chiuderebbe del tutto il settore sanità. La politica della “spending review”, secondo l’economista del Ceis, è sempre un buona cosa, come atteggiamento, ma nel caso della Sanità Italiana, se si fanno ulteriori tagli bisognerà tagliare servizi e spostare nelle tasche dei cittadini alcune voci di bilancio. Spandonaro, mostra la sua perplessità per l’atteggiamento del governo che nei prossimi anni pensa di tagliare 28 di quei 97 miliardi dalle retribuzioni. Pare impossibile all’esperto del Ceis, visto che i contratti sono fermi da anni. Il progetto enunciato dal governo, sembra molto fumoso e poco chiaro: si parla di tagli per 97,6 miliardi ma non si sa dove, come e quando. Che sia solo propaganda?