La sesta farmacia continua a far discutere. Dopo il via libera del Governo al decreto Liberalizzazioni, all’interno del quale sono state introdotte alcune novità sostanziali per l’apertura di nuove farmacie, i Comuni devono individuare le zone dove collocarle in base al nuovo parametro, una ogni 3.300 residenti. «Dovevamo decidere entro 30 giorni – spiega il sindaco Francesco Brizio – se non avessimo preso in tempo utile questa decisione sarebbe subentrata la Regione o, in un secondo momento, il Governo stesso. Ecco perché era fondamentale assumere subito una decisione, per evitare che le scelte venissero imposte dall’alto». La Giunta ha optato così per via Gazzera, anziché per Devesi. «Cerchiamo di fare chiarezza. Non avevamo una soluzione A e una soluzione B. Abbiamo ripreso le scelte che erano state fatte per l’apertura delle farmacie sul territorio, nel 1992 – prosegue Brizio – quando si passò tra tre a cinque. La zona di Devesi era già contemplata in questa suddivisione e per quell’area venne collocata la farmacia in via Rossetti, che era proprio al margine. Non era stato possibile aprire le farmacie in ogni zona individuata per via dei limiti imposti. Dopo il decreto abbiamo semplicemente ripreso un percorso avviato e cercato di garantire un altro servizio ai nostri cittadini. Abbiamo richiesto anche i pareri, come previsto, all’Asl e all’ordine professionale dei farmacisti, che ha dato un riscontro favorevole. La collaborazione è ottima, basti ricordare che in città, grazie alla disponibilità dei titolari, viene garantita l’apertura di almeno una farmacia per 365 giorni l’anno».
Anche il vicesindaco Ruggero Vesco ha già chiarito la scelta della Giunta: «L’opzione di via Gazzera era già stata prevista dalle precedenti suddivisioni. A questo dobbiamo aggiungere che è questa la zona più convincente, anche da un punto di vista di reale sostenibilità». Si parla anche dell’ambulatorio di Devesi, un servizio che è stato accantonato. «Quello che avevamo fatto, qualche anno fa, era proporre ai medici di base di utilizzare una struttura presente in frazione ed alcuni avevano accolto questo invito – chiarisce ancora il sindaco – A cinque anni di distanza, di fronte alla proposta di essere loro a prendere in carico l’affitto, hanno comunicato di non essere interessati a questo spazio. Prendiamo atto di questa scelta, d’altronde era una sperimentazione di un servizio aggiuntivo ed è normale, dopo un primo periodo, che, con i medici interessati abbiamo fatto un bilancio della reale sostenibilità di questa iniziativa».