A che servono tre farmacie in un’area di pochi abitanti e distanti pochi chilometri l’una dall’altra?
Se lo chiede Carlo Zuccarini, titolare di una farmacia a Penna Sant’Andrea che ha contestato la delibera numero 166 del 19.04.2012 con cui il Comune di Teramo che deciso la localizzazione di nuove sedi nelle frazioni Colleatterrato Basso, San Nicolò a Tordino, Villa Mosca e Villa Vomano.
Zuccarini non si spiega come alcune aree ( la frazione di Villa Vomano), secondo il piano del Comune, risultino iper servite mentre altre completamente sguarnite.
La questione parte dal decreto “Cresci Italia” che all’articolo 11 prevede nuove norme per l’apertura delle farmacie e la modifica delle disposizioni precedenti.
In particolare con la nuova legge cambia il quorum, cioè il numero di abitanti necessari per la costruzione di un esercizio del genere, ora ridotto a 3300, e l’abolizione del concetto di pianta organica, che prevedeva la precisa perimetrazione del territorio di pertinenza di ogni farmacia.
Al Comune spetta poi il potere di scegliere la zona in cui ubicare l’esercizio sanitario; un potere, di fatto incondizionato, in quanto l’Ente è tenuto a richiedere i pareri dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Teramo e della Asl territorialmente competente, ma questi non sono vincolanti.
Delle 17 farmacie previste nel Comune di Teramo, 13 sono già in esercizio e 4 dovrebbero essere aperte. Tra queste c’è quella di Villa Vomano.
Quest’ultima, secondo Zuccarini, «coprirebbe un’area di soli 800 abitanti dislocati su un territorio che arriva ai confini con il comune di Canzano. Nelle vicinanze poi c’è la presenza delle farmacie di Val Vomano di Penna Sant’Andrea, un esercizio attivo da oltre 70 anni ed ubicato ad appena 500-600 metri dal confine comunale con Teramo, e di quella comunale di Basciano, che sarà ubicata in Zampitto».
In questo modo si troverebbero a dover coesistere tre farmacie, per un bacino di utenza che non totalizza nemmeno 2700/2800 abitanti e che si troverebbero, quindi, ben al sotto del nuovo parametro ( 3300 abitanti per farmacia) previsto dalla nuova legge Monti.
«Perché l’ amministrazione ha fatto questa scelta», si chiede Zuccarini, «invece di pensare al posizionamento in un’altra zona della città ben più popolosa e con uno sviluppo più rilevante e sopratutto non servita da altra farmacia? Forse l’ amministrazione vuole/deve proteggere alcune zone intoccabili e nel contempo mettere a segno una operazione mediatica e a valenza elettorale in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno?».