Ho letto l’articolo di Claudio Ciampi pubblicato sul Vs giornale, dal titolo “Credifarma, i titolari facciano rientrare capitali in farmacia”. Ho avuto modo di apprezzarlo per la franchezza e la chiarezza dei contenuti.
Finalmente, nel sistema farmacia e su ciò che lo circonda da vicino appaiono le prime luci di orientamento sulle cose da farsi,che sollecito da anni Sono anni che sta accadendo quanto sottolineato dall’AD di Credifarma SpA, salvo registrare il diffuso disinteressamento. Rispetto alla problematica, sono stati colpevolmente distratti i farmacisti interessati e i loro consulenti che, impegnati spesso in un lavoro seriale, hanno continuato a non rappresentare ai loro clienti la triste “diagnosi” economico-patrimoniale che competeva loro riferire con tempestività e professionalità. Non sono state attente le banche e i finanziatori di ogni specie che, nonostante i terribili netti patrimoniali negativi registrati nella loro clientela, hanno continuato a credere in una miracolosa ripresa delle aziende-farmacie super-indebitate, a volte inconcepibilmente. Sono divenute vittime di tutto questo le aziende di distribuzione all’ingrosso, impegnate, come sono, a conquistare quote di mercato a prescindere.
Tutto questo ha prodotto l’amaro risultato sottolineato nelle conclusioni del numero uno di Credifarma, anch’essa coinvolta in questo disattento percorso di indebitamento generale. Da un po’ di tempo si è scoperto che anche le farmacie falliscono!
E’ quanto sta accadendo su tutto il territorio nazionale, con pesanti ricadute per tutta la filiera dei creditori e sulla occupazione che le farmacie garantiscono. Allo stesso modo, sono tantissimi i farmacisti titolari già impegnati o che si impegneranno a sostenere procedure concorsuali intese a salvare le loro aziende-farmacie. Tante le proposte di ristrutturazione dei debiti, ex art. 182 bis della legge fallimentare, e i ricorsi per concordato preventivo, entrambi finalizzati a rimediare il rimediabile, a non fallire, con buona pace (si fa per dire!) per i creditori, costretti a perdite su crediti abbastanza pesanti. Queste ultime più sopportabili di quanto potrebbero, comunque, essere gli esiti fallimentari, anche per le “agevolazioni” fiscali invocabili.
Certo è che una tale situazione non è affatto facile per tutto il sistema farmacia, che registrerà tanti morti, ma anche tantissime riprese.
Il migliore esito possibile è condizionato alla corretta percorrenza delle procedure e alla capacità di resistere alle proposte dei tanti faccendieri che ci sono in giro. Questi ultimi specializzati nel proporre dismissioni aziendali a prezzi convenienti per acquirenti e venditori, ma anche esperti nel sottacere i pericoli che ci stanno dietro, da quello fiscale all’escussione delle garanzie prestate da
terzi, spesso ignari.
prof. avv. Ettore Jorio
docente di diritto sanitario all’Università della Calabria