Il database voluto dalla Commissione per la sanità per fornire informazioni certificate attraverso un metodo di ricerca intuitivo e veloce. Il portale, attivo dal 3 maggio, contiene dati statistici, analisi e ricerche dai sintomi delle malattie alle politiche assistenziali dei vari Paesi.
Che internet sia diventata la fonte principale di ogni ricerca è un fatto. Indagini recenti di società specializzate calcolano in oltre 2 miliardi gli internauti di tutto il mondo. Mediamente, ognuno di noi trascorre su internet 16 ore al mese, il 21% delle quali è dedicato alla navigazione e in questa attività i siti dedicati alla salute sono tra i più visitati (83 utenti su 100). Il dato è significativo e rinfocola il dibattito sull’attendibilità delle informazioni che, su un tema così delicato, circolano sul web.Anche per ovviare a questo inconveniente la Direzione generale per la Salute dell’Unione europea ha messo in piedi una piattaforma digitale che ha le caratteristiche di una enciclopedia, di facile consultazione e di verificata attendibilità. Così, il 3 maggio scorso, è nato Heidi, acronimo di Health in Europe: Information and Data Interface, un gigantesco database per condividere e fornire al pubblico indicatori sanitari affidabili e comparabili a livello europeo.
Il formato è Wiki: veloce e scritto da esperti sanitari indipendenti, ognuno dei quali responsabile dei contenuti che inserisce nel sistema. La garanzia della veridicità delle informazioni è fornita direttamente dalla Commissione Ue, che accredita i redattori, certificandone la reputazione e la qualità dei contributi.
Sfogliare i dati è semplice: basta consultare il dizionario online, cliccare sul tema di interesse e il gioco è fatto. Procedendo per parole chiave, ci si può così informare sui fattori di rischio di patologie come il cancro o le malattie cardiovascolari, leggere i rapporti sulle politiche nazionali e regionali o i piani d’azione dei vari governi in materia sanitaria. E ancora studiare l’incidenza delle malattie allergiche sulle singole popolazioni o l’insorgere di problemi di salute in relazione all’inquinamento.
Il portale fornisce inoltre grafici esplicativi e tabelle tramite i quali è possibile fare analisi e comparazioni sull’impostazione del sistema sanitario dei vari Paesi ed anche sulla condizione delle diverse popolazioni.
Così, ad esempio, si scopre che la soddisfazione degli italiani riguardo la qualità dell’assistenza sanitaria che ricevono, secondo un’indagine del 2004, è al di sotto della media dei Paesi Ue. Molto più bassa rispetto all’Austria, al Belgio e alla Francia, e in linea con le Repubbliche dell’est europeo e con la Grecia.
O che nel 2009 l’Italia è stata il secondo Paese per diffusione di polveri sottili nell’aria, dopo la Romania.