Ancora una donna della famiglia Borsellino sale alle cronache per fatti legati alla Sanità, della splendida Sicilia. Lucia Borsellino, figlia del magistrato tanto amato dagli italiani, più post mortem che quando era in vita, ricopre attualmente il ruolo di dirigente dell’assessorato alla Sanità della Regione Sicilia. Un ruolo importante. L’assessore regionale, Massimo Russo, è bersaglio di allusioni, accuse e polemiche assieme a tutta la giunta che fa capo a Raffaele Lombardo. Le accuse, quando non sono ben circostanziate, finiscono per ricadere un po’ su tutti ed invece di apportare critiche costruttive spesso aggiungono confusione. Ma la figlia del magistrato che lanciò, assieme all’amico Falcone, la più grande battaglia contro “Cosa Nostra”, non ci sta: “Nessuno deve mettere in dubbio la correttezza, la serietà e la professionalità del nostro operato. Lavoriamo e agiamo secondo i valori che ci hanno insegnato i nostri genitori. E siamo orgogliosi del processo di rinnovamento che abbiamo contribuito a innescare nel sistema sanitario siciliano”. Per questo Lucia Borsellino, assieme a Carlo Maiorca e Angelo Aliquò, appartenenti allo stesso assessorato, hanno scritto una lettera rivolta a tutti i cittadini siciliani. Considerando l’importanza di certe riflessioni, crediamo sia meglio proporvi qui di seguito l’integrale della lettera, ed evitare ulteriori commenti da parte nostra, per adesso. Attendiamo invece con impazienza i vostri commenti.
“Rompiamo, nostro malgrado, il riserbo a cui ci siamo sempre ispirati. Sentiamo il bisogno di esprimere tutto il nostro disagio per equazioni tanto facili quanto superficiali, per la mortificazione nel subire una retorica buona solo per apparire e per il cinico qualunquismo con il quale si finisce per alterare la realtà dei fatti e dei risultati con cui ci misuriamo ogni giorno, senza guardare né calendari né orologi, affrontando e vincendo resistenze di ogni genere.
Da quattro anni abbiamo avuto la possibilità di lavorare alla ristrutturazione di un sistema che faceva acqua da tutte le parti. Ci saremmo aspettati supporto, incoraggiamento, analisi lucide e critiche costruttive. Abbiamo sempre e solo visto, invece, e più che mai in questi giorni, subdoli tentativi di creare isolamento, invitando a farsi da parte, a tirare le conseguenze.
Non abbiamo visto questi rappresentanti della società civile, a vario titolo, né i media, fermarsi serenamente a riconoscere e far conoscere i fatti né apprezzare i risultati, riconosciuti e validati da Ministeri, fondazioni e Centri studi universitari.
A chi giova interrompere questi risultati?
A chi giova non alimentare la fiducia in una Sicilia capace di farcela da sola, con le migliori forze della sua terra?
A chi giova parlare sempre di mafia in Sicilia e non parlare mai dei siciliani che la mafia la combattono ogni giorno facendo semplicemente il proprio dovere?
L’autonomia è una responsabilità, individuale e collettiva, da costruire.
Per questo, consapevoli di valori condivisi da e con i nostri padri, chiediamo e speriamo che il metodo di lavoro dell’assessore Massimo Russo possa contribuire a cambiare in meglio la cultura della gestione della cosa pubblica.
Siamo certi, del resto, che dinanzi all’oggettività di eventuali fatti incompatibili con questi valori anche le scelte del nostro assessore, cui fino ad ora abbiamo chiesto di restare, non potranno che essere consequenziali.
Abbiamo lavorato con lui per istituire un presidio di legalità, sostituendo la cultura del favore con quella del servizio pubblico, e sentiamo di poter far nostro l’appello del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “Aprite le porte e le finestre per rinnovare la politica e la società nel segno delle legalità e della trasparenza”.
Nel frattempo continuiamo ad onorare le nostre vittime della mafia facendo il nostro dovere, distinguendo le persone dalle istituzioni, rispettando i basilari principi di civiltà giuridica, lavorando per la Sicilia e i siciliani.
Testimoni di un cambiamento possibile, chiediamo alla società civile, in tutte le sue componenti, di comprendere il lavoro svolto, di giudicare obiettivamente i risultati ottenuti e di poter continuare a lavorare, uniti, per completare e migliorare il percorso di riforme già iniziato”.
Lucia Borsellino, Dirigente generale
Carlo Maiorca, Capo segreteria particolare
Angelo Aliquò, Capo segreteria tecnica