Noi che eravamo “Farmacia Italia” del dott. Mario Sindaco

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NOI CHE ERAVAMO “FARMACIA ITALIA”

Mi verrebbe da ridere, se non fosse che purtroppo c’è solo da piangere!
Già qualche anno fa, alcuni colleghi Leccesi (tra cui il sottoscritto) avevano capito come e dove stava andando la Farmacia Italiana. Impegnando soldi nostri, cercammo di far nascere non un secondo Sindacato, ma un nuovo Sindacato e non, come è stato detto, con incontri carbonari, ma parlandone chiaramente e pubblicamente. Ci furono vari incontri: a Bologna con Dal Re e tutti i Presidenti Federfarma Provinciali ; a Roma con Misasi ed altri; e poi ancora con colleghi Toscani, Lombardi, Veneti, Siciliani, Umbri……..
Avevamo capito che questo sindacato non era in grado di rappresentarci.
Volevamo un sindacato vero, dove non si discutesse solo di poltrone da occupare (questa a me, quella a te, quell’altra a lui che ci consente la maggioranza…..).
Fummo sconfitti:
1. non avevamo i soldi di Federfarma per corrompere o acquistare consensi;

2. la Federfarma compatta (erano in pericolo le loro poltrone!!!) comprò qualche dissidente e ci marchiò quali disfattisti, trombati e ipotizzò qualche mano oscura alle nostre spalle. Ma dietro di noi c’eravamo solo noi ed il nostro intuito che ci suggeriva che i tempi stavano cambiando, che il “business Farmacia” faceva gola a molti, ma principalmente capimmo che l’attuale classe dirigente di Federfarma non era all’altezza di rappresentarci degnamente ed adeguatamente presa com’era dalla sete di potere!

Come fidarsi, quando alcuni che occupavano ed occupano posti al vertice, sono sul libro paga di Organizzazioni che hanno l’interesse precipuo di impossessarsi della Farmacia per farne una catena!

Oggi, vi dico, oggi, dopo la devastazione che il decreto “liberalizzazioni” ha comportato, comporta e comporterà, LORO, OGGI, stanno litigando, stanno dilaniandosi gli uni gli altri, stanno sbrindellandosi in fazioni e fazioncine per aggiudicarsi la poltrona di Credifarma come Presidente e poltroncine come consiglieri nel CdA. Già , perché l’attuale Presidente, dopo anni ed anni che sta lì , ha portato Credifarma a livelli eccelsi, tali che si paventa la possibilità di far entrare come partner una nostra felice conoscenza, pronta a trasformare la Farmacia Italiana, in una catena multinazionale (vedi interrogazione scritta a Presidente Federfarma Palermo da parte di alcuni colleghi) .

Caro collega Piovesan, caro collega Casanova, solo oggi vi accorgete! NON CI CREDO!

Se è vero quel che sentite e sostenete, come siete stati bravi a fondare “Nuovo Collegamento“, di cui sono socio, così vi prego di impegnarci insieme per fondare un “ Nuovo Vero Sindacato”, dove ogni collega possa iscriversi. Già, perché il mio è uno strano caso: da Presidente Provinciale dell’Associazione Titolari ero iscritto a Federfarma, ora, da semplice farmacista ,pur versando il contributo che per altre vie arriva a Federfarma, non ho più questa facoltà: è iscritta la mia Presidente Provinciale, una delle poche persone che sa fare sindacato (penso si ricordi di essere stata con me nei suoi primi passi nell’Ass. titolari Lecce).

ABBIAMO DORMITO. OGGI, ALCUNI, MOLTI, SI SONO SVEGLIATI.

C’è bisogno di qualcuno di voi che prenda il timone di questo “risveglio dell’orgoglio professionale” con determinazione. Adesso è tempo di più sindacati, per ragioni oggettive, data la diversità delle farmacie in Italia, e per ragioni strategiche. Con più sindacati si ha più forza contrattuale, purchè l’obiettivo sia, COME DEVE ESSERE,COMUNE. Con più sindacati si fa tattica ( il teatrino). Uno accetta, l’altro no e la posta si alza.

Lasciamo che si dilanino per le poltrone. Non c’è altro modo di rottamarli, questi furbacchioni incapaci, anzi, capacissimi! Per i propri interessi!.

Mario Sindaco
Collepasso (LE), 24/05/2012
Tel. 0833/341130

1 COMMENT

  1. Sempre i soliti nomi di novantenni che si ripropongono. E’ un continuo parlare i capoccia stanno sempre al loro posto. La dignita’ delle dimissioni o del ritiro no? Occorre un pool di persone capaci, di professionisti validi, non il riciclo dei vecchi nomi, se no meglio cambiare lavoro. Sono mesi che parlate e protestate e va sempre peggio. Vergognatevi tutti.

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